Assetto, posizione, inforcatura e buona connessione con il cavallo: questi sono gli elementi cardine della tecnica equestre secondo Arnaldo Bologni.
Arnaldo Bologni è un uomo che scritto intere pagine dell’equitazione italiana. Esordì in Coppa delle Nazioni nel 1989 e da lì ha sempre portato in alto il tricolore come solo un campione può fare: un’Olimpiade, tre Campionati del Mondo, tre Campionati d’Europa e ben 54 volte fece parte della squadra azzurra in Coppa delle Nazioni. Nel 1994 vinse il Gran Premio Roma dello CSIO di Piazza di Siena in sella al leggendario May Day. Oggi è considerato un pilastro del salto ostacoli italiano e, oltre a proseguire la sua attività sportiva, segue anche i progressi dei suoi giovani allievi.
Oggi siamo in sella con lui, con Arnaldo Bologni.
Che cosa è importante insegnare ai ragazzi che cominciano?
«La cosa principale è imparare a voler bene al cavallo. Perché se noi gli vogliamo bene, diventa molto più facile riuscire ad assimilare i suoi movimenti. Poi è fondamentale avere un buon istruttore che ti metta da subito in sella bene. Perché stare in sella in maniera corretta, ci permette anche di imparare i comandi e di migliorarci con facilità. E così il nostro cavallo ci ascolta».
Quindi come dovrebbe essere la buona messa in sella?
«La messa in sella deve essere fatta da una persona che sa cosa vuol dire avere una buona posizione a cavallo. Poi bisogna portare l’allievo a montare con tranquillità. Perché se l’allievo è tranquillo riesce anche a rilassare il cavallo. E poi, se non si è sereni è impossibile migliorare. Quindi si lavora sulla posizione…»
In fondo parte tutto da lì, giusto?
«Esatto, non ci sono grandi segreti. Bisogna stare corretti e in equilibrio sul proprio cavallo, senza pesare sul treno anteriore o quello posteriore. Per questo la staffatura è cruciale: va messa in una misura giusta, in modo che il ragazzo riesca a stare dritto».
E l’esercizio cardine, secondo lei, qual è?
«Per montare a cavallo è fondamentale saper stare bene sull’inforcatura. Se si impara questo, è già un grande vantaggio. Bisogna scaricare il peso sulle staffe, cercando di avere il ginocchio ben inserito nel quartiere della sella, in modo che le caviglie e le ginocchia ci aiutino ad ammortizzare il movimento».
Che consiglio darebbe a tutti i ragazzi che si approcciano al mondo equestre?
«Devono trovare un istruttore competente che gli insegni veramente bene. Perché è importante che la messa in sella sia fatta nella maniera migliore. È come con il cavallo giovane: deve avere una persona esperta perché apprenda la sua strada da cavallo sportivo. Ed è uguale per l’allievo: il primo approccio deve essere con un istruttore che li metta correttamente in sella».
Qual è la lezione più importante che lei ha imparato da questo sport?
«Io credo che ciascuno di noi debba sempre cercare di migliorarsi. E poi dobbiamo fare un grande applauso ai cavalli. Il cavaliere può essere più o meno esperto, ma loro fanno veramente i miracoli per noi, per aiutarci».