Eventi: concorsifici addio?

Dalla Gran Bretagna, la nuova policy del Royal Windsor Horse Show: la qualità prima dei numeri. Ne ha parlato Simon Brooks-Ward, lo show director che ha firmato il successo di eventi come il Pavarotti International e Olympia

Bologna, 19 dicembre 2023 – In un continuo temporale, che lega una stagione agonistica alla successiva, la fine dell’anno corrisponde in qualche misura anche alla calendarizzazione degli eventi per l’anno successivo.

Si rendono noti i regolamenti, le modifiche degli aspetti più tecnici e naturalmente si guarda in prospettiva a quelli che, anno dopo anno, costituiscono gli appuntamenti ‘fissi’ nei calendari di chi fa sport. Sia a livello nazionale, sia a livello internazionale.

Non è un vezzo. Nel lavoro con i cavalli, ogni trasferta va programmata per tempo e con attenzione. Non si tratta del mero recarsi da un punto A a un punto B. Bensì di tutto il lavoro con i cavalli che sta dietro. Affinché arrivino a ogni appuntamento al top della condizione.

 

Il ‘caso di casa’ Windsor

Nell’ottica di farci sapere che gara sarà quella del 2024 (anno che non dimentichiamo, sarà soprattutto all’insegna di Parigi 2024), ha preso la parola Simon Brooks-Ward, uno degli show director più competenti e longevi del panorama mondiale.

Da molti anni alla guida del Royal Windsor Horse Show, con il favore del palcoscenico del ‘cugino’ London International Horse Show, ha tenuto una interessante conferenza stampa. Svelando qualche anteprima riguardo al concorso di casa Windsor che ospiterà gare pluristellate (5* per il jumping, 4* per il dressage, 3 e 4* per il driving) e una caleidoscopica varietà di attività equestri e country style nella migliore tradizione britannica.

L’evento si terrà quest’anno dal 1 al 5 maggio e nonostante il ricchissimo palinsesto, Simon Brooks-Ward ha espresso un concetto che va in controtendenza rispetto a molti altri eventi di caratura.

«Siamo un piccolo gioiello e desideriamo mettere la massima enfasi sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Non andremo verso la politica di centinaia di stand commerciali o migliaia di pony. Abbiamo deciso di optare per la massima selezione. Il nostro desiderio è proporre delle strutture di assoluto livello e caratura mondiale. Per creare un’esperienza di intrattenimento educativo per ogni visitatore».

 

Fermo restando che la realtà di una gara come il Royal Windsor Horse Show ha già riferimenti altissimi, finanze certe e non ha mai ceduto alla tentazione del ‘concorsificio’ – pratica che si magnifica purtroppo prevalentemente nel nostro paese o in Spagna – il trend espresso dalle parole di Simon Brooks-Ward potrebbe costituire una svolta.

Dietro alle scelte annunciate dal rodatissimo organizzatore, c’è la volontà/necessità di puntare sulla sostenibilità sia sul fronte dei visitatori sia su quello dell’evento stesso. E a spingere su questo pedale c’è sicuramente anche re Carlo III, ufficialmente nominato presidente dell’evento, così come in passato è stato per sua madre Elisabetta II e suo nonno, Giorgio VI.

Non è un mistero che il monarca sia fortemente legato ai temi green della sostenibilità. E quindi l’evento che più rappresenta nel mondo equestre il casato dei Windsor non poteva che seguire questo filone con grande impegno.

 

L’attenzione verso i concorrenti

Sempre secondo quanto preannunciato da Brooks-Ward, se da un lato Royal Windsor Horse Show 2024 taglierà alcune categorie, dall’altro ha in previsione perfino un sostegno finanziario per attenuare i disagi prodotti dalle regole della Brexit. «A partire dal 2024, i cavalli che viaggiano per e dalla Gran Bretagna dovranno essere sottoposti a controlli e certificazioni veterinarie sia in entrata sia in uscita dal paese. Con costi che potrebbero essere un detrimento per la partecipazione di molti concorrenti. Come comitato organizzatore, desideriamo fare tutto ciò che è in nostro potere per assicurare assistenza finanziaria a chi sceglierà di venire al Royal Windsor».

Insomma, secondo Brooks-Ward, l’attenzione per l’ambiente, per la qualità, per i dettagli tecnici, sono perfino più importanti dei numeri per la buona riuscita degli eventi. Sono il biglietto da visita che ogni concorso deve essere in grado di esibire per guadagnare una rilevanza condivisa con il grande pubblico.

Se è vero che un concorso è la vetrina dello sport che rappresenta, la ricetta del Royal Windsor potrebbe risultare alla lunga quella giusta. Selettiva ma inclusiva. Contenuta ma capace di esprimere concetti destinati al grande pubblico.

Vero è che si tratta di un concorso – Royal Windsor Horse Show – che ha dietro niente meno che i reali di Inghilterra. E fare la differenza in eventi con budget comodi è sicuramente più facile… Però… La sfida più interessante potrebbe essere proprio quella di trovare una via di mezzo che archivi per sempre quelle gare da mille partenti dove alla fine non si diverte nessuno. Né i cavalieri, né gli spettatori.