Sara del Fabbro, professione jockette

La professione di jockette è molto dura per una donna, inutile negarlo: ma Sara del Fabbro, caparbia bergamasca, non è ragazza da lasciarsi scoraggiare

Sara del Fabbro, professione jockette, in una foto dal suo profilo Facebook
Milano, 10 gennaio 2022 – Le ultime due donne-fantine di grande rilievo nel galoppo italiano – Jacqueline Freda (che vinse anche una classifica nazionale) e Maria Sacco – risalgono ai decenni scorsi.
Da allora di tanto in tanto è apparsa una cometa ma la professione è molto dura per una donna, inutile negarlo.
Fino a quando non è apparsa all’orizzonte una nuova, combattiva jockette (femminile di jockey): Sara del Fabbro.
Nel 2022 ha vinto 30 corse, un’ottima performance considerando che la ragazza viene ingaggiata ancora con qualche residua diffidenza di qualche allenatore.
“Ma sono soddisfatta così – ci dice – Il 2022 è stato un anno molto importante per me”.
Eppure il 7 settembre, a Milano, fu coinvolta in una caduta fratturandosi una clavicola (“Ho una placca e sei viti”) ma bagnò il suo rientro due mesi dopo nella maniera più clamorosa: vincendo a Milano addirittura quattro corse (un altro exploit, a Firenze, la vide vincere tre corse in una giornata).
24 anni a luglio, bergamasca, Sara è una sportiva a tutto tondo (ama anche l’arrampicata e il surf).
Ma i cavalli sono sempre stato la prima passione.
Iniziò con i pony, un classico, ma il bello doveva ancora venire: il cavallo come professione.
Mancando corsi di avviamento per allievi fantini in Italia (Ministero dove sei?) Sara Del Fabbro ha preso il coraggio a quattro mani ed è andata a prendere la patente di allieva fantina in Inghilterra.
“Ho frequentato la British Racing School – ci dice – e ho debuttato a Yarmouth il 17 luglio del 2018. Sullo stesso ippodromo alla seconda corsa ho vinto con un cavallo dell’allenatore Michel Bell presso il quale lavoravo”.
Dalla Nuova Scozia all’Italia, ora a Cenaia agli ordini di Stefano Botti.
“Mi trovo molto bene – ci dice – La scuderia ha una grande organizzazione. Lavorando lì si può soltanto migliorare. E poi mi stanno dando fiducia. E questo è molto importante”.
Come potrebbe essere diversamente? Stefano Botti ci vede lungo e non possono essergli sfuggiti, ad esempio, i tre successi a seguire che Sara ha ottenuto in sella alla velocista Beautiful Cindy.
Per arrivare ai numeri della Freda e della Sacco la strada è lunga ma lei ce la sta mettendo tutta.
Cenaia è una località isolata e comunque non è una città. Sara Del Fabbro vive nei paraggi del centro di allenamento.
Quando non ci sono le corse come passa le sue giornate questa ragazza di neppure 24 anni?
“Al mattino sono molto presto in scuderia: lavoro, lavoro, lavoro. Il pomeriggio, quando non ci sono le corse, che tuttavia mi occupano per molti giorni alla settimana, mi piace leggere e frequentare qualcuna delle palestre che sono a Pisa”.
Per concludere una domanda d’obbligo: un modello fra i colleghi?
“Ho sempre ammirato Mirko Demuro (da tempo lavora in Giappone – ndr). Lo considero un autentico campione per classe, intelligenza, tratto umano”.
di Renzo Castelli
E da Rete55 una bella video-intervista di Filippo Brusa a Sara del Fabbro, di professione jockette.