Equidi selvaggi: minatori e giardinieri del deserto

Dalla notte dei tempi scavano pozzi per trovare e conservare l’acqua nei luoghi più inospitali della terra. È così che sono sopravvissuti e posso contribuire a trasformare i deserti in giardini

Asini 'al lavoro'... ©Petra Kaczensky

Bologna, 17 novembre 2021 – È opinione di molti che gli animali selvaggi, il più delle volte, siano dannosi per il territorio in cui vivono. Calpestano e mangiano, danneggiando la vegetazione che stenta poi a ricostituirsi.

Eppure… Ci sono casi in cui è vero l’esatto opposto.

Secondo alcune ricerche pubblicate su Science e condotte da Erick Lundgren, Arian Wallach e Daniel Ramp dell’Università di Sydney, asini e cavalli selvaggi per esempio, potrebbero essere una risposta efficace rispetto alla desertificazione di alcune aree. In pratica potrebbero migliorare i luoghi in cui vivono e non rovinarli.

L’ipotesi da cui parte la ricerca dell’università australiana prende il via da una banale osservazione empirica. Ci sono aree totalmente desertiche in cui vivo branchi di cavalli e asini selvaggi. Animali cioè che nel deserto, in assenza d’acqua, non dovrebbero esserci.

Posto che l’adattamento della specie possa aver ridotto al minimo il fabbisogno di acqua, quella poca che serve, dove la trovano?

La risposta ha dell’incredibile: scavano dei pozzi.

Non si pensi ai pozzi che potrebbe scavare l’uomo con l’ausilio di macchine e trivelle. Quelli, nel deserto, a dire il vero stentiamo a scavarli perfino noi…

Si tratta bensì di buche profonde, scavate con poderose zoccolate, capaci di rompere la crosta più dura superficiale e ‘spalare’ sabbia fino a discrete profondità.

Queste buche hanno la funzione di raccogliere e custodire l’acqua della stagione delle piogge o presente nel terreno, rendendo disponibile l’abbeverata minima quando l’acqua inizia a scarseggiare.

Abbeverata di cui beneficiano, secondo gli studiosi australiani, ben altre 57 specie tra volatili ed erbivori.

 

La cura del verde…

Se già questa attività da scavatori desta stupore, provate ora a immaginare asini e cavalli servaggi nelle vesti di abili giardinieri…

Sì perché sempre secondo il pool di studiosi, è stato osservato che una volta che questi pozzi-riserve d’acqua si asciugano possono diventare, nell’ordine, fresche tane per piccoli animali e quindi luogo favorevole per la crescita d nuova vegetazione.

Certo, magari non fiorenti cespugli verdi, ma nel deserto, anche un semplice arbusto ha il suo perché.

Ma quanto può essere profondo un pozzo scavato da un cavallo?

Nel Queensland, sempre in Australia, è stato osservato che i brumbies, i cavalli selvaggi di quelle zone, arrivano a scavare pozzi profondi come loro per trovare acqua.

Un’abilità forgiata dalla necessità di sopravvivere estremamente efficace che ha portato gli equidi (ma non solo) fino ai giorni nostri anche in territori veramente inospitali.

Per leggere (il testo è in inglese) l’intero studio pubblicato CLICCA QUI