Guerra tra bande: ci rimette il cavallo

Cavalli vittime di una faida. Il fatto risale al 2018, ma le indagini della Dda di Palermo non si sono fermate. Dietro ai cavalli offesi le ‘famiglie’ e una guerra per il traffico di droga

Carabinieri Oristano
Foto d'Archivio, auto dei Carabinieri

Bologna, 23 gennaio 2022 – C’è una guerra di mafia dietro al cavallo ucciso nel 2018 vicino a Palermo. Così come pure dietro al ferimento di un secondo cavallo. Di proprietà della ‘fazione opposta’.

E così Desert, sfortunato Purosangue è morto, in una stalla (volutamente non chiamata scuderia) di Torretta. E al suo vicino di box – del quale non sappiamo neppure il nome – hanno sparato alle gambe.

Immediatamente le forze dell’ordine avevano ipotizzato che l’atto criminoso fosse legato agli ambienti della malavita organizzata. Fosse, in pratica, un atto intimidatorio dimostrativo. Una ritorsione volta a colpire uno dei simboli di maggior prestigio per le ‘famiglie’.

Ora il Dda di Palermo ha emesso 22 misure cautelari tra Carini, Palermo, Isole delle Femmine, Capaci, Terrasini, Borghetto, Enna e Finale Emilia. 8 in carcere, 9 ai domiciliari, 5 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Ci piacerebbe pensare che tutto ciò fosse per l’offesa mortale provocata ai cavalli ma naturalmente i reati che stanno a monte di questi provvedimenti riguardano lo spaccio e il traffico di sostanze stupefacenti. Due gruppi criminali prima ‘amici’ poi nemici capeggiati, ciascuno, dai proprietari dei due cavalli che sono diventate le vittime – vergognose – delle reciproche vendette in una guerra tra clan per il controllo del territorio.

Per la cronaca, gli esecutori materiali di questo scempio non sono ancora stati identificati. Ma le forze dell’ordine non lasceranno certo cadere questa barbarie nel nulla.