Cavalli da corsa digital: ultima frontiera

I cavalli diventano Non Fungible Token e sbancano online. Venduto un cavallo digital a 125mila dollari. Tutto nasce con un gioco

cavallo digital
Zed Run, il gioco in cui si allevano e si fanno correre i campioni

Bologna, 25 aprile 2021 – No. Non ce la possiamo fare… Cavalli da corsa digital. Niente paglia, niente galoppi del mattino, niente suoni da ippodromo, niente cronometro. Niente cavalli… Eppure, i cavalli digitali, attraverso l’universo dei Non Fungible Token, stanno facendo letteralmente furore.

Ma andiamo per gradi. Per chi non è addentro ai meandri immateriali del web, spieghiamo (in estrema sintesi) che i Non Fungible Token, altrimenti noti come NFT, sono file digitali unici. Audio, video, immagini che non sono scambiabili.

Vanno letteralmente a ruba come oggetti da collezione. Chiunque può vederli online ma solo una persona ne detiene il possesso.

In questo surreale mercato dell’unicità immateriale, i cavalli digitali sono l’ultima frontiera. E che frontiera!

È notizia recente che un cavallo da corsa ‘nato’ dalla tecnologia blockchain sia stato venduto per la cifra record di 125mila dollari.

L’interesse per il nobile animale in versione digital nasce da Zed Run, un gioco online in cui i cavalli, corrono, possono essere venduti o allevati.

Nella bizzarra criptomania, i soggetti possono appartenere a razze diverse. Le loro linee genetiche li rendono unici, così come le loro performance.

Da quando Zed Run è stato lanciato nel 2019 a oggi, il prezzo medio dei cavalli ha viaggiato intorno ai 30 dollari. Ultimamente però, insieme al top price da 125mila dollari, si è spesso superato la linea dei 15mila dollari. In due anni, circa 11mila cavalli hanno cambiato ‘scuderia’ e gli allevatori virtuali hanno prodotto circa 8mila soggetti. Tutti virtuali naturalmente.

I giocatori in Zed Runs possono iscrivere i cavalli alle corse pagando una sorta di iscrizione. E possono anche vincere premi che di solito ammontano a poche centinaia di dollari.

Prima di iscriversi, gli ‘allevatori’ non sanno quali sono le probabilità di vincita. Quindi devono basarsi sulle caratteristiche e alla storia delle corse del loro cavallo per valutare le proprie possibilità di successo.