Sono stati i Carabinieri del Nucleo Cites a ritrovarla: una pony di nome Giollina, ritrovata (sembra in ottime condizioni) a Napoli, in una proprietà privata.
Giollina era stata rubata tempo fa in Abruzzo al suo legittimo proprietario poi venduta per due volte in modo illecito, senza i documenti che ne attestassero identità e proprietà.
Ma aveva il suo bel microchip, che Carabinieri e personale del servizio veterinario dell’Asl Napoli 1-Sanità animale hanno controllato venendo a capo dell’identità della pony.
Che era stata acquistata da un altro soggetto, con precedenti per ricettazione relativi all’illecita commercializzazione di cavalli.
I militari, dopo una perquisizione presso l’abitazione di quest’ultimo hanno ricostruito la sua storia.
Proveniva a sua volta da un’ulteriore compravendita, priva di documenti e portata a termine al prezzo di 700 Euro.
Era avvenuta tramite un uomo residente in Abruzzo, e parimenti gravato di precedenti di polizia.
Ora Giollina, momentaneamente sequestrata, tornerà presto a casa: tre i denunciati dalle forze dell’ordine nell’ambito di questa operazione.
Un’altra buona notizia tra i tristi casi di cronaca sui furti di cavalli: perché a volte ritornano, come Giollina.
La Curiosità, da Wikipedia: “Il reato di furto di bestiame, tipicamente quello oggetto di allevamento in diritto viene chiamato ‘abigeato’. La parola deriva dal tardo latino giuridico abigeatus,[1] astratto di abigeus, ‘ladro di bestiame’, a sua volta dal verbo latino abigere, ‘allontanare spingendo’, composto di ab-, ‘via’, ‘da’, e agĕre, ‘portare’. È detto abigeatario (o abigeo) il colpevole di abigeato”.
Qui la fonte della notizia, da Il Centro