Il nostro viaggio alla scoperta del cavallo all’interno mondo della pittura prosegue con “Cavallo bianco al pascolo”, una delle più celebri opere di Giovanni Fattori, realizzata attorno al 1870.
Il pittore
Giovanni Fattori è stato un pittore italiano dell’800. Nato a Livorno, è considerato tra i principali esponenti del movimento dei Macchiaioli. Il movimento si costituisce principalmente in Toscana durante il Risorgimento in opposizione alle Accademie. Svincolati da formalismi accademici, gli artisti del movimento sono così liberi di rendere con immediatezza ciò che l’occhio percepisce nel presente. I pittori di questa corrente seguono infatti la teoria della “macchia”, secondo cui la visione delle forme è creata dalla luce attraverso macchie di colore, distinte, accostate e sovrapposte ad altre.
La corrente pittorica
Fattori all’epoca si mostrava insofferente ai canoni della pittura accademica. Per questo aderì quasi fisiologicamente alla teoria della macchia. Fattori desiderava proprio creare una pittura di ‘impressione’ modulando i volumi e le lontananze non più con il tradizionale chiaroscuro, bensì con la accostamento omogeneo del colore. L’occhio umano è colpito solo dai colori, che con le loro brusche interruzioni descrivono i contorni degli oggetti. Per questo motivo le opere di Fattori non contemplavano l’utilizzo delle linee di contorno. I soggetti di Fattori ritraggono gli aspetti più duri, meno appariscenti e più dolorosi della vita quotidiana. A volte prevale un intento più lirico, a volte più polemico. Molto spesso viene ritratto il cavallo, inteso come compagno di vita, di sostentamento e di sofferenza.
Cavallo bianco al pascolo
Il “Cavallo bianco al pascolo” è una delle opere più celebri di Giovanni Fattori. Il soggetto è un cavallo, simbolo di forza e nobiltà, ritratto da dietro, mentre avanza in un campo. L’ambientazione è appunto un’area apparentemente dimessa, forse un campo di lavoro. Fattori era particolarmente attratto dai soggetti legati alla campagna toscana e al mondo militare, avendo egli stesso partecipato alle guerre risorgimentali. In quest’opera si può apprezzare un uso magistrale della luce: il cavallo è illuminato in modo da risaltare sullo sfondo, creando un forte contrasto. La pittura si caratterizza per un’esecuzione rapida ed essenziale, con pennellate che alludono ai dettagli senza definirli pienamente, in linea con la teoria della “macchia”. Questa spontaneità e vivacità visiva conferivano alle opere una modernità sorprendente per l’epoca.