Lalla Novo: ripensiamo il nostro futuro

Una serie di riflessioni sull’oggi e sul domani da parte di una donna alla quale il mondo dello sport equestre non oppone più alcun segreto

Lalla Novo (ph. UM)

Bologna, mercoledì 20 maggio 2020 – Quale Lalla Novo? L’amazzone che ha trionfato in Coppa delle Nazioni a Nizza, Roma, Aquisgrana, Londra? L’unica donna a essere stata capo équipe della squadra azzurra seniores di salto ostacoli? La consigliera federale? La presidentessa del comitato regionale Fise del Piemonte? La giudice internazionale presidentessa di giuria dello Csio di Roma? La proprietaria di cavalli di alto livello internazionale? La veterinaria? L’allevatrice? L’organizzatrice di alcuni tra i più importanti concorsi ippici nazionali e internazionali d’Italia? Ma soprattutto l’anima e il cuore e lo spirito che stanno dentro il meraviglioso Centro Ippico Le Siepi di Cervia? Lalla Novo è tutto questo: il suo pensiero è dunque filtrato da un’esperienza che ha davvero pochi eguali all’interno del mondo dello sport equestre.

Anche Le Siepi avrà sofferto durante questo tremendo periodo di pandemia…

«Io credo che tutti gli organizzatori di manifestazioni agonistiche abbiano sofferto enormemente durante questo periodo. Molto banalmente, alla fine dell’anno si programma l’anno successivo facendo anche tutti quegli investimenti che servono per migliorare… i collaboratori vanno coinvolti per tempo… Solo che quest’anno ci siamo fermati a febbraio! Ovvio che si generi una situazione di crisi, e di conseguenza anche problemi di carattere umano da risolvere».

La crisi poi genererà problemi nella ripartenza…

«Ma sicuro. Nessuno di noi certo pensa che una volta finito il periodo di quarantena si gira la chiave e tutto riparte come prima. Nulla sarà più come prima».

Secondo lei gli effetti di questa crisi in che termini si avvertiranno maggiormente?

«Beh, economicamente parlando in modo molto forte, ma questo è scontato. Oltre a ciò credo che l’incertezza e l’inquietudine che questo periodo ha disseminato a piene mani in tutti noi si riverseranno di certo su quella quota di spensieratezza e di entusiasmo che è componente fondamentale del nostro sport».

Prima ha detto che secondo lei nulla sarà più come prima…

«Ritengo che sarà necessario rivedere definitivamente certi parametri perché tutti dovremo… giocare più in basso, diciamo. Sia dal punto di vista economico, sia organizzativo, sia tecnico».

In che senso tecnico?

«Nel senso che non ci sono più traguardi sportivi e agonistici immediati e impegnativi come le Olimpiadi e tutti i Campionati d’Europa, quelli giovanili come pure quelli seniores: sono saltati tutti, non c’è quindi più la necessità di avere risultati né quella di far fronte a determinati impegni. Bisognerà quindi dare un ridimensionamento a tutti i livelli, anche sui costi. E tutti dovranno collaborare cercando di adeguarsi a questa realtà senza pretese esagerate».

Il che forse potrebbe essere anche qualcosa di utile…

«La cosa importante, direi fondamentale, sarà riuscire a far coincidere due interessi: fare uno sport agonistico a un certo costo, e nello stesso tempo manifestazioni in cui il professionista ricavi il giusto introito che gli serve per gestire la sua attività. Dovremo bilanciare molto bene questa situazione: e la bilancia non dovrà pendere di più da una parte o dall’altra. Ci vorrà un grosso sforzo di pensiero e di organizzazione per fare in modo che ciascuno possa trovare non dico la sua convenienza, ma quanto meno la possibilità di continuare nella sua attività. Questa è la cosa più difficile da realizzare tra tutte quelle che ci attendono».

E sarà un’impellenza urgente perché quando si ripartirà il calendario agonistico si presenterà devastato…

«Infatti: i cavalieri di prima categoria non avranno le grandi manifestazioni, che sono state praticamente tutte annullate, ma i loro costi sono rimasti gli stessi… ».

Per non parlare poi dei commercianti di cavalli!

«Ah, certo! Loro vivono sull’entusiasmo dei ragazzi, dei genitori, degli sponsor, ovviamente dei cavalieri… È proprio questo ciò che mi preoccupa moltissimo: dobbiamo fare un grosso sforzo per permettere a tutti di continuare facendo coincidere la soddisfazione degli interessi. Perché questa situazione finirà: e dobbiamo ripartire bene… Dobbiamo pensare a un modo nuovo: e ognuno dovrà metterci del suo».

Solo che ancora non si sa quando potrà riprendere l’attività agonistica in Italia.

«Esatto e questo è il problema più grave! Non abbiamo una data. Siamo stati completamente dimenticati dall’ultimo Dpcm. Eppure lo sport equestre è stato considerato a rischio quasi zero, siamo all’aria aperta con una grande facilità di mantenere i giusti distanziamenti tra le persone e rischiamo di riaprire l’attività agonistica assieme a quella dei… teatri! È una cosa senza logica, talmente senza logica che secondo me se ne sono semplicemente dimenticati… Hanno fissato una data per tutti: per i parrucchieri, per i bar, per i barbieri… per noi no! Ripeto: è talmente assurdo che me lo spiego solo come una pura e semplice dimenticanza».

E quindi la Lalla Novo organizzatrice di eventi agonistici cosa pensa di fare per l’immediato futuro?

«Un futuro molto immediato, parliamo di sabato e domenica di questo fine settimana che sta per arrivare. Ho pensato di aprire il campo gara delle Siepi in affitto per i cavalieri che vogliono riprendere ad allenarsi, a tutti i livelli. Non parlo di gare, ovviamente, né di concorsi né di nulla che sia previsto dai regolamenti Fise che disciplinano l’attività agonistica. Ed è un’idea che mi è venuta anche a seguito delle tante richieste che mi sono pervenute. E non è un’idea solo mia, intendiamoci: credo che la stessa cosa accadrà anche in altre zone d’Italia, perché l’esigenza da parte dei cavalieri è forte».

Dunque un’offerta nei confronti di qualunque tipo di necessità?

«Sì. Pensiamo per esempio ai cavalli giovani: hanno perso una stagione intera… dobbiamo fargli fare qualcosa, altrimenti quando ripartirà la stagione agonistica saranno bloccati! Credo che questo fine settimana quattro o cinque impianti partiranno con questa soluzione: è un modo intelligente per riaprire gli impianti e per permettere ai cavalli e ai cavalieri di riprendere l’attività».

Come immagina il 2021?

«Mi auguro che possa essere quasi… normale. Certo, ci arriveremo dopo aver preso tutti una bella botta, indistintamente. Però dalle telefonate che ricevo, dalle conversazioni che faccio, da quello che leggo… risulta evidente che c’è una gran voglia di ricominciare. Dunque per arrivare bene al 2021 bisogna prima fare al meglio possibile quello che manca del 2020».

Quindi?

«Quello che bisogna assolutamente evitare è che cali l’entusiasmo nei confronti dello sport. Dobbiamo creare traguardi e obiettivi sull’autunno e sull’inverno. Se diamo alla gente la possibilità di pensare che… ah, tanto quest’anno non c’è niente da fare, beh… sarebbe un disastro. No, dobbiamo impegnarci assolutamente perché in autunno e in inverno ci siano nuove e forti motivazioni. Bisogna inventarsi qualcosa… ed esserne tutti consapevoli. Con uno sforzo da parte di tutti. Si ripartirà bene se tutti mettono qualcosa del loro, la Fise in primis, ma poi i comitati organizzatori, i cavalieri, i professionisti, gli addetti ai lavori… tutti devono mettere forza, entusiasmo voglia. Dopo tutto alla base della vita di tutti noi nel mondo di questo sport c’è la passione».