In un’epoca in cui la riabilitazione si fa sempre più multidisciplinare, il cavallo si conferma alleato silenzioso ma straordinariamente efficace nel sostenere lo sviluppo psicofisico dei bambini con disabilità. Il Sudafrica è una realtà in cui questa verità si materializza ogni giorno grazie al lavoro di centri specializzati in equitazione terapeutica, capaci di trasformare un’attività apparentemente semplice in un potente strumento riabilitativo. In particolare, per i bambini con disabilità visive, il contatto con il cavallo diventa una forma di “visione alternativa”, una guida attraverso il corpo, il ritmo e l’equilibrio.
Cos’è l’equitazione terapeutica e perché è diversa dall’ippoterapia
Sebbene i due termini vengano spesso usati come sinonimi, è utile distinguere le principali modalità di intervento equino-riabilitativo. L’equitazione terapeutica (Therapeutic Riding) si focalizza sul miglioramento delle capacità motorie e relazionali attraverso la pratica dell’equitazione adattata, seguita da istruttori certificati. L’ippoterapia (Hippotherapy), invece, è una forma di fisioterapia o terapia occupazionale condotta da professionisti sanitari qualificati (come fisioterapisti, terapisti occupazionali e logopedisti) che usano il movimento del cavallo come mezzo terapeutico, senza necessariamente insegnare a montare.
Entrambe si avvalgono della tridimensionalità del passo equino, che simula il cammino umano e stimola muscolatura, postura e orientamento spaziale.
SARDA: dove il cavallo è il primo terapeuta
Nel cuore di Cape Town e Durban opera la South African Riding for the Disabled Association (SARDA), attiva sin dal 1973. La missione è fornire accesso gratuito all’equitazione terapeutica a bambini con varie disabilità, incluse quelle visive, sensoriali e cognitive.
Ogni settimana, decine di bambini dai cinque ai sedici anni salgono in sella, seguiti da team composti da volontari formati, fisioterapisti e istruttori certificati RDA (Riding for the Disabled Association, standard internazionale per l’insegnamento equino adattato). L’approccio è multidisciplinare ma accessibile: i cavalli, selezionati per temperamento e passo regolare, diventano piattaforme vive su cui il bambino costruisce equilibrio, fiducia e orientamento.
Secondo testimonianze raccolte sul campo, molti bambini non vedenti o ipovedenti mostrano progressi sorprendenti nella consapevolezza corporea, nella coordinazione e nell’autonomia. Alcuni, inizialmente timorosi, sviluppano una nuova forma di comunicazione attraverso il tocco e l’ascolto del respiro dell’animale.
EATASA: formazione e qualità terapeutica
La Equine Assisted Therapy Association of South Africa (EATASA) è un altro pilastro del settore. Più che offrire direttamente terapia, EATASA si dedica alla formazione degli operatori: medici, terapisti, psicologi e fisioterapisti possono ottenere qui certificazioni professionali nel campo dell’Equine Assisted Therapy (EAT).
Questa disciplina include l’ippoterapia, ma anche modalità terapeutiche assistite dal cavallo rivolte al sostegno psicologico ed emotivo, particolarmente utili per bambini ciechi o ipovedenti che devono elaborare la frustrazione dell’isolamento percettivo. La formazione EATASA è riconosciuta a livello nazionale e segue protocolli internazionali, assicurando qualità e sicurezza anche nei casi clinici più complessi.
EARTH Centre: sostenere anche ciò che non si vede
Nella regione del Gauteng, l’EARTH Centre (Equine-Assisted Riding Therapy and Healing) si distingue per un approccio altamente personalizzato. Oltre 150 bambini ogni settimana partecipano a sessioni di Equine Facilitated Therapy (EFT), con programmi che combinano equitazione adattata, supporto psicologico e coaching relazionale.
Qui, i bambini con disabilità visive imparano a fidarsi del ritmo, della voce del cavallo, delle indicazioni verbali degli istruttori. Viene data grande attenzione all’ambiente sensoriale: i suoni, gli odori, la texture del pelo equino diventano riferimenti per orientarsi e costruire uno spazio mentale in cui il corpo ritrova il proprio centro.
Tumanako: l’approccio integrato nella periferia di Johannesburg
Fondato nel 2007, Tumanako Equine Therapy Centre adotta un modello terapeutico integrato che combina ippoterapia, terapia occupazionale, logopedia e sostegno psicoeducativo. Situato a Walkerville, a sud di Johannesburg, Tumanako lavora a stretto contatto con scuole speciali e centri per la disabilità.
Qui, i bambini non vedenti o ipovedenti imparano a “vedere con il corpo”: seguire il passo, percepire i cambiamenti di ritmo, rispondere con piccoli aggiustamenti posturali. Ogni esercizio è studiato per rinforzare abilità funzionali, dal controllo del tronco alla coordinazione mano-spalla, fondamentali per affrontare la vita quotidiana.
Benefici osservati nei bambini con disabilità visive
L’evidenza raccolta dai centri terapeutici sudafricani conferma benefici misurabili nei bambini con disabilità visive. Il cavallo diventa mediatore del movimento e della relazione, stimolando in modo naturale la propriocezione, l’equilibrio dinamico e la coordinazione motoria. Alcuni bambini sviluppano maggiore fiducia in sé stessi, riducono la paura del movimento e mostrano un incremento delle capacità comunicative, anche in assenza della vista.
L’aspetto più significativo riguarda la relazione: per molti, il cavallo è il primo essere “visibile” attraverso il tatto e il ritmo. È un interlocutore che non giudica, che accompagna con pazienza, che restituisce al bambino ipovedente una forma di orientamento nuova, costruita su sensi diversi ma altrettanto affidabili.