Il nuovo corso del cavallo in Sicilia

Le proposte per la valorizzazione produttiva equina in Sicilia per il mercato. Un nuovo piano ippologico regionale per puntare in alto

Un puledro siciliano _ ©Paula Da Silva

Bologna, 20 marzo 2021 – Nelle giornate deli Stati Generali del Cavallo in Sicilia, a Ficuzza, il mondo equestre dell’isola ha trovato una finestra verso cui convergere tutta l’energia e la propositività possibile.

Si è parlato di turismo, formazione, territorio, scelte green e naturalmente di allevamento.

Una risorsa prestigiosa e antica per il bacino del Mediterraneo che proprio in Sicilia trova spunti allevatoriali, linee e razze di estremo pregio.

In quest’ottica, le proposte per il rilancio del settore ippico in Sicilia, attraverso i lavori del Tavolo Zootecnico, hanno potuto godere dell’attenzione di tutti gli attori di filiera. Istituto di Incremento Ippico per la Sicilia, Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia, Università di Catania e Messina, allevatori, associazioni ed esperti…

Tutti insieme per un confronto e una progettualità nuovi.

Alla luce di normative e leggi nazionali ed europee, il tavolo degli esperti ha sottolineato la necessità di un  riassetto del settore delle produzioni equine ed asinine siciliane. Ciò nella prospettiva di un rilancio effettivo, duraturo ed economicamente sostenibile.

Green economy, bio-sostenibilità e tutela delle risorse genetiche indicano che la riorganizzazione deve tenere presenti elementi fondamentali:

  • La riorganizzazione del sistema produttivo
  • Il Territorio e l’Ambiente
  • La Bio-sostenibilità,
  • Le risorse umane
  • Il mercato

 

Il processo in step

Il primo passo non può essere che una seria analisi di sistema che verifichi, attraverso dei censimenti accurati, in un arco di tempo preciso, la consistenza effettiva delle filiere produttive.

Da ciò risulterebbero definite ed identificate le risorse genetiche effettive di Puro Sangue Orientale, Sanfratellano, Siciliano/Indigeno e Real razza di Ficuzza. E, per sottrazione, risulterebbe anche quella che si può definire la produzione equina comune. Ovvero capi da utilizzare anche per la produzione del “Derivato Orientale”, un equino che avrebbe certamente un mercato di riferimento preciso e remunerativo.

L’analisi di sistema consentirebbe di realizzare un censimento preciso degli allevatori e delle filiere produttive, oggi spesso non identificabili e quantizzabili.

Il che non sarebbe cosa da poco visto che gli allevatori sono e rimangono il fulcro di un ‘sistema cavallo’.

 

Si torna a fare sistema

Se negli anni proprio gli allevatori hanno lamentato una sorta di abbandono a loro stessi, questo è il momento di riprendere le fila e porsi al loro servizio.

Allo scopo è stata proposta la creazione di “un’unità interdisciplinare indipendente di specialisti” dotata di competenze tecniche e gestionali assolute. Questa unità traccerebbe linee guida univoche a livello regionale anche per un’opera di informazione e di formazione seria degli allevatori.

In pratica, serve costruire un approccio integrato per il sostegno, il recupero e la valorizzazione della filiera produttiva dei cavalli siciliani che sia abbia una visione d’insieme e sia quindi utile per rivolgersi al mercato in maniera efficace.

Incrociando i dati con i lavori del Tavolo Tecnico dedicato al Turismo Verde, emerge con forza che il Turismo Equestre dovrebbe essere il mercato principale del cavallo siciliano, a livello locale, nazionale e internazionale.

E su questo tipo di cavallo gli allevatori dovrebbero orientare i propri prodotti. Cavalli con le giuste caratteristiche per questo enorme mercato, magari dotati del valore aggiunto di un addestramento ad hoc.

Gli Stati Genarli del Cavallo in Sicilia di Ficuzza hanno fotografato una ferma volontà di non perdere altro tempo ed occasioni. E da questo si deve partire

 

Franco Barbagallo