Ippoterapia anche per i soldati ucraini feriti in guerra

I reduci di guerra vengono aiutati anche con l’ippoterapia, abbiamo imparato a farlo: ma quanto tempo serivrà per imparare a evitare le guerre?

Yuri e Vasyl con uno dei loro terapeuti - Foto EPA/MYKOLA TYS
Leopoli, 19 agosto 2022 – Lo diciamo sempre, che stare con i cavalli fa bene a tutti.

Ulteriore prova sul campo quella che arriva da Leopoli, in Ukraina, dove i soldati feriti in guerra e vittima di stress post-traumatico vengono aiutati anche con sedute di ippoterapia.

La fotografia di agenzia che vi mostriamo riguarda due di loro, Yuri e Vasyl, entrambi amputati agli arti inferiori durante i combattimenti seguiti all’invasione russa in territorio ucraino del 24 febbraio.

Loro sono entrati a far parte del programma portato avanti dall’organizzazione di volontari ‘Dotyk doloni’, letteralmente ‘il tocco della mano’: l’ippoterapia li aiuta sia dal punto di vista fisiologico che da quello, per così dire, morale e spirituale.

E per quanto la crudeltà delle guerre che continuano ad essere fatte non sia certo un complimento all’intelligenza dell’uomo, almeno abbiamo imparato a riconoscere l’importanza di aiutare psicologicamente chi ha dovuto viverle in prima persona.

Sembrano lontani i tempi in cui, subiuto dopo la Grande Guerra del ’15/’18, tanti superstiti venivano etichettati con il crudele ‘scemi di guerra’: mentre erano solo persone orribilmente sconvolte dalla crudeltà in cui erano state immerse.

Quante guerre ancora ci vorranno per imparare a evitarle?

Troppe, probabilmente.