Addio a Filippo d’Edimburgo, principe e uomo di cavalli

Vincitore di medaglie mondiali nella specialità degli attacchi, ma soprattutto presidente della Fei durante un arco di tempo durante il quale lo sport equestre ha vissuto profonde e radicali trasformazioni

Il principe Filippo, duca d'Edimburgo

Bologna, venerdì 9 aprile 2021 – “E’ con grande dolore che Sua Altezza Reale la Regina ha annunciato la morte del suo amatissimo marito, Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo”: queste le parole del comunicato con il quale oggi la famiglia reale ha dato la triste notizia.

Il principe Filippo è stato un grande personaggio. Per mille ovvie ragioni: per il suo ruolo, per essere stato il marito della regina Elisabetta per ben 73 anni e aver rappresentato per lei un fondamentale e continuo sostegno, per la simpatia che lo caratterizzava e per l’affetto che ha saputo conquistare praticamente ovunque. Ma per tutti noi, componenti la grande famiglia dello sport equestre, il duca di Edimburgo è stato soprattutto un grande personaggio di cavalli e di equitazione.

Nato il 10 giugno del 1921 a Corfù, in Grecia (dove peraltro è rimasto solo un anno e mezzo), la sua è una storia di vita rocambolesca, drammatica e ricca di colpi di scena fino al 20 novembre del 1947, giorno delle nozze con la principessa Elisabetta II, futura regina del Regno Unito.

Grande amante dello sport, il principe Filippo è stato giocatore di cricket, di hockey, ha praticato il canottaggio e la vela. Ma i cavalli e l’equitazione sono stati il mondo delle sue più significative affermazioni sportive, in particolare nella disciplina degli attacchi: nel tiro a quattro ha partecipato a sei edizioni del Campionato del Mondo e a tre del Campionato d’Europa, vincendo la medaglia d’oro mondiale a squadre con la Gran Bretagna nel 1980 e quella di bronzo nel 1978, 1982 (6° individuale) e 1984.

Ma il suo apporto al mondo dello sport equestre è stato ancor più significativo nel ruolo di presidente della Fei, carica che ha rivestito dal 1964 al 1986, un arco di tempo durante il quale le trasformazioni all’interno delle nostre discipline sono state profonde e soprattutto continue. Il principe Filippo da questo punto di vista è stato fondamentale nel dare il massimo sostegno possibile nel suo ruolo istituzionale al gruppo di lavoro che, capeggiato dal giornalista svizzero Max E. Amman, ha fatto nascere la Coppa del Mondo di salto ostacoli. Così come sotto la sua presidenza si è gettato il seme che nel 1990 avrebbe dato vita a Stoccolma alla prima edizione dei World Equestrian Games, disputati quando alla presidenza della Fei Filippo era stato ormai sostituito dalla figlia, la principessa Anna (alla guida della Fei dal 1986 al 1994), a sua volta in passato attiva e competitiva amazzone nella specialità del completo.

Filippo d’Edimburgo si è fermato in questa vita quando ormai gli sarebbe mancato poco per completare i 100 anni di esistenza terrena. Il mondo perde così un grande personaggio, il Regno Unito un punto di riferimento, la regina Elisabetta il suo più vicino e intimo compagno. Lo sport equestre perde un vero uomo di cavalli.