Esclusiva dall’Ucraina: loro ci guardano, aspettano…

Le parole di Mykhaylo Parkhomchuk, già segretario generale della Federazione equestre ucraina e ora anche Ceo della Ukrainian Equestrian Charity Foundation, in una intervista in esclusiva sulla situazione dei cavalli a un anno dall’inizio del conflitto

Bologna, 7 gennaio 2023 – Il prossimo febbraio ricorrerà un compleanno orribile: quello dell’inizio della guerra tra Ucraina e Russia. Il 20 febbraio 2014 iniziava lo scontro politico, diplomatico e militare tra i due paesi. Il 24 febbraio 2022 le truppe regolari dei due stati iniziavano a fronteggiarsi in maniera massiccia sotto gli occhi increduli di tutti noi. Non vogliamo definire quanti anni compia questa guerra. Non è il compito di chi si occupa di sport e di cavalli… Vogliamo però far capire meglio perché, oggi, è ancora più importante esprimere solidarietà a chi è ancora in Ucraina. E con tutte le forze sta cercando di dare supporto a chi non è potuto andare via. Cavalli compresi. Sappiamo che fin dallo scorso febbraio, la macchina della solidarietà si è messa in moto. Molto è stato fatto. Tuttavia, così come ci raccontano gli amici della Ukrainian Equestrian Charity Foundation, ai quali siamo legati da contatti frequenti, le cose non vanno affatto bene. E sono destinate a peggiorare perché lo spettro della crisi anche a casa nostra fa necessariamente stringere i cordoni della borsa. E la solidarietà si affievolisce.

Cavallo Magazine, fin dalla prima ora, ha cercato di far risonare gli appelli e muovere le coscienze. Descrivendo, raccontando… Ma per capire ancora meglio qual è la reale situazione, ci siamo rivolti direttamente a Mykhaylo Parkhomchuk, segretario generale della Federazione Equestre Ukraina e oggi CEO della fondazione che a livello mondiale sta raccogliendo aiuti. In una intervista esclusiva, ecco come ha risposto alle nostre domande.

Giusto per dare alle persone la giusta misura e prospettiva, può descrivere la situazione equestre/equina in Ucraina prima dell’inizio della guerra? Quanti cavalli, il loro principale impiego e discipline?

«Prima dell’inizio della guerra, il settore equestre ucraino stava godendo di un buon momento di sviluppo. L’equitazione stava guadagnando sempre più popolarità, soprattutto tra i bambini come hobby e attività sportiva. Anche lo sport con i pony stava iniziando a prendere piede anche se non era ancora popolare come in Europa. I cavalli venivano utilizzati per attività ricreative. C’erano alcuni centri di ippoterapia e anche ippodromi. In diverse regioni dell’Ucraina stavano iniziando ad aprire centri ippici e anche i concorsi stavano prendendo piede. La comunità equestre ucraina aveva posto le basi per una solida collaborazione con partner stranieri per migliorare la qualità della formazione di ufficiali di gara e giudici.

È difficile stimare il numero dei cavalli nel paese prima della guerra poiché il censimento degli equini non è stato completato ed è ancora in corso. Quando abbiamo avviato il lavoro della fondazione nei primi giorni di guerra, basandoci su fonti pubbliche, la nostra stima era di circa 100.000 equini, tra settore agricolo, corse, sport, tempo libero e famiglie.

Parlando più dettagliatamente degli sport equestri, lo sviluppo che abbiamo avuto in Ucraina va nella stessa direzione di altri Paesi europei. Gli sport equestri più popolari erano il salto, il dressage e l’eventing. Anche l’endurance stava diventando sempre più popolare. L’Ucraina è stata rappresentata in diversi Giochi Olimpici e sul suo territorio sono stati organizzati diversi eventi FEI. L’Ucraina possiede sia razze autoctone sia diversi allevamenti vocati ai cavalli sportivi. Il più noto è il centro di allevamento e sport di Zhashkov.

Già prima della guerra sussistevano difficoltà che hanno ostacolato lo sviluppo del settore. Tra queste l’accesso disomogeneo a servizi veterinari di alta qualità in diverse regioni, la complessità delle pratiche burocratiche per il trasporto dei cavalli per partecipare alle competizioni in Europa, la mancanza di investimenti per costruire e mantenere infrastrutture di alta qualità… Tuttavia, l’entusiasmo della comunità equestre si era dimostrato più forte di qualsiasi avversità. Determinando la crescente popolarità dell’equitazione tra i bambini e i giovani».

Dopo un anno di guerra, quanti cavalli e quante attività loro legate sono rimaste?

«Durante la guerra si sono concatenati più fattori:

  • Distruzione/danni alle infrastrutture di molti club equestri e scuderie – vicino a Kiev, in tutte le regioni del fronte, diversi centri di alto livello, dove l’Ucraina organizzava eventi FEI, sono stati significativamente danneggiati o sono ancora sotto occupazione
  • Cavalli sportivi e cavalli addestrati a livello FEI sono stati evacuati dal Paese. Molti cavalli sono stati trasferiti dalle regioni pericolose alle zone occidentali dell’Ucraina. Ad esempio, nella regione di Lviv, dove tradizionalmente non c’erano molti cavalli, la popolazione equina è aumentata significativamente.
  • Le scorte limitate di mangime per cavalli, la mancanza di possibilità di formare scorte di fieno, foraggio, ecc… I proprietari di cavalli nelle regioni in prima linea sono estremamente dipendenti dagli aiuti umanitari per nutrire i loro cavalli. Il 2022 è stato un anno molto difficile dal punto di vista economico. Il fieno è costoso per diverse ragioni, tra cui i prezzi molto alti dei servizi di trasporto a causa del costo del carburante e dei rischi elevati per gli autisti e l’elevata domanda di questo tipo di servizi. Nelle regioni in prima linea non è stato possibile immagazzinare il fieno a causa dei campi minati e della mancanza di macchinari.
  • Opportunità limitate di fornire assistenza veterinaria ai cavalli, a causa del deflusso di specialisti qualificati (che hanno lasciato l’Ucraina e si sono arruolati nelle Forze Armate ucraine) e di problemi logistici.
  • Mancanza di fondi sufficienti per pagare gli stipendi agli specialisti che lavorano con i cavalli (veterinari, maniscalchi, gestori e personale delle scuderie, ecc.) Molte persone che aiutavano i cavalli lavoravano in realtà su base volontaria.
  • Le attività sportive – gare, tour – sono state quasi a livello zero. In estate sono state organizzate alcune piccole competizioni locali. Molti atleti, allenatori, giudici hanno lasciato il Paese o si sono arruolati nelle Forze Armate o nelle forze di difesa territoriali. Nonostante la guerra, i club e le scuole di equitazione continuano a funzionare. Il lavoro con i cavalli è particolarmente importante per i bambini e i giovani, per sostenere la loro salute mentale durante la guerra.
  • Seguire gli spostamenti dei cavalli è molto difficile, ma, essendo in contatto con scuderie e proprietari di cavalli, vediamo che c’è un continuo deflusso di cavalli verso l’UE, così come un continuo trasferimento di cavalli dalle regioni del fronte a regioni più sicure nelle zone centrali e occidentali dell’Ucraina».

 

Parlando dei cavalli, dove vivono e in quali condizioni?

«La nostra fondazione si occupa principalmente di aiutare le scuderie e i circoli ippici nelle regioni in prima linea. Di solito le scuderie o i circoli si trovano nelle città o vicino alle città. A volte hanno campi propri, paddock più grandi. Altre volte si trovano negli ex ipodromi e possono avere quindi spazi limitati. Nelle regioni meridionali, i cavalli possono essere tenuti sia in box sia all’aperto in paddock. Nelle regioni orientali e settentrionali, dove gli inverni sono piuttosto rigidi, i cavalli sono tenuti, come nei Paesi dell’Europa centrale, in ricoveri e box.

I principali problemi per il benessere dei cavalli e i principali rischi associati alla guerra riguardano:

  • la sicurezza del mangime, in particolare il fieno è critico in molte regioni,
  • l’accessibilità del supporto veterinario e le routine di base (sverminazione, denti, zoccoli).

Nella primavera del 2022 si sono verificati molti casi di traumi, ferite e lesioni a causa dell’impatto diretto delle azioni militari. Ora che queste sono localizzate e la maggior parte dei cavalli è stata trasferita lontano dalle zone delle operazioni militari, i rischi per il benessere sono principalmente legati alla mancanza di cibo e alla qualità delle condizioni di vita, compresi i servizi di base e l’assistenza veterinaria.

A oggi non disponiamo di un quadro completo che comprenda anche i cavalli allevati in ‘famiglia’, nel settore agricolo e di quelli utilizzati per le corse».

 

Quanti sono i veterinari che lavorano sul territorio? Quale il rapporto percentuale con i cavalli?

«Abbiamo avuto contatti con 26 veterinari tra tutte le regioni. Quando abbiamo lavorato al progetto sui farmaci veterinari insieme alla FEI Solidarity e alla fondazione USEF, abbiamo scoperto che molti veterinari hanno lasciato il Paese. Tuttavia la maggior parte di loro ha continuato a lavorare. L’accesso all’assistenza veterinaria è molto disomogeneo nelle diverse regioni. Il rapporto medio veterinari/cavalli è di 300 cavalli per un veterinario, ma in alcune regioni ci sono più di 600 cavalli per veterinario. Molti veterinari devono percorrere lunghe distanze per raggiungere le scuderie, il che può essere piuttosto costoso visti gli alti prezzi del carburante e dei trasporti in Ucraina.  Mancano anche attrezzature veterinarie portatili (ad esempio, per le radiografie) necessarie per la diagnostica e le cure. In base al feedback che riceviamo dai veterinari, i farmaci più necessari sono attualmente quelli per il trattamento delle coliche, di altre malattie gastrointestinali, di malattie e condizioni croniche e di interventi chirurgici che possono essere eseguiti nelle stalle».

 

Quali sono le loro condizioni di lavoro? Riescono a guadagnare uno stipendio minimo o sono costretti a rinunciare a somministrare cure per sopravvivere?

«La maggior parte dei veterinari ha giornate infinte. Anche quando non possono andare a vedere i cavalli, si consultano sempre per telefono e cercano di aiutare il più possibile. I veterinari fanno molto affidamento sugli aiuti umanitari. Utilizzando i farmaci donati, possono rendere le cure più accessibili ai proprietari di cavalli e ridurre i costi. L’ultima grande donazione di medicinali veterinari per equini è stata consegnata nell’agosto 2022, con il sostegno dell’USEF Equestrians e della FEI Solidarity».

 

Ci sono piani strutturali per sostenere il mondo equestre nel medio-lungo termine in Ucraina? Ovviamente si riferisce a centri che non siano stati distrutti e possano ancora operare…

«Purtroppo al momento siamo ancora nella fase di sopravvivenza alla guerra. La guerra è in corso, i blackout e la distruzione delle infrastrutture energetiche hanno portato nuove difficoltà alle scuderie. Chi si occupa dei cavalli deve procurarsi dei generatori per garantire la disponibilità di acqua. La loro principale preoccupazione è attualmente l’alimentazione, la disponibilità di fieno, foraggio e mangimi composti. Tutte le nostre risorse sono ancora concentrate sulla sicurezza dei cavalli e sulla cura del loro benessere.

Gli ucraini sognano ancora il dopoguerra, la ricostruzione delle infrastrutture e il ritorno alla vita normale.

A medio-lungo termine, avremmo bisogno di un ottimo piano su come ricostruire gradualmente l’industria del cavallo, ottenere investimenti, continuare i programmi di allevamento, sviluppare l’ippoterapia, fornire maggiori possibilità ai bambini e ai giovani traumatizzati dalla guerra di impegnarsi con i cavalli. Al momento, però, tutti i nostri sforzi si concentrano sulle forniture di fieno e mangime per sopravvivere ai prossimi 4 mesi di inverno».

 

Come possiamo aiutare? Attraverso Cavallo Magazine vuole rivolgere un messaggio a tutti i centri ippici italiani?

«Nel ringraziare Cavallo Magazine, approfitto volentieri…

Per il primo trimestre del 2023 la nostra Fondazione ha due programmi umanitari principali:

– Sostegno alle strutture delle regioni in prima linea con l’invio di foraggio. La consegna di 9 tonnellate di fieno a una scuderia in una regione in prima linea costa circa 3.000 euro. Questa quantità è sufficiente a nutrire 40 cavalli per un mese o 20 cavalli per due mesi. Il fieno viene acquistato localmente dagli agricoltori e la sua qualità viene controllata. Il prezzo del fieno è elevato a causa della necessità di trasportarlo su lunghe distanze, dalle regioni centrali alle regioni in prima linea.

– Supporto alle scuderie con mangimi composti. In Ucraina, sulla base della una ricetta di un produttore europeo che ce l’ha data in licenza, produciamo mangimi locali. Utilizzando i componenti coltivati in loco. Il mangime ha tutte le vitamine e i minerali necessari ed è indispensabile per mantenere i cavalli in salute e compensare la minore qualità del foraggio.

Per donare: Ukrainian Equestrian Charity Foundation

Oltre a sostenere queste iniziative attraverso le donazioni, è possibile effettuare donazioni in oggetti – inviando attrezzature equestri, vitamine, integratori o qualsiasi altra merce di abituale utilizzo in scuderia al nostro hub in Polonia. Per saperne di più, contattate tatjana.kiilo@helpukrainehorses.eu»


Chi è Mykhaylo Parkhomchuk

Mykhaylo Parkhomchuk, 56 anni, nato e cresciuto in Ucraina, si è laureato presso l’Istituto Tecnologico dell’Industria Alimentare di Kiev in ingegneria termica industriale. Per tre anni Mykhaylo ha lavorato come ingegnere. Nel 1992 si è dedicato ai cavalli. Inizialmente come commerciante e organizzatore di trasporti tra l’Ucraina e il resto del mondo. Nel 2002 è stato eletto segretario generale della Federazione equestre ucraina e ha dedicato gli ultimi 20 anni della sua vita allo sviluppo degli sport equestri nel suo paese. In periodi diversi, ha ricoperto il ruolo di Segretario generale, di responsabile del Comitato di dressage e di membro del consiglio di amministrazione della Federazione. Mykhaylo è stato l’organizzatore di oltre 50 concorsi internazionali di salto ostacoli e dressage in Ucraina, Estonia, Lituania e Belgio. Negli ultimi 10 anni Mykhaylo ha vissuto in Belgio.

Ecco come descrive l’inizio della guerra e la nascita dell’UECF. «Quando la guerra è iniziata nel febbraio 2022 e molti ucraini sono fuggiti a ovest, al contrario, io sono andato a est per aiutare il mio Paese. Molti volevano evacuare i loro cavalli dalle zone di guerra fuori dal Paese, prima nell’Ucraina occidentale e poi all’estero. Molti cavalli sono rimasti senza un tetto sopra la testa, senza cibo e senza cure. C’era il caos. Ho creato una fondazione di beneficenza in Belgio per raccogliere aiuti finanziari e in oggetti. Intorno alla fondazione siamo riusciti a riunire un gruppo di volontari provenienti da diversi Paesi e a sistematizzare il processo di evacuazione e consegna degli aiuti umanitari in Ucraina. La fondazione funziona ancora oggi e fornisce assistenza a 5.000 cavalli in 300 scuderie in Ucraina. Che ne hanno bisogno».