Corse clandestine: l’operazione Cesare

I sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Messina indagano 23 persone sospettate di avere legami con il racket delle scommesse e delle corse illegali

Carabinieri Oristano
Foto d'Archivio, auto dei Carabinieri

Bologna, 30 marzo 2021 – 23 indagati su 33 richieste di custodia cautelare. È questo il bilancio provvisorio a chiusura delle indagini conosciute come ‘operazione Cesare’ che riguarda – anche – corse clandestine.

Le indagini affondano le proprie radici nel contesto di una operazione antimafia a cavallo tra Messina e Catania, affidate alla Direzione distrettuale antimafia di Messina.

Nel mirino delle forze dell’ordine i nuovi assetti del clan Galli del quartiere Giostra.

Il gruppo malavitoso, secondo quanto dichiarato dall’accusa, aveva in carico il business delle scommesse sulle corse clandestine di cavalli che si svolgevano di notte sulle strade della città dello Stretto. Le corse erano organizzate anche nel catanese, in virtù dei rapporti con esponenti della criminalità organizzata catanese e messinese vicina al potente clan Santapaola.

Le corse tra messinesi e catanesi si correvano nella zona di Fiumefreddo, tra la provincia di Messina e quella di Catania.

In pochissimi minuti, le strade venivano (purtroppo vengono ancora…) rapidamente chiuse al transito delle auto da gruppi di giovani a bordo di scooter e motocicli. Il tutto al fine di consentire il passaggio di cavalli e sulky e, nel caso, di rallentare l’intervento delle forze dell’ordine.

L’organizzazione delle corse clandestine prevedeva anche una sorta di ‘supervisione’ in caso di controversie sui proventi delle scommesse, affidata a esponenti dei Santapaola.

In pratica un sistema articolato, strutturato. Con tanto di corse in trasferta. Ma soprattutto un giro produttore di grossi introiti. A danno della legalità e naturalmente delle vere vittime di queste pratiche: i cavalli.