Quel 30% in più registrato in tutti i numeri del Salone del Cavallo Americano edizione 2025, dall’adesione degli espositori nazionali e soprattutto internazionali, alle iscrizioni in gara per tutti gli sport in programma a partire dal ricchissimo Futurity Europeo di reining, si è puntualmente ripresentato con l’ottimo riscontro del pubblico nelle cifre conclusive della manifestazione, che ha contato 40mila visitatori contro i 34mila dello scorso anno e 1500 biglietti venduti per la finalissima del reining.
E se si pensa che l’edizione 2024 aveva già registrato un secco 40% in più rispetto alla movimentazione economica del 2023, considerabile l’ultimo anno ancora in parte affetto dal disastro Covid; ma anche un ben più significativo 20% in più rispetto all’ultima grande kermesse pre-pandemia, quella del 2019, si comprende facilmente a quale velocità questo evento stia entrando in profondità sia nel gradimento degli addetti ai lavori sia in quello del grande pubblico.
L’indotto sull’economia cittadina quantificato nel 2024 in circa 3 milioni di euro, e in almeno 2500 ospiti arrivati a Cremona da tutta la Penisola e accolti nelle strutture recettive della città, ha raggiunto quest’anno i 3,7 milioni di euro e le 3000 persone ospitate.
Per gli appassionati di sport, in scena su 6 diversi campi con ben 3500 posti in tribuna, 850 cavalli appartenenti alle tre razze ufficiali americane (Quarter Horse, Paint Horse e Appaloosa) e oltre 1200 cavalieri e amazzoni in lizza per una serie di titoli prestigiosissimi di tre fra le principali discipline dell’equitazione americana in Europa: reining, cutting e team penning. A queste si sono aggiunte due divertenti specialità tra le più nuove nel panorama equestre: il Cowboy Shooting Speed e l’Hobby Horse.
E vediamo dunque quali sono i nomi dei “migliori” in questa grandissima edizione che ha visto un livello tecnico molto vicino, e in alcuni casi uguale, all’eccellenza mondiale assoluta.
Un nome una promessa. Fappani, missione compiuta
Aveva detto che tornava a gareggiare in Europa dopo ben 19 anni di assenza dalle nostre arene perché sapeva di avere il puledro di 4 anni giusto per poter essere competitivo al ricco NRHA European Futurity, e ne ha vinto in scioltezza la divisione massima (level 4 open) nonostante la concorrenza più che agguerrita di molti top riders del Vecchio Continente. Andrea Fappani, italiano che ha trovato la sua fortuna di cavaliere negli States dove si era trasferito giovanissimo nell’ormai lontano 1997, è attualmente il reiner numero uno al mondo con il suo bagaglio di milioni vinti in gara che lo colloca solo e per ora imprendibile sul trono di 9 Million Dollar Rider, il primo nella storia della disciplina.

A Cremona, ha fatto esattamente quello che ci si aspettava da lui: un go-round moderato – almeno per quelli che sono i suoi standard – dove ha risparmiato le forze del suo cavallo in vista della finalissima open di sabato sera, e una finale rischiata quanto basta per staccare di un punto e mezzo il secondo classificato, il famoso cavaliere belga, già Campione del Mondo Fei, Bernard Fonck.
Peccato per l’incidente di percorso del romagnolo Manuel Cortesi, considerato anche da Fappani l’uomo da battere in questa circostanza, che non è riuscito a entrare in finale. Le aspettative sulle sue prestazioni erano diventate esponenziali in vista del duello con il campionissimo italo-americano, e va anche tenuto conto del fatto che Manuel nel momento in cui ha corso il go eliminatorio era diventato papà da 5 giorni.
Più che umano che il mix di pressione ed emozioni tra vita privata e palco del reining gli abbiano forse fatto perdere un po’ della sua proverbiale freddezza e lucidità in gara. E poi il reining richiede anche una buona percentuale di fortuna, e può sempre arrivare il momento in cui la Dea bendata volta le spalle.
Davanti a un pubblico che ha affollato le tribune dell’eliminatoria come mai prima d’ora (lo stesso campione si è detto piacevolmente stupito e ha dichiarato di non aver mai visto tanta gente sugli spalti per un primo go-round, nemmeno negli Usa), e che ha letteralmente “murato” quelle della finale, Fappani e il suo solido stallone Hosss hanno vinto con uno score di 225,5 e un go mozzafiato. Arrivato anche lui dagli Usa solo una settimana prima e appositamente per questa gara, Hosss è figlio di un famoso riproduttore europeo, Colonels Shining Gun, e di Brennas Dream, è di proprietà Nancy Wheeler e Jimmy Nichols ed è stato allevato da Lauren Booth. Essendo uno stallone di razza Paint Horse ha vinto anche l’aggiuntivo trofeo Chrome Cash Incentive L4.
I Champions dell’EuroFuturity
Con sabato sera, il reining ha concluso tutte le competizioni: ed ecco gli altri Champions dell’EuroFuturity.
Per la divisione open, vincitori sia del level 3 che del 2 sono Dolly Face Whiz e Angelo Benedusi, mentre il level 1 va a Oak Fashion Face esibito da Daniel Moro. Per quanto riguarda invece i non professionisti, sbaraglia il level 4 la coppia Ss Gunnafreezeya/Anna-Maria Zehetbauer, giovane amazzone che non pare voler arrestare la sua corsa al successo. Il level 3 va a Pp Hurricane Ruf con Luca Piolanti e sia il 2 che l’1 a Carmela Natale con Chocolate Inthe Nite.
La parola al campione
A vittoria appena ottenuta Andrea Fappani ha dichiarato: «Ho visto Eleuterio Arcese (il noto imprenditore dei trasporti e storico allevatore di Quarter Horse da reining che è anche nella Hall of Fame della disciplina, è main sponsor del progetto Futurity Europeo, ndr) e tutti gli sponsor europei investire sempre più denaro in questo show. Con un cavallo così forte e costante sapevo che avrei potuto farcela, anche se non è mai un’impresa facile per un puledro di 4 anni». Durante la qualificazione Hoss si era già comportato molto bene chiudendo come go-round leader e adattandosi al di là delle migliori aspettative alle dimensioni dell’arena, inferiori a quelle dei grandi campi gara americani cui è abituato: «Stasera siamo entrati in azione e sapevo che dovevamo provarci. Sapevo che Hosss aveva manovre abbastanza potenti da farsi avanti e portare a termine la gara, ma non posso dire di aver giocato sul sicuro: i rischi ci sono stati quindi sono davvero felicissimo di come è andata. Questa vittoria, qui in Italia, per me è davvero incredibile».
Reiner, penner e il piacere della festa
Tra i camei che riguardano la presenza del campionissimo Andrea Fappani a Cremona ce ne sono due davvero carini. Venerdì pomeriggio Andrea, che aveva dichiarato come questo suo ritorno in patria, tra l’altro a una manciata di chilometri dal paese della bergamasca dove è nato, sarebbe anche stato l’occasione per ritrovare tanti amici dopo anni, ha accettato una sfida organizzata in maniera del tutto estemporanea dai cavalieri del team penning presenti in fiera per le loro gare: una “reiners in the pen” che ha entusiasmato e fatto divertire tutti quanti.

Si sono sfidate sei squadre, composte ognuna da due reiners e un penner professionisti, con la complicazione che ai cavalieri del reining – i quali avrebbero avuto il giorno dopo la loro finalissima – si dovevano fornire cavalli capaci ma anche decisamente sicuri. Tra gli altri “scivolatori” alle prese con i vitelli, tutti di ottimo livello, anche Francesco Barbagli, vincitore dell’EuroFuturity Open 2024. Fappani, che si era già messo alla prova in Usa in alcune gare con la mandria ma mai nel Team Penning… ha vinto anche qui! Per dare a Cesare quello che è di Cesare, era in squadra con Enrico Sciulli, reiner che ha tanto Team Penning nel suo passato agonistico, e con un penner di ottimo calibro come Pietro Tuberga. Per loro 6 vitelli portati a destinazione nell’ottimo tempo di 74:13.
La star e il parareining
E poi c’è il grande Fappani che premia il Derby di Parareining. I ragazzi speciali della disciplina lo hanno disputato venerdì mattina: 10 binomi in gara di cui sette con disabilità fisica e tre con disabilità cognitiva. Una competizione internazionale valida per le qualificazioni ai Mondiali che si disputeranno a Ginevra all’inizio di luglio.

Le due vincitrici, Martina Panizza per la categoria level riservata ai paratleti con disabilità fisica (sul podio con un punteggio di tutto rispetto, 218,5) e Sara Borgonovo per la open, la categoria dei cognitivi, si sono viste consegnare il trofeo nientemeno che dal reiner che più ha vinto nella storia della disciplina e nel mondo. Un ricordo bellissimo per queste ragazze, forse anche più importante che non la vittoria in sé. Martina e Sara saranno dunque presto in viaggio per Ginevra insieme ai loro compagni di avventura Marco Tanzi e Paolo Pettena, con un quartetto di ottimi cavalli prestati per l’occasione da allevatori di prima fascia dell’ambiente. Al loro fianco il coach di sempre, il responsabile Fise per il Parareining Alessandro Pavoni.
Fonte: comunicato stampa