Caprilli, brindisi per il dragone

“Nell’anno che verrà il mondo dell’equitazione dovrà togliersi il cappello lasciandosi andare ad un lungo applauso per il capitano Federico Caprilli…” è l’editoriale di Beppe Boni sul numero di dicembre di Cavallo Magazine e Cavallo Junior in distribuzione nelle edicole a partire dal 4 dicembre!

Bologna, 4 dicembre 2017 – “Nell’anno che verrà il mondo dell’equitazione dovrà togliersi il cappello lasciandosi andare ad un lungo applauso per il capitano Federico Caprilli…” è l’editoriale di Beppe Boni sul numero di dicembre di Cavallo Magazine in distribuzione nelle edicole a partire dal 4 dicembre!
Portava i baffoni curati con le punte sporgenti, ostentava modi signorili con lo sguardo vagamente ironico e un po’ spavaldo. Piaceva molto alle dame dei salotti del primo Novecento e lui ricambiava frequentemente gli inviti. Nell’anno che verrà il mondo dell’equitazione dovrà togliersi il cappello lasciandosi andare ad un lungo applauso per il capitano Federico Caprilli, il cavaliere che ha segnato la svolta con l’idea rivoluzionaria della monta naturale.
Il sistema Caprilli rivisto, rivisitato, aggiornato è ancora alla base dell’equitazione moderna. Ecco perché l’ufficiale a 150 anni dalla nascita va ricordato con tutti gli onori e nel 2018 sono in programma grandi celebrazioni.
Già il 2017, a 110 anni dalla morte, è stato dichiarato ‘anno caprilliano’ dalla Federazione sport equestri. Il capitano di cavalleria Federico Caprilli nacque a Livorno nel 1868 e passò a miglior vita nella Torino del 1907. Cadde da cavallo in una mattina d’inverno mentre lavorava in piano e batté la nuca. Se ne andò così, in fondo in modo banale, lui che anche in modo spericolato aveva appena cambiato il modo di montare a cavallo con una tecnica ragionata e istintiva nello stesso tempo. Il destino dà le carte come pare a lui. Il capitano dei Dragoni visse fra mondanità, divisa e sport quasi sempre a tra Pinerolo e Torino dove divenne talmente amico del conte Emanuele di Bricherasio che nelle esecuzioni testamentarie chiese di essere sepolto accanto a lui. L’antesignano di un rapporto dolce con cavallo colpiva tutti con la folle intuizione che segnava la strada contraria della monta utilizzata fino a quel momento. Una volta il capitano stupì amici e commilitoni nel salto di un fosso pauroso: sciolse le redini e quasi si distese sul collo del cavallo per unirsi a lui nella dinamica del movimento tenendo le mani basse. «Era bello, forte e giocondo e dinanzi a sorgeano cento e cento tentazioni – scrivono le cronache dell’epoca – amava lo sport e ammirava le belle donne. Forse non tutti gli uomini lo amarono ma molte dame palpitarono per lui».
Un brindisi per il capitano in un nuovo anno del Dragone”.

di Beppe Boni, Direttore di Cavallo Magazine