I cavalli possiedono un linguaggio del volto incredibilmente articolato, molto più complesso di quanto si pensasse. Uno studio pubblicato il 28 maggio 2025 sulla rivista scientifica PeerJ ha rivelato che questi animali sono in grado di esprimere emozioni e intenzioni tramite oltre 800 combinazioni facciali diverse, rendendoli tra le specie non primati più espressive mai studiate.
La ricerca, condotta da un team dell’Università di Portsmouth e dell’Università di Aberystwyth, ha utilizzato il sistema EquiFACS (Equine Facial Action Coding System), uno strumento di codifica delle espressioni facciali sviluppato per analizzare i movimenti muscolari nei cavalli. Si tratta di un adattamento del FACS umano ideato dagli psicologi Paul Ekman e Wallace Friesen.
Un repertorio straordinario
Attraverso l’analisi di oltre 72 ore di filmati di cavalli in contesti naturali – gioco, riposo, interazioni sociali – i ricercatori hanno documentato 805 espressioni distinte, collegate a stati emotivi precisi.
“I cavalli producono un repertorio ricco e complesso di espressioni facciali, e non dovremmo sottovalutarne le sfumature se vogliamo davvero comprendere le loro esperienze soggettive”, ha affermato Kate Lewis, ricercatrice presso l’Università di Portsmouth.
“Questi risultati mostrano chiaramente quanto sia importante non basarsi su un solo elemento del volto – come ad esempio le orecchie – per capire cosa sta cercando di comunicare un cavallo”, ha aggiunto Lewis.
Una mappa delle emozioni equine
Lo studio ha permesso di costruire una vera e propria “mappa” espressiva equina, basata su segnali come:
- Movimenti delle orecchie: orientamento e tensione rivelano attenzione, rilassamento o irritazione.
- Narici: la dilatazione indica eccitazione, ansia o disagio.
- Occhi e palpebre: apertura e sclera visibile sono spesso legati a paura o interesse.
- Bocca e labbra: tensioni e posizioni differenti comunicano gioco, allerta o dolore.
“È la prima volta che siamo riusciti a documentare in modo sistematico come i cavalli combinano i movimenti del volto per formare espressioni significative”, ha dichiarato la professoressa Karen McComb, coautrice dello studio.
Comunicazione evolutiva e riflessioni comuni ai primati
Uno degli aspetti più interessanti riguarda il cosiddetto “play face”, una particolare espressione del gioco:
“Questa faccia coinvolge gli stessi muscoli che vengono attivati nei primati”, notano gli autori dello studio su PeerJ. Secondo loro, la somiglianza potrebbe indicare che questa forma di comunicazione si è sviluppata prima della divergenza evolutiva tra cavalli e primati.
Inoltre, è stata identificata una nuova unità muscolare, la AUH21, presente solo nei cavalli, negli esseri umani e nei gibboni, e associata al dolore e al disagio.
Implicazioni pratiche
Queste scoperte hanno ricadute immediate e concrete:
- Veterinari: possono riconoscere precocemente segnali di sofferenza o stress.
- Addestratori: possono regolare le tecniche di lavoro su base empatica e osservativa.
- Terapisti equestri: ottimizzano le interazioni uomo-cavallo migliorando il benessere reciproco.
“Riconoscere la complessità dell’espressività facciale dei cavalli non è solo una questione scientifica: è fondamentale per migliorare la nostra relazione con loro e garantire il loro benessere”, conclude il team di ricerca.