Cavalli: come ti cambiamo la vita

Dalla vita di croupier a cow boys, dai salotti dorati dei casinò inglesi alle foreste del Catria. È la storia di Giuseppe Travagliati, 47 anni di Cantiano

Giuseppe Travagliati (terzo da sinistra) a cavallo sul Catria

Bologna, 14 luglio 2021 – Con due valige e qualche spicciolo nel 2001 a 27 anni, Giuseppe Travagliati saluta parenti e amici e, per una scelta di vita, si trasferisce a Londra.

Qui comincia a studiare la lingua inglese, si iscrive alla Oxford University e va a lavorare prima come croupier e poi come ispettore di sala presso il Mint Casino e il Crockford’s Casinò, quest’ultimo il Club più famoso e ricco di storia di Londra. Da qui vola in Francia a Cannes e viene assunto dal gruppo Partouche.

«Ma dopo circa cinque anni nei casinò europei- racconta Travagliati- complice la passione, il richiamo della foresta e dei cavalli e la morte di mio padre, salgo in aereo e ritorno a Cantiano per riprendere l’attività di famiglia: l’allevamento dei cavalli».

In poco tempo la mandria cresce e da 6 passa a 40 capi. Ma nel frattempo Giuseppe riscopre anche un antico mestiere. Quello del ‘vetturino’ o ‘mularo’ come lo chiamano da queste parti, colui che trasporta a bordo di muli la legna dai boschi più impervi del Catria. Un mestiere antico quanto faticoso (si contano sulle dita della mano quelli che ancora esercitano in Italia).

L’esperienza associativa

Giuseppe Travagliati diventa anche presidente dell’Associazione Allevatori Cavallo del Catria (nata nel 2020) e tecnico d’equitazione e accompagnatore equestre di campagna. Ma non è finita qui.

La sua intraprendenza, la sua amata passione per l’ippoturismo lo portano ad aprire a Chiaserna di Cantiano il ’Catria Ranch’, utilizzabile per le escursioni e il trekking a cavallo e anche per altre attività come il treeshower horsewatching e respirazione consapevole a cavallo.

«Dai miei avi a me – aggiunge Travagliati – sono ormai duecento anni che alleviamo cavalli. Mio zio Giovanni che aveva mandrie in Maremma ed è morto a 104 anni. Inventò il famoso bastone del ‘buttero’ che donò a Papa Woytila. Allevare cavalli è meraviglioso. Vi assicuro, non c’è mestiere più bello nella vita. Per chi vuol fare una cavalcata, il mio centro è sempre aperto ed è facilmente raggiungibile». Il passo cadenzato del cavallo, i rumori dei boschi riportano il turista ai vecchi film western, mancano sono i fagioli per essere dei novelli John Wayne. Vale la pena andarci.

 

©Il Resto del Carlino/Amedeo Pisciolini