Bologna, sabato 28 settembre 2024 – Mauro Perucchini era una persona di famiglia. Non della famiglia di qualcuno, no: della famiglia di tutti. Di tutti, nel mondo dello sport equestre e del salto ostacoli in particolare. Direttore di campo: questo il suo ruolo e la sua professione… Bravo, apprezzato, capace: basterebbe questa considerazione per delineare il valore di Mauro. Ma in realtà ciò che lo ha valorizzato al massimo e al meglio nei suoi 57 anni di vita (nato il 15 luglio del 1967) non sono state le pur eccellenti qualità professionali bensì quelle di persona. Di essere umano. Di uomo, insomma. Mauro era buono, gentile, disponibile, collaborativo, pacato, infaticabile: sì, sembra la classica retorica… ma chiunque l’abbia conosciuto sa benissimo che lui era esattamente così. Mauro era questo. Alto, grande, grosso, forte: caratteristiche fisiche che unitamente a quelle del suo carattere e della sua personalità lo rendevano la tipica persona alla quale affidarsi per essere in sicurezza. E poi questa notte è successo: così, all’improvviso… Mauro: uno di noi.
C’era una certa aria di inevitabilità nella vittoria di Ryan Moore nel Longines International Jockeys' Championship, ieri all'ippodromo di Happy Valley a Hong Kong, il fuoriclasse inglese scrive per la terza volta il suo nome nell’albo d’oro del prestigioso torneo.























