I cavalli aiutano: ti porto in carrozza

Al Dunia Ranch di Pietrasanta, la prima edizione di un progetto sostenuto da comuni e Asl. L’ippoterapia ‘sale’ in carrozza

Gli amici del Dunia con il presidente Mario Giunti ©La Nazione

Bologna, 25 marzo 2021 – I benefici del rapporto con i cavalli sono noti da tempo e si basano su una speciale alchimia fatta di empatia ed emozioni.

Questa esplosione di sensazioni è considerata un toccasana anche per quelle persone con difficoltà di vario genere, sia fisiche che mentali. Come se la forza dirompente e la complicità di questi magnifici animali aiutasse a tirar fuori delle qualità in grado di favorire la riabilitazione e l’autostima del soggetto.

È su questi principi che si basa la prima edizione del progetto “Ti porto in carrozza“, ideato dal Dunia Ranch di Pietrasanta, con il patrocinio dei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Seravezza oltre al sostegno dell’Asl.

L’associazione, abilitata come scuola federale degli sport equestri (Fise), ha confezionato il progetto forte dei suoi 25 anni di storia dedicata ai cavalli e ai pony, di uno staff di una decina di persone e una squadra composta da 30 soci e 100 tesserati (dai 3 ai 20 anni). Una realtà immersa in un paradiso di 14mila metri quadri con due campi di allenamento, 40 box e 2mila metri quadri di paddock.

 

Il progetto

“Ti porto in carrozza” durerà almeno sei mesi e come detto è un progetto di riabilitazione equestre che prevede l’avvicinamento e la conoscenza dei cavalli e l’insegnamento della disciplina ai disabili dai 6 anni in su.

«Questo – spiega il presidente del Dunia Mario Giunti, ideatore del progetto – è tra gli sport considerati più sicuri dal Ministero della sanità alla luce dell’emergenza Covid. In questi 25 anni di attività abbiamo ricevuto molto dal territorio, diventando un polo attrattivo a livello ludico-agonistico. Per questo la mia idea è di dare una mano ai meno fortunati. Ho contattato l’istruttore Fortunato Buffoni, concordando come metodologia l’impiego delle carrozze paralimpiche, in linea con la missione di sport integrato dal risvolto sociale».

Giunti, nel ringraziare gli assessori all’associazionismo Andrea Cosci (Pietrasanta), Simona Seveso (Forte) e Giacomo Genovesi (Seravezza), ricorda che l’ippoterapia e la riabilitazione equestre sono interventi terapeutici formidabili.

 

Una riabilitazione taylor-made

L’obiettivo è dare la possibilità, a questi soggetti, di portare avanti un programma riabilitativo personalizzato, rieducativo e di integrazione sociale. Monitorato e verificato periodicamente da figure specifiche.

I partecipanti vengono individuati dai comuni e dall’Asl e saliranno a bordo di carrozze a due o quattro ruote. Il tutto alla presenza del guidatore e di uno o più navigatori, meglio noti come “groom“.

Il progetto è rivolto principalmente a disabili con problemi di neuromotoria, psichici e cognitivi. Ma è un valido strumento rieducativo anche per soggetti con disagio sociale. Inoltre è previsto l’impiego di esemplari del “cavallino di Monterufoli“, razza autoctona tipica toscana nota per la sua indole docile. Con un pensiero rivolto a Issa Ouedraogo, storico “groom“ originario del Burkina Faso scomparso nel 2020 dopo 21 anni trascorsi al Dunia. A lui è stato intitolato un campo di allenamento con un’apposita targa.

 

©La Nazione/Daniele Masseglia