La festa dei lavoratori è una ricorrenza di portata mondiale. Non tutti la festeggiano il primo maggio. C’è chi la festeggia il primo lunedì di settembre, come capita negli Stati Uniti o in Australia, ma il giorno in sé non è così determinante. Ciò che conta è che questa ricorrenza riguarda tutti i lavoratori e tra questi non possiamo certo dimenticare quei quadrupedi che hanno, anche nel lavoro, accompagnato il nostro progresso.
Asini, muli, cavalli… Come per esempio i tanti impiegati nelle miniere.
Il primo documento che si ha dell’impiego di un equino in miniera risale al 1750. Era la miniera di carbone di Durnham e i cavalli – pit pony come venivano definiti indipendentemente da che fossero veramente pony o cavalli – pare fossero già in servizio.

Quasi un secolo più tardi, intorno al 1838, si verifico nello Yorkshire un terribile incidente in cui morirono 26 bambini. Minatori perfetti per taglia, i bambini erano molto utilizzati in miniera nonostante si trattasse di un lavoro ben oltre le loro forze. Beh, in quella occasione fu promulgata una legge che di fatto vietava l’impiego di donne e bambini sotto ai 10 anni in miniera. E al loro posto presero piede i pit pony.
Per difendere la loro ‘dignità’ di lavoratori, già nel 1887 fu sancito un atto, il Coal Mines Regulation Act. Nel 1913, nella sola Gran Bretagna è stimato ci fossero oltre 70mila cavalli in servizio in miniera.
E nonostante il grande progresso del genere umano, gli ultimi pony minatori sono arrivati fino agli anni ’90 del secolo scorso. Non perché si sia ritenuto di non sfruttare più gli animali nel lavoro sottoterra… Banalmente hanno smesso di essere impiegati solo perché alla fine le miniere sono state chiuse. In Gran Bretagna, l’ultimo a cessare il servizio è andato in ‘pensione’ nel 1999, a maggio e si chiamava Robbie. Negli States nel 1971 e in Australia nel 1990.

Nel mondo, ancora oggi ci sono cavalli che lavorano e svolgono funzioni vitali per le popolazioni con cui condividono quelle che siamo abituati a chiamare aree del ‘terzo mondo’ o, con grande ottimismo, paesi emergenti. Africa, Sud America, India, Estremo Oriente…
Quale che sia la loro geolocalizzazione, oggi è anche la loro festa. Anche se non lo sanno… Come del resto non sapranno mai qual è l’enorme credito che vantano nei nostri confronti.
Buona festa dei lavoratori anche a loro.