Quando l’intervento scatta prima del maltrattamento: a Mantova una operazione da gran premio

Quando l’intervento arriva prima del maltrattamento: a Sustinente il buon esempio di Carabinieri Forestali e Polizia Locale, da seguire più spesso

Carabinieri Forestali, foto d'archivio
Mantova, 2 agosto 2020 – Una bella notizia da Sustinente, un comune in provincia di Mantova, a tutto favore di un nucleo di cavalli e cani con l’aggiunta di un maialino vietnamita.

I Carabinieri Forestali di Mantova a la Polizia Locale di Sustinente hanno infatti eseguito un intervento a favore di questi animali accuditi solo saltuariamente dall’inquilina di una casa di campagna in frazione Ca’ Vecchia, con l’aiuto saltuario di alcuni conoscenti.

I cavalli, i cani e il maialino erano infatti abitualmente abbandonati a loro stessi per lunghi periodi.

Non vivevano ancora una condizione di maltrattamento vero e proprio, tant’è che non è stata comminata nessuna sanzione.

In compenso  tutti gli animali hanno avuto una nuova sistemazione, coerente con le loro esigenze e le necessità di cura e attenzione quotidiane.

Un intervento lodevole, a nostro parere.

Per l’attenzione posta dalle forze dell’ordine locali alle segnalazioni dei privati cittadini preoccupati del benessere di quegli animali.

Per la tempestività dell’operazione che ha impedito agli animali di arrivare a soffrire di più.

E anche per l’obiettivo raggiunto che non era tanto quello di punire o sanzionare, quanto quello di aiutare.

Perché in certe situazioni non sono solo i cavalli, i cani e i maialini vietnamiti ad aver bisogno di una mano.

Da Wikipedia: in Italia l’abbandono è vietato i sensi dell’art. 727 del codice penale[6], che al primo comma recita: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.”. La ratio legis per questa norma è stata rinvenuta da parte della dottrina nella tutela del sentimento umano, che è offeso dal maltrattamento o abbandono degli animali, e dal Consiglio di Stato[7] nella diretta tutela, «adeguata all’evoluzione dei costumi e delle istanze sociali», degli animali «da forme di maltrattamento, abbandono ed uccisioni gratuite in quanto esseri viventi capaci di reagire agli stimoli del dolore». La Dichiarazione universale dei diritti dell’animale sancisce all’art. 6[8] che «L’abbandono di un animale è un atto crudele e degradante».

Qui la fonte della notizia, da La Voce di Mantova