Storie vere che fanno bene: Giulio Tronca, paradriver

Un percorso difficile, ma portato avanti con caparbietà e costanza: una storia che ci insegna quanto siano importanti la resilienza e il lavoro di squadra per ottenere grandi risultati

Giulio Tronca e Candy in gara, Sasso Fotografie

Vicenza, 10 marzo 2020 – Mai come di questi tempi fa bene uscire dal proprio piccolo guscio, e renderci conto che c’è gente che ha passato di peggio che starsene chiusa in casa per tre settimane.

Come Giulio Tronca, un cavaliere come tanti, tantissimi di noi che un brutto giorno a causa di un incidente stradale ha perso l’uso delle gambe: aveva 54 anni ed era nel pieno della vita, ma ha superato con caparbietà  il momento più critico e ha saputo guardare avanti, e alla grande.

Ma lasciamo che sia lui a raccontarsi: buona lettura.

La storia di Giulio Tronca

Ho compiuto 65 anni e sono in carrozzina da 11 anni a causa di un incidente stradale;da più di vent’anni, mi dedicavo all’attività equestre in sella per lunghe passeggiate, cercando di vivere il cavallo come contatto con la natura e pratica sportiva.

Solo dopo l’incidente ho iniziato l’attività degli Attacchi  a livello agonistico, ho cominciato nel 2010 con il fondamentale aiuto di Carlo Mascheroni, pluricampione italiano della specialità.

Nel 2014 e nel 2016 al Campionato Italiano di Completo a Caravino ho ottenuto la medaglia di bronzo della categoria 1° grado normali, ed a Sommacampagna la medaglia d’oro durante il Campionato Veneto cat.1° grado.

Due risultati di grande valore per il sottoscritto che dal 2012 è anche Campione Nazionale Paralimpico.

Nel 2016 ho partecipato al Campionato Nazionale tedesco Paradrivers a Monaco, ed al Campionato Mondiale Paradrivers a Beesd, in Olanda, come primo para-driver italiano a questo livello internazionale.

Nel 2018 ho partecipato al Campionato Mondiale Paradriving a Kronenberg in Olanda ottenendo il 3° posto in dressage ed il 9°posto in maratona; purtroppo un errore nel percorso coni mi ha escluso dalla classifica generale.

Il 2019 è stato un anno di riorganizzazione e di cambiamento nella gestione e preparazione della mia cavalla, Candy: i risultati ottenuti nei concorsi a cui abbiamo partecipato sono stati più che incoraggianti.

Soprattutto è stato bello vedere che la maggioranza dei concorsi di attacchi fatti in Italia ha visto anche la presenza della categoria paralimpica.

Questo ci permette di sperare di partecipare al campionato del mondo Paradriving 2020 con una squadra italiana; sarebbe la prima volta nella storia ed entreremmo fra le 5 nazioni del mondo con tale presenza.

Costruire qualcosa di importante nel nostro sport riesce a farmi guardare alla mia disabilità con un occhio diverso: è una sfida in cui ti devi misurare in prove ed inventare soluzioni che nessuno può regalarti.

Certo, nella pratica degli attacchi il protagonista è sempre il binomio cavallo-driver e per superare prove di difficoltà così alta come quello di una gara di Dressage+Completo+Coni/ostacoli- bisogna fare un percorso complesso ed impegnativo…ma credetemi, ne vale la pena!

Il Centro Ippico Albereria di Sandrigo (VI) è il luogo dove svolgiamo l’attività e io e Candy.

La sua gestione e preparazione è affidata a Rachele, mentre Flavio mi accompagna come groom nelle gare e Donatella, mia sorella, mi assiste per le necessità personali.

Un ruolo decisivo lo svolgono pure il nostro istruttore, il maniscalco, la veterinaria e l’osteopata di Candy, chi sceglie fieno, mangime e alimentazione adeguata per lei: insomma, siamo davvero un grande equipaggio.

Perché il cavallo ed il para-driver sono i due atleti dalla cui preparazione dipendono i risultati, ma è solo il lavoro concorde di tutto il team che permette di svolgerla nel migliore dei modi.

Come in tante altre cose e in tante altre situazioni, aggiungiamo noi: e ogni riferimento a fatti di cronaca  recentemente avvenuti non è per niente casuale.