La Duchessa Maria Luisa di Lucca e i suoi cavalli: a me i fucili, please

Cavalli reali spaventati: e la caccia fu vietata dalla Duchessa Maria Luisa, proibita anche la raccolta di concime e legname. Da La Nazione di Viareggio cronaca di un tempo che fu

Proprio quello che voleva evitare Maria Luisa: cavalli in fuga nel Tombolo, quadro di Giovanni Fattori
Viareggio, 29 marzo 2021- Vietato l’accesso alla Pineta.

Fu con questo divieto che i viareggini si dovettero scontrare il 6 febbraio di 200 anni fa: la duchessa Maria Luisa aveva infatti vietato l’ingresso in Pineta “con strumenti atti a danneggiare”, impedendo quindi la caccia che avrebbe spaventato i suoi cavalli, allevati nelle eleganti stalle sorrette da colonne in ghisa e arredate con mangiatoie in bianco marmo, tutt’oggi visitabili nel complesso della Villa Borbone.

“Il decreto Ducale n° 18 del 6 febbraio 1821 – spiega Angelini – affronta la gestione delle Macchie e della Pineta di Levante. Maria Luisa nomina una nuova commissione sopra le macchie di Viareggio, rivedendo la precedente designata con decreto n° 120 il 22 maggio 1818. Questi territori, donati da Felice Baciocchi al Comune di Viareggio, erano stati acquisiti da Maria Luisa ‘con un atto ritenuto d’imperio’ e assegnati poi, per l’amministrazione, al Governatore della Città di Viareggio. In una parte di quell’ampio territorio, divenuto ora ducale, (Macchia, Pineta di Levante, Pascolo dei Frassinetti, e quant’altro posto in prossimità del medesimo alla distanza di braccia cento), era stata vietata la caccia in quanto destinato “all’uso della Reale Razza Favorita… considerato che l’uso delle armi da fuoco in un territorio destinato a contenere cavalle per razza può rendersi per le medesime dannoso per la fuga in cui si pongono alla esplosione delle armi sufferite”.

I cavalli avrebbero potuto infatti spaventarsi per gli scoppi e fuggire.

“Nello stesso decreto – ricorda Angelini – era stato inoltre proibito ai cittadini di raccogliere il concime prodotto dagli animali, che doveva restare per la riproduzione delle pasture. Il decreto prevedeva pene severe: “I contravventori… incorreranno nella penale di scudi 10 lucchesi, da commutarsi in un mese di carcere per coloro che fossero riconosciuti impotenti al pagamento“. Di fatto i viareggini perdevano l’accesso a un ampio territorio ritenuto di loro proprietà e in cui erano abituati a raccogliere anche il legname caduto a terra, attività ora proibita”.

La duchessa era figlia di Carlo IV e Maria Luisa di Borbone Parma, mentre trovate qui cronache più recenti dagli stessi luoghi.