Il Museo delle carrozze d’epoca di Codroipo a Villa Kechler

44 attacchi d’epoca custoditi dove nacque uno dei più bei cavalieri del periodo tra le due guerre mondiali: Carlo Kechler

Museo delle Carrozze d'epoca di Villa Kechler, foto Elio e Stefano Ciol

Udine, 21 maggio 2020 – Agli attacchi non resisto: quelli a redini lunghe intendo, mica mi riferivo ad assalti e battaglie varie.

Perché non c’è nulla come una carrozza, un landau, un biroccino o una pistoiese qualunque per riunire assieme e legare stretti cavalli, uomini, vita, tradizione, storia, genio, inventiva, tecnica e bellezza.

Attaccare vuol dire riuscire a utilizzare la forza del cavallo con tatto e delicatezza, tutto è un equilibrio solido e delicato allo stesso tempo che richiede applicazione.

Era qualcosa di così prezioso, ai tempi in cui era indispensabile muoversi e muovere le cose a quel modo, da essere sempre realizzato nel modo più accurato ed elegante possibile: figuriamoci poi quando si trattava di attacchi prestigiosi come quelli conservati nel Museo Civico delle Carrozze d’Epoca di Codroipo, in provincia di Udine.

Custodisce 44 splendidi legni che sono stati restaurati in modo funzionale, così da poter riprendere la strada in qualunque momento con tutti i loro finimenti e accessori: mancano solo i cavalli, e passeggeri eleganti per dare vita a tanto splendore.

Carlo Kechler su Coclite, per gentile concessione di Tiziano Bedonni

Per finire bisogna notare anche lo spazio in cui è stato allestito il museo: si tratta della barchessa di Villa Kechler, appartenuta alla famiglia di Carlo Kechler (1900-1965)

Ai nostri giorni è un nome ormai quasi dimenticato, ma a chi interessa almeno un poco la storia degli sport equestri viene voglia di alzarsi in piedi e far garrire il tricolore: che tra gli anni venti e trenta del secolo scorso Carlo Kechler era probabilmente il cavaliere più bello da vedere sui percorsi di salto ostacoli, quello che più perfettamente incarnava lo spirito della scuola caprilliana di cui era ritenuto l’allievo modello.

 

Il suo cavallo più famoso fu Coclite, con cui vinse Gran Premi a Vienna, Aquisgrana, Amsterdam e Roma; per lui l’equitazione era «poesia perché è finezza e sensibilità, musica perché è ritmo e armonia».

Due parole semplici semplici, “ritmo e armonia”, così difficili da mettere in pratica in sella.

Negli anni ’50/’60 partecipò come caratterista a diversi film impersonando quello che era nella realtà: una figura nobile, fine, spaesata nel tempo che toccava vivere.

Se passate ad ammirare le belle carrozze di Codroipo ricordatevi anche di lui: era davvero un signor cavaliere.

Museo Civico delle Carrozze d’Epoca – Via San Pietro 6, San Martino di Codroipo (UD)

P.s. Ringrazio di cuore Tiziano Bedonni, che mi ha segnalato l’errata attribuzione di una immagine di Forquet come quella di Kochler: ho rimediato, inserendo quella corretta tratta dal suo archivio e utilizzata in “Gente di cavalli” (Equiliber)