Caldo, c’è caldo: non è un segreto, lo sapete già.
E sapete anche cosa fare per il benessere del vostro cavallo, se siete proprietari/cavalieri/amazzoni responsabili: è ovvio, anche se non ci stanchiamo mai di ricordare i ‘fondamentali’ di questa scienza così importante, della quale gli steward ai concorsi sono i guardiani.
Anche e soprattutto di questi tempi, estivi e bollenti, dove attenzione e cura devono essere sempre al massimo.
E giusto per non tralasciare nulla, condividiamo con voi una intervista fatta qualche tempo fa a Barbara Carlon, una cara amica di Cavallo Magazine: buona lettura!
Amazzone di ottimo livello sin da ragazzina, istruttore federale, steward e ufficiale di gara ai concorsi più importanti in tutto il mondo: Barbara Carlon, Bambi per gli amici, è tutto questo.
Poi è anche persona squisita e gentile, oltre che profondamente innamorata dei cavalli: da lei ci siamo fatti raccontare quali sono i compiti degli steward, le sentinelle del benessere equino in gara.
«Uno di noi deve sempre essere presente nelle scuderie: è il posto dove vedi meglio come sono trattati i cavalli. Abbiamo cura che abbiano sempre acqua, che i beverini siano puliti e funzionino a dovere, siamo lì alle 6 di mattina e controlliamo che massimo alle 7 abbiano già mangiato tutti, che abbiano la lettiera fatta bene, ma l’acqua è davvero la preoccupazione principale. Poi ovviamente controlliamo non siano commesse irregolarità, se ci sono fasciature che coprono la corona guardiamo non ci siano sotto cose strane. Ma anche che una coperta magnetica non si sposti e dia fastidio se il groom va fuori con il cavallo che salta e non può seguire quello che rimane in scuderia».
Quindi siete un aiuto in più per i cavalli, alla fine.
«Certamente, facciamo anche assistenza: devi dare una mano, non solamente controllare. Passando ad ogni concorso 12 ore al giorno in scuderia finisce che i groom li conosci tutti. Poi certo, siamo attenti a far rispettare le prescrizioni: dal non fumare in scuderia, al fermare il cavallo di chi sta montando arrabbiato, usa troppo il frustino o magari ha il cavallo ansimante, coperto di schiuma, lo strappona in bocca: per fortuna però capita raramente».
Cose che vi capita frequentemente di osservare?
«Chiudibocca troppo stretti: devono passarci due dita, altrimenti il cavallo fa più fatica a respirare e specialmente con il caldo è molto importante sia regolato bene. Le piccole ferite che i cavalli spesso si procurano anche lavorando in campo prova, magari perché si sono raggiunti coi posteriori: quando ce ne accorgiamo avvertiamo il cavaliere o l’amazzone, se occorre chiamiamo il veterinario: il nostro primo compito è proprio questo, aiutare i cavalieri e i groom perchè riescano a tener bene i loro cavalli».
E se qualcuno fa il furbetto?
«Chiamiamo il Presidente di giuria, che ha l’autorità per comminare la giusta sanzione . Il nostro obiettivo principale comunque è proprio il benessere del cavallo: le scuderie di un concorso per quei pochi giorni di gara sono la casa del cavallo, e lui lì deve stare bene».
Un lavoro difficile il vostro?
«No, perché il clima generalmente è collaborativo: la maggior parte dei groom sono bravissimi, tengono ai loro cavalli e sanno che possiamo aiutarli a farli stare meglio. Poi è bello vedere quei grandi cavalieri che vogliono così evidentemente bene alle loro monte: Marcus Ehning, Ludger Beerbaum, Scott Brash tanto per fare alcuni esempi».
Pensi ai concorsi di 10 anni fa: le cose sono migliorate o peggiorate?
«Sicuramente migliorate: una volta certi cavalli se dovevi controllare i paranocche ti ammazzavano, adesso forse ogni tanto trovi uno stallone che fa storie, ma non è certo la regola: è molto migliorata la gestione dei cavalli, che infatti sono molto più buoni e sereni da terra».
C’è qualcosa di migliorabile?
«Le regole sul benessere dei cavalli sportivi sono ben fatte, basta farle osservare. Si potrebbe lavorare sulla visita veterinaria: c’è sempre un po’ di confusione, è il primo giorno e i cavalli sono carichi, eccitati, ancora freschi. Bisognerebbe studiare un sistema per evitare problemi al controllo dei microchip, della osservazione per il fit-to-compete e le vaccinazioni: in Olanda ad esempio abbiamo istituito dei turni per numeri di testiera, con scansione dei vari gruppi e tenendo gli stalloni alla fine, lontani dalle femmine. Ha funzionato bene, si potrebbe pensare di replicarlo in modo sistematico».
Un modo in più per dare una mano a far stare meglio gli atleti cavalli: come fanno gli steward.