Rembrandt, un sogno

Ieri si è celebrato l’anniversario della scomparsa di uno dei più grandi campioni della storia del dressage mondiale, un cavallo che in compagnia di Nicole Uphoff – la sua amazzone di sempre – ha ottenuto risultati favolosi

Bologna, 1 novembre 2018 – Sedici anni fa, il 30 ottobre 2002, moriva un cavallo che ha avuto un ruolo importantissimo nella storia del dressage internazionale: Rembrandt. Un cavallo che ha rappresentato per il dressage una vera e propria svolta epocale.

Alla loro comparsa sul palcoscenico internazionale, lui e la sua amazzone di sempre, la tedesca Nicole Uphoff, trasmettono un’immagine che annulla i modelli tradizionali, quelli che fino a quel momento rappresentavano l’immagine standard del cavallo e del cavaliere ‘da dressage’, anziani signori o eleganti signore in sella a cavalli da monumento equestre; Nicole è giovane, bella, quando non monta veste in jeans e Lacoste, mentre Rembrandt è un cavallo sottile, leggero, tradisce la presenza di molti purosangue nelle sue ascendenze genealogiche.

La storia ha inizio nel 1980. Papà Uphoff e sua figlia Nicole allora tredicenne (nata il 25 gennaio 1967) si recano in Westfalia alla ricerca di un cavallo da acquistare; quello che avevano individuato in realtà lo trovano già venduto, e così ripiegano su un secondo soggetto in vendita presso lo stesso commerciante. Si tratta per l’appunto di Rembrandt, castrone baio Westfalen, figlio di Romadour II, nato nel 1977. Tre anni, dunque, in quel momento.

Nicole e Rembrandt crescono insieme. In principio le cose non sono facili: il cavallo è piuttosto insanguato, nervoso, gli riesce difficile imprigionare i suoi ardori all’interno dei rigidi schemi delle riprese in rettangolo, così i primi risultati agonistici non sono incoraggianti. Ma poi improvvisamente ogni cosa comincia a funzionare nella giusta direzione, il gioco d’incastri si completa sotto l’abile direzione di Harry Boldt, a sua volta grande cavaliere di dressage e poi tecnico sopraffino. L’esordio in St. George (la ripresa più semplice della scala internazionale) è del 1985, due anni dopo il primo trionfo: la medaglia d’oro nel Campionato d’Europa young rider, uno squillo di tromba che annuncia l’irruzione sulla scena del protagonista assoluto. Tanto assoluto da salire l’anno successivo, il 1988, sul gradino più alto di un altro podio, ben più importante e prestigioso, si potrebbe quasi dire ‘il’ podio: Nicole Uphoff e Rembrandt conquistano l’oro individuale e a squadre alle Olimpiadi di Seul, rispettivamente a 21 e 11 anni. Nicole Uphoff passa dalla vittoria tra gli young rider al podio individuale delle Olimpiadi… ! Da lì parte una serie di favolosi successi: campioni d’Europa nell’89, del mondo nel ’90, argento europeo nel ’91 (vince l’oro il binomio che a partire da quel momento diverrà il loro principale avversario: Isabell Werth-Gigolo), ancora campioni olimpici nel ’92 a Barcellona, poi l’ultima medaglia individuale è quella d’argento nel Campionato del Mondo di L’Aia ’94.

La storia terrena di Rembrandt termina il 30 ottobre del 2002, giorno in cui Nicole Uphoff ha dovuto prendere la dolorosissima decisione di mettere fine a sofferenze che per il suo compagno ormai non sarebbero state più sostenibili. A 24 anni, dunque, muore una delle più grandi leggende del dressage mondiale.