Allevamento e lupi: dal Piemonte dati allarmanti

Solo in Piemonte 183 accertamenti per predazione al bestiame domestico, per un totale di 478 capi morti e 46 feriti per ‘mano’ dei lupi

Lupo Italiano, foto archivio Cavallo Magazine
Torino, 19 maggio 2022 – I predatori  dividono, non c’è niente da fare.
Da una parte il successo di una operazione di conservazione che ha portato i lupi a più di 3.300 esemplari presenti in Italia.
Dall’altra la difficile convivenza con gli allevamenti bradi, tra cui quelli di puledri in tante regioni d’Italia, che ogni anno numerosi cadono sotto gli attacchi dei branchi di selvatici.
Le notizie di cronaca inerenti questo problema arrivano spesso da Puglia, Marche, Umbria: l‘ultima di pochissimi giorni fa tra Cagli e Cantiano, sul Catria.
Ma anche il Piemonte ne soffre, e Confagricoltura ha pubblicato i dati che danno la misura della situazione.
Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, ha dichiarato:  “I dati del monitoraggio nazionale del lupo condotto tra il 2020 e il 2021, resi noti nei giorni scorsi nell’ambito del progetto Life WolfApls EU, confermano le nostre preoccupazioni. E’ necessario un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti per riportare la situazione a livelli accettabili, pena lo sconvolgimento della biodiversità dei nostri territori”.
Dal monitoraggio si evince che sulle Alpi tra Piemonte, Liguria e Val d’Aosta sono circa 900 i lupi presenti.
Secondo il direttore di Confagricoltura Piemonte, Ercole Zuccaro  “i dati dimostrano in modo inequivocabile che il lupo sta diventando un pericolo per gli allevamenti e per il lavoro degli allevatori, non più soltanto nelle aree montane. E’ necessario che le autorità prendano atto della situazione  e agiscano con misure di contenimento efficaci. Secondo i dati ufficiali della Regione nel corso del 2020 i servizi veterinari hanno registrato sul sistema informativo regionale ARVET 183 accertamenti per predazione al bestiame domestico, per un totale di 478 capi morti e 46 feriti”.
Agricoltori e allevatori delle zone più disagiate del settore primario, proprio quelle su cui si vorrebbe e dovrebbe investire di più, sono veramente esasperati.
Ma come possono realizzare le condizioni di benessere animale se non riescono nemmeno a garantirne la tutela dai selvatici?
Non sarà facile trovare una soluzione.
Sui lupi girano tante fake news da sfatare, e il primo obiettivo di Life WolfAlps è proprio quello di salvaguardare la convivenza tra allevamenti e predatori.
Migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi costruendo e realizzando soluzioni condivise insieme ai portatori di interesse è l’obiettivo principale del progetto, per garantire la conservazione a lungo termine del lupo sulle Alpi.
Uno dei sistemi possibili, almeno per quanto riguarda le greggi di ovini, è quello dell’utilizzo di cani da protezione, di razze particolarmente vocate alla difesa delle greggi.
Che a volte causano loro stessi problemi e notizie tragiche nelle cronache locali: qui qualche informazione utile in caso incontriate nelle vostre passeggiate i cani da pastore sul loro posto di lavoro.
Qui dal sito Rai in merito alla popolazione attuale di lupi in Italia, e qui la storia di una puledrina che ce l’ha fatta