La storia di Phoenix, Quarter Horse di 6 anni, e Kendall Higgins, la sua giovane proprietaria, sarebbe la sceneggiatura perfetta per un film. Che a questo punto, per fortuna e grazie alla scienza, potrebbe chiudersi con il lieto fine…
All’indomani dell’alluvione in Texas dello scorso inizio luglio, Kendall non aveva esitato a sellare e partire per aiutare i gruppi ippomontati di soccorso che si erano mobilitati nelle parti più colpite dello Stato.
La destinazione di assegnazione per questo binomio era stato Leander, vicino ad Austin, dove avrebbero avuto il compito di consegnare cibo e beni di prima necessità nelle aree dove per i residenti non era possibile raggiungere le strade.
Una volta sul posto, la loro mansione però era cambiata. Alle squadre di soccorritori in sella era stato chiesto di risalire il fiume alla ricerca di sopravvissuti.
Ed è lì che per Phoenix e Kendall tutto è cambiato. Nel giro di un minuto, da team rescue si sono ritrovati a dover essere soccorsi loro stessi.
Stritolato nel fango
Muovendosi su un terreno totalmente imperscrutabile, si erano imbattuti in un’area di sabbie mobili, piene di detriti raccolti con l’alluvione. E a ogni tentativo di uscire dal pantano, gli arti di Phoenix subivano abrasioni e tagli. Un tendine, un’arteria e una lesione al garretto subito infettata sono stati i traumi potenzialmente mortai che Phoenix ha subito mentre era stritolato da fango e ogni sorta di detrito.
Il recupero dei due è stato pressoché immediato ma con un’infezione già in atto e nessuna prospettiva chirurgica percorribile, il destino del cavallo sembrava segnato.
I veterinari del Brazos Valley Equine Hospital hanno immediatamente messo in atto un trattamento antibiotico ad ampio spettro e hanno deciso di avvalersi di un gioiellino della loro struttura. Una camera iperbarica idonea per i cavalli.
«La camera iperbarica – esattamente come succede per l’uomo – crea un’alta concentrazione di ossigeno che contribuisce a rimuovere gli edemi nei tessuti, riducendo il gonfiore sulla parte ferita e spegnendo i focolai di infezione. L’ossigeno, senza l’impedimento dell’edema, raggiunge più profondamente i tessuti favorendo il processo di guarigione» ha spiegato il dottor Buchanan che ha seguito dall’inizio il ricovero di Phoenix.
Non esistono molte camere iperbariche per i cavalli; circa una dozzina in tutti gli Stati Uniti. Phoenix è stato il primo paziente di quella del Brazos Valley Equine Hospital. Con il suo prodigioso recupero ha sicuramente ripagato – almeno sotto l’aspetto emotivo – l’investimento…
«Dopo pochissime ‘sedute’ in camera iperbarica, le ferite hanno cominciato a guarire. Davvero in pochissimo tempo».
Dal canto proprio, nonostante il terribile spavento, Kendall ha già dichiarato che non appena Phoenix si sarà completamente ripreso, intende proseguire l’addestramento per le squadre ippomontate di search and rescue ed essere a disposizione, con il suo cavallo, ogni volta che ce ne sarà bisogno.