I nitriti dei cavalli? seguono uno schema ben preciso

Trovata la loro chiave di espressione vocale: è il risultato cui sono arrivati i ricercatori dell’Eth di Zurigo

Zurigo, maggio 2015 – La dottoressa Elodie Briefeder e i ricercatori dell’Istituto Federale di Tecnologia Svizzero sono riusciti a decifrare i canoni fondamentali del nitrito dei cavalli, distinguendone le caratteristiche relative alle espressioni negative e positive. 

Il risultato è stato ottenuto sottoponendo ad una serie di situazioni positive e negative un gruppo di venti  cavalli, di cui sono stati registrate le reazioni quando i membri dello stesso enivano allontanati o riportati in branco. I parametri tenuti sotto osservazione erano queli del battito cardiaco, il respiro, la temperatura dell apelle e – per l’appunto – i diversi vocalizzi prodotti dai soggetti in queste situzioni.

Il risultato dell’esperimento? che i dati più significativi per valutare l’intensità delle emozioni dei cavalli sono quelli relativi a battito cardiaco, respirazione e movimenti.

Più questi sono intensi, più l’animale è eccitato e più facilmente emette nitriti – indipendentmente dal fatto che l’emozione sia postitiva o negativa. 

Ma i nitriti, hanno osservato i ricercatori svizzeri, si possono distinguere in due varianti principali di frequenza: una indica la positività o negatività dell’emozione, l’altra la sua intensità. Una distinzione rara tra i mammiferi, mentre è più comune tra gli uccelli che comunicano molto di più attraverso il canto.

Queste due frequenze sono emesse dai cavalli grazie ad un modello di vibrazione asincrono delle corde vocali: quando l’emozione è positiva il nitrito è breve, il cavallo lo emette tenendo la testa abbassata e la frequenza più alta tende al basso. Se le emozioni sono di segno negativo invece il nitrito è più lungo e la media della frequenza alta è maggiore.

Uno degli aspetti che vuole valutare lo studio è anche quello di capire se la domesticazione da parte dell’uomo ha cambiato le modalità espressive ed emozionali degli animali, comparando quelli che vivono con noi rispetto a quelli ancora selvaggi.

Per cui nente scuse, adesso abbiamo anche lo studio svizzero che conferma tutte le nostre convinzioni empiriche: i cavalli si fanno capire benissimo, basta avere la buona volontà di starli ad ascoltare….con tutti i sensi, per amor di precisione.

19 maggio 2015