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Home | Sport | Salto ostacoli | Verso Rotterdam: Duccio Bartalucci, Lorenzo de Luca non ci sarà!

Verso Rotterdam: Duccio Bartalucci, Lorenzo de Luca non ci sarà!

Il fuoriclasse azzurro, il numero uno dei cavalieri italiani nella computer list mondiale, non parteciperà al Campionato d’Europa: il suo Ensor de Litrange ha un problema fisico non grave ma tale da non consentirne l’impiego…

25 Ottobre 2019
di Umberto Martuscelli

Bologna, venerdì 16 agosto 2019 – La notizia è di quelle difficili da accettare: Lorenzo de Luca, il nostro favoloso Lorenzo de Luca, non parteciperà al Campionato d’Europa di Rotterdam a causa di un problema fisico del suo formidabile Ensor de Litrange. Niente di grave e di irrisolvibile: ma sufficiente ad escluderne l’impiego in Olanda. Lo spiega il selezionatore azzurro Duccio Bartalucci.

«Oggi avevamo un controllo finale sulla situazione di monitoraggio che era iniziata durante lo Csio di Dublino sul cavallo Ensor de Litrange. Avevamo delle criticità che si erano manifestate su un piede: sembravano risolte, nel senso che c’è stato un notevole miglioramento nei giorni scorsi. Oggi alla presenza del veterinario federale Ugo Carrozzo il cavallo ha fatto una prova di salto impegnativa che sarebbe servita anche come ultimo allenamento prima del Campionato d’Europa: anche ieri Ensor aveva fatto un training leggero di salto. Questa mattina il cavallo era a posto, lo ha visto anche il veterinario belga che lo segue abitualmente, anche fino a poco prima del lavoro era tutto ok, ma purtroppo dopo aver saltato un certo numero di ostacoli impegnativi il problema si è manifestato nuovamente. E così a malincuore abbiamo dovuto prendere la decisione finale: che è quella di non utilizzare Lorenzo de Luca con Ensor de Litrange per il Campionato d’Europa».

Un colpo duro per la nostra squadra…

«È una perdita importante perché, inutile nasconderlo, cavallo e cavaliere sono quelli che hanno un background sportivo consolidato nel tempo di grandissimo spessore e quindi erano il punto di forza della squadra, però quello che ci siamo detti anche con gli altri cavalieri è che comunque dobbiamo avere uno spirito positivo: siamo comunque una squadra forte. Però dobbiamo partire da casa senza patemi d’animo e senza incertezze: non si può affrontare un impegno del genere e così importante con un cavallo sul quale c’è un punto di domanda, questo è ovvio, anche se questo cavallo è Ensor e il suo cavaliere è Lorenzo de Luca».

Quindi a questo punto deve subentrare un altro binomio nella formazione azzurra in partenza per l’Olanda.

«Sì: subentra Massimo Grossato con Lazzaro delle Schiave».

Non sarà stato facile fare la scelta e prendere la decisione…

«A Dublino quando ci siamo resi conto che si poteva anche prendere in considerazione l’ipotesi di dover sostituire Lorenzo de Luca ho detto ai ragazzi che il mio piano B teneva conto delle gerarchie della squadra, e che il quinto binomio sarebbe eventualmente dovuto partire sì con l’idea di fare il quinto, ma anche con la precisa consapevolezza di dover combattere in campo in caso di necessità».

E la gerarchia cosa suggeriva?

«Paolo Paini, in primis. Sono almeno tre anni che con la sua Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio sta facendo gare ad altissimo livello. Ma è stato Paolo stesso a sollevare qualche dubbio, e me ne ha parlato con grande sincerità: mi ha detto, io ho già fatto il quinto per il Campionato d’Europa di Goteborg nel 2017, non è che faccio i salti i gioia se devo farlo di nuovo, ma a prescindere da questo devo pensare che se vengo e poi occorre saltare… non vorrei fare quello che ho fatto lo scorso anno in emergenza quando sono andato da Aachen a Hickstead consecutivamente che poi la cavalla non rende, e se non rende abbiamo fatto tutti una gran frittata… Io ho detto a Paolo che ciascun cavaliere conosce il suo cavallo assolutamente molto meglio di me e di qualunque altro tecnico che potrebbe esserci al mio posto mio, questa è la mia idea da sempre, chi monta un cavallo a questo livello sa cosa può fare e cosa non può fare e quale sia la situazione migliore per arrivare a una gara… Paolo Paini aveva il dubbio che due appuntamenti così ravvicinati come Dublino e Rotterdam non consentissero alla sua cavalla di garantire una prestazione adeguata in Olanda: io devo considerare anche quello che può essere lo stato d’animo di un cavaliere, ho fatto questo sport per una vita e so perfettamente che se sei spiritualmente e moralmente positivo hai molte possibilità in più di offrire un rendimento alto. Paolo quest’anno ha fatto una serie di gare, l’ultima a Dublino, contento, con spirito positivo, con la cavalla che aveva avuto i giusti tempi di approccio alle singole prove e quindi ha avuto un rendimento altissimo, ma se è lui il primo a dirmi di avere dei dubbi io devo passare a un’alternativa. D’altronde io in previsione forse di una eventuale defezione all’interno della squadra avrei potuto non schierare Paini a Dublino e tenerlo in naftalina: così magari gli avrei fatto correre il rischio di non fare né Dublino né Rotterdam… beh, non mi sembrava una soluzione molto intelligente… ».

Quindi Massimo Grossato.

«Sì, il quale però non è affatto una seconda scelta. A Paolo Paini, Massimo Grossato ed Emilio Bicocchi ho detto che in un qualunque altro momento della vita sportiva storica di questo Paese le loro prestazioni e la loro qualità li avrebbero messi al 95% in una squadra per un Campionato d’Europa… Oggi fortunatamente viviamo un momento in cui abbiamo diverse soluzioni e quindi fare delle scelte è più difficile… I cavalieri devono avere consapevolezza che fanno parte adesso di una squadra forte e che potrà capitare a tutti di essere in campo o di stare in tribuna. Massimo Grossato con Lazzaro delle Schiave già lo scorso anno ha fatto prestazioni importanti. Come ultimo dei tre ho considerato Emilio Bicocchi solo perché con Evita compone un binomio nuovissimo e ritengo che non si debba correre assolutamente il rischio di bruciarlo, ma anzi di portarlo avanti con la giusta progressione perché l’anno prossimo potrà essere una grandissima risorsa per la squadra. E comunque nel nostro sport la controprova non l’abbiamo mai: metti in squadra un binomio che poi fa otto e tutti pensano che invece l’altro binomio avrebbe fatto zero… ma anche dodici però… come si fa a dirlo? Non c’è la controprova».

E Massimo Grossato come ha reagito di fronte a questa convocazione?

«Dichiarandosi assolutamente pronto! Proprio lui tra l’altro ha fatto un bellissimo discorso durante quella nostra riunione a Dublino… Ha detto ragazzi, siamo tutti una squadra, dobbiamo essere tutti uniti e combattere, poi se prendiamo questa benedetta qualifica per le Olimpiadi l’anno prossimo saremo tutti avversari perché alle Olimpiadi ci vogliamo andare tutti, ma adesso combattiamo tutti insieme per cercare di qualificarci».

Beh, belle parole e bei pensieri… In effetti tutti i cavalieri dicono che il clima all’interno della squadra è ottimo e che lo spirito è davvero quello di una… squadra.

«Sì, certo. Speriamo di funzionare tutti bene a Rotterdam, e di avere anche un briciolo di buona sorte dalla nostra parte, cosa che non guasta mai. Sappiamo di essere forti ma sappiamo anche di avere avversari molto difficili: alle Olimpiadi ci vogliono andare tutti e in corsa ci sono squadre formidabili. In assoluto, quindi a prescindere dalla qualifica olimpica, ci saranno tre squadre che sono davvero molto più forti delle altre se riescono a schierare la migliore formazione possibile: penso alla Svezia, alla Germania, alla Svizzera… Mentre l’obiettivo olimpico sulla carta se lo contendono cinque grandi nazioni, e cioè Belgio, Francia, Irlanda, Gran Bretagna e Italia. Poi ci può sempre essere la sorpresa, non so… l’Austria o la Spagna, ma in teoria i tre posti disponibili per Tokyo 2020 dovrebbero giocarseli queste cinque».

Poi ci sarà comunque l’ultima possibilità nella finale mondiale di Coppa delle Nazioni a Barcellona.

«Sì, un solo posto a disposizione. A Barcellona noi potremo arrivarci in due situazioni diverse: determinati a giocarci il tutto per tutto per conquistare la qualifica olimpica, se la falliremo a Rotterdam; oppure sereni e tranquilli sul fronte olimpico ma determinati al massimo per conquistare quella vittoria che l’anno scorso ci è sfuggita per un soffio».

La scelta della riserva e dei quattro titolari nel Campionato d’Europa la farà a Rotterdam dopo il warm-up?

«In via definitiva sì. Sulla carta Massimo Grossato è il subentrato, ed è subentrato in un momento in cui io mi stavo ancora arrovellando molto considerando le caratteristiche dei binomi a disposizione, soprattutto per quello che è il quarto, principalmente: se sarebbe stato meglio Riccardo Pisani con Chaclot o Bruno Chimirri con Tower Mouche… Quindi oggi io penso che Massimo Grossato sia il quinto, tranquillo e sereno di essere il quinto, ma anche con l’idea che se serve deve saltare, e se serve lo deve fare combattendo come un leone».

Comunque a prescindere da quello che succederà a Rotterdam la stagione azzurra è stata molto positiva, fino a oggi.

«Siamo consapevoli che a Rotterdam la battaglia sarà durissima, ma la stagione che abbiamo condotto fin qui ci dà molto conforto e molto ottimismo. Io sono molto contento dei nostri cavalieri e dei nostri cavalli, e lo sono molto anche per le prospettive che si stanno delineando. Quest’anno abbiamo acquisito Elzas di Giulia Martinengo Marquet che si è rivelato cavallo di primissima qualità, ma poi c’è stato anche l’arrivo del cavallo di Lorenzo de Luca, Dinky Toy, un soggetto di grandissimo livello e prospettiva… Poi Piergiorgio Bucci che sta cercando di costruire First One che è un cavallo assolutamente interessante. Poi c’è la cavalla Evita con Emilio Bicocchi che l’anno prossimo avrà acquisito una esperienza maggiore. Va tenuto in grande considerazione anche l’otto anni di Emanuele Gaudiano, Contento. Poi un cavallo interessantissimo che è Quilazio con Filippo Bologni, che avrà un bel test nello Csio a cinque stelle di Gijon: Filippo è un cavaliere giovane ma ha fatto progressi enormi negli ultimi periodi. Poi valuteremo in un concorso importante Roberto Turchetto con Clarico, ci sarà una verifica per Gianni Govoni con Antonio, poi riavremo Lucia Vizzini con Filou de Muze… Insomma, abbiamo ottime prospettive».

Lei è notoriamente superstizioso e scaramantico: da questo punto di vista come vede l’appuntamento che ci aspetta?

«Penso soprattutto che mi piacerebbe che si verificasse un bel ricorso storico… Alla vigilia del Campionato d’Europa di Donaueschingen 2003, che ci serviva come ultima possibilità di qualificarci per le Olimpiadi di Atene proprio come questo di Rotterdam per Tokyo, mi telefonò Gianni Govoni che con Havinia era il punto di forza della nostra squadra per dirmi che la cavalla si era fatta male. Allora io chiamai Vincenzo Chimirri che era al mare in Calabria e gli dissi di prendere un aereo e di correre a montare Rosa VIII perché doveva sostituire Gianni… Poi a Donaueschingen abbiamo fatto una gara di grandissimo livello e ci siamo qualificati per le Olimpiadi di Atene, l’ultima volta che ci siamo riusciti tra l’altro… Speriamo che la situazione si ripeta identica in tutto… ».

L’infortunio del nostro numero uno in effetti c’è stato…

«Ora speriamo che ci sia anche tutto il resto!».

Tags: campionato d'europa 2019 duccio bartalucci lorenzo de luca rotterdam 2019 salto ostacoli
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