Una recente indagine condotta dal Center for Animals and Public Policy alla facoltà di veterinaria della Cummings School in collaborazione con la Homes for Horses Coalition ha fotografato lo stato di salute delle associazioni statunitensi che si occupano del recupero di cavalli in difficoltà.
Al sondaggio hanno aderito 129 organizzazioni disseminate il 39 stati dell’Unione, le stesse che nel 2023 si sono rese protagoniste della presa in carico di circa 3mila equini.
Come facilmente immaginabile, il coro unanime di tutte le charity lamenta una penuria di risorse oramai divenuta strutturale. I budget sono sempre più risicati così come i compensi per chi si occupa dei cavalli. Di contro però, l’emorragia delle risorse non va a ledere la qualità delle cure che vengono dedicate ai cavalli: lo standard rimane alto.
Lo scopo originale del progetto era ottenere dati ‘freschi’ e rappresentativi in merito ai salvataggi, ai centri rescue, alle associazioni che si prendono cura di cavalli e di equidi in generale. Il tutto per fornire informazioni in grado di orientare nuovi programmi di supporto per le organizzazioni stesse.
«L’attenzione rispetto al tema dei cavalli senza una casa è sempre più sentito negli States, tanto da promuovere uno studio che faccia chiarezza e procuri dati certi sui quali agire» ha spiegato Mary A. Koncel, una delle responsabili della ricerca.
Il sondaggio online
L’indagine, eseguita online, è stata suddivisa in tre segmenti: strutture organizzative e finanze, equini residenti, cure veterinarie e salute. Ecco cosa è emerso dalle risposte delle 129 organizzazioni che hanno aderito alla ricerca.
- La maggior parte tra coloro che hanno risposto sono piccole organizzazioni con budget limitati. Fondano la loro sopravvivenza e forza su volontari ben addestrati. Nonostante le ristrettezze, lo standard che offrono le loro strutture è alto tra i cavalli residenti. Operano soprattutto grazie ai protocolli di adozioni e assicurando cure veterinarie e complementari quando possibile.
- Molte associazioni combattono con la crescita dei costi gestionali, soprattutto cibo, fieno e cure veterinarie. Le organizzazioni che hanno risposto all’indagine hanno dichiarato che il supporto corporativo è minimo
- Le organizzazioni che operano in zone rurali stanno affrontando nuove complessità, inclusa quella della difficoltà di trovare personale e volontari. Il supporto delle comunità locali è sempre minimo e manca l’accesso ai servizi veterinari. Inoltre hanno poche opportunità per lanciare raccolte fondi. In quegli stati in cui ci sono pochi casi di rescue, le associazioni che comunque svolgono il loro compito, incontrano ancora maggiori difficoltà.
«Questi risultati sottolineano l’importanza che le organizzazioni per il benessere degli equini stanno già dando alla salute e al benessere degli equini affidati alle loro cure, nonostante le numerose sfide che devono affrontare», ha dichiarato Allen Rutberg, professore associato e direttore della ricerca. «Speriamo che i risultati di questo rapporto aprano la strada a ulteriori ricerche e collaborazioni e, in ultima analisi, alla creazione di iniziative a sostegno di queste organizzazioni e degli equini di cui si prendono cura».