Antonio Alfonso: ci alleniamo come e quando possibile

Il cavaliere azzurro è alla vigilia di una serie di impegni molto importanti per lui, per i suoi cavalli e per la nostra squadra nazionale: ma l’avvicinamento è stato reso difficile da Covid-19 e Ehv-1…

Antonio Alfonso su Charmie (ph. One Shot)

Bologna, mercoledì 7 aprile 2021 – Con il profilarsi all’orizzonte di due eventi importanti come lo Csio a tre stelle di Gorla Minore (21-25 aprile) e del Campionato d’Italia in programma a Cervia (29 aprile-1 maggio) si può ben affermare che la stagione del grande salto ostacoli in Italia ormai si stia mettendo in moto… Senza dire che su questo panorama si staglia in tutta la sua prestigiosa importanza lo Csio di Roma in calendario a Piazza di Siena dal 27 al 30 maggio.

Una stagione molto importante, più del solito: perché viene dopo quella annientata dal Covid-19; perché precede quella che nel 2022 proporrà la prima delle due tappe di qualifica alle Olimpiadi del 2024 (che l’Italia da troppo tempo fallisce… ), cioè il Campionato del Mondo di Herning; e perché – proprio per tutte queste ragioni – dovrà indicare ai tecnici azzurri Duccio Bartalucci e Marco Porro nuove soluzioni per la squadra nazionale dopo che alcuni importanti cavalli sono stati venduti nel recente passato e altri fatalmente sono invecchiati.

Tra i nomi nuovi con ottime probabilità ci saranno quelli dei cavalli di Antonio Alfonso (43 anni), Charmie e Donanso. O meglio, relativamente nuovi, poiché Donanso (Kwpn nato nel 2008 da Vingino x Manhattan) ha fatto parte della squadra azzurra che nel 2019 ha vinto la Coppa delle Nazioni a cinque stelle di Gijon, mentre Charmie (Holsteiner nato nel 2011 da Connor x Candillo) è apparso come una delle più belle rivelazioni del 2020, cioè di quel poco che nel 2020 è stato possibile…

Quindi soprattutto per Charmie quella che sta cominciando sarebbe in situazioni normali la stagione agonistica della definitiva affermazione… Ma appunto: l’attuale è una situazione… normale? Antonio Alfonso – il quale da tempo si è stabilito in Olanda – ci racconta una realtà probabilmente comune a tutti i nostri cavalieri che come lui vivono e lavorano all’estero: per questo è utile e interessante ascoltarlo.

«Quella che stiamo vivendo è una situazione che non ha nulla di normale… E come se non bastassero Covid-19 e Ehv-1, in questi ultimi giorni si sono scatenate qui vere e proprie bufere di neve… ».

Il che renderà il lavoro e l’allenamento ancora più problematici…

«Ma per fortuna non fa troppo freddo, così la neve si scioglie in fretta. Il vero problema è che sono completamente saltate tutte le programmazioni, tutti i piani… E per uno metodico come me non è un problema da poco».

Tra l’altro lei è alla viglia della partenza per arrivare in Italia: i tecnici azzurri l’hanno inserita nella squadra per lo Csio di Gorla del 21-25 aprile.

«Sì, e prima dovrei partecipare allo Csi a tre stelle sempre a Gorla dal 14 al 18 aprile, ma stiamo vivendo davvero alla giornata. Per esempio a oggi, 7 aprile, la Fei non ha ancora pubblicato la lista dei laboratori ai quali noi ci dovremmo rivolgere per far analizzare il sangue dei nostri cavalli così da poter partire entro le 72 ore precedenti il concorso. A oggi questa lista non c’è… ».

E quindi?

«E quindi speriamo che al massimo domani questa lista compaia. Perché poi c’è bisogno del Pcr anche per i cavalli per arrivare a Gorla la prossima settimana. Le 72 ore sono un filino strette, perché se noi dovessimo portare il sangue lunedì ci sarebbe il rischio di non avere il risultato martedì: e i cavalli arrivano a Gorla appunto martedì. Insomma, la situazione è un po’ ingarbugliata, ma cerchiamo di essere ottimisti e di pensare positivo».

Le difficoltà che stiamo vivendo rappresentano un problema anche dal punto di vista dell’allenamento e della preparazione dei cavalli?

«Altroché! Per i miei cavalli il programma sarebbe stato quello di fare due o tre concorsi all’aperto prima di arrivare in Italia la settimana prossima. Ma non mi è stato possibile: tutti i concorsi sono stati annullati a causa dell’epidemia dell’Ehv-1 e quindi arriveremo a Gorla tra qualche giorno senza aver mai saltato in gara all’aperto… Per fortuna prima dello Csio c’è lo Csi, così Charmie potrà fare almeno due percorsi di allenamento all’aria aperta».

Quindi che tipo di lavoro e di preparazione ha svolto durante questi ultimi tempi in Olanda?

«Ci siamo allenati così, per modo di dire: si affittano i campi e si fanno dei training privati».

Ed è sufficiente?

«Assolutamente no! I cavalli entrano in forma solo saltando in gara. Io in gennaio ho fatto solo un paio di concorsi indoor, poi ci siamo di nuovo fermati per tre o quattro settimane… Per loro è difficile riprendere il ritmo della competizione così».

Potrebbe essere un problema psicologico anche per i cavalieri?

«Io sono un tipo molto metodico e mi piace avvicinarmi agli eventi importanti con la consapevolezza di aver svolto una buona e giusta preparazione. Per esempio per la Coppa delle Nazioni dello Csio di Vilamoura dello scorso novembre in Portogallo (Italia al 3° posto, Charmie favoloso doppio zero, n.d.r.) avevo programmato due mesi di avvicinamento e preparazione in concorso prima a Vejer de la Frontera in Spagna e poi proprio a Vilamoura nei concorsi che precedevano lo Csio. Per dire… Questa volta invece come ho detto tutti i programmi sono saltati e questa cosa mi mette un po’ in difficoltà, lo ammetto, anche perché Charmie è un cavallo che ha bisogno di saltare per entrare in condizione. Ma non è detto che per tutti sia così: anzi, ci sono cavalli che meno saltano e più freschi e reattivi si presentano in gara. Ogni cavallo ha il suo modo, questo è ovvio».

Nei training di allenamento di cui parlava prima come ha gestito il lavoro?

«Noi abbiamo la fortuna di avere a un chilometro e mezzo da casa nostra il più grande centro ippico d’Olanda, l’Equestrian Centre di Peelbergen, a Kronenberg, di cui tra l’altro siamo anche soci fondatori. Lì tutti i martedì abbiamo a disposizione un’arena personale dove c’è un percorso completo di dodici ostacoli in cui si può fare tutto quello che si vuole. Abbiamo tre ore a disposizione, io vado con i miei cavalli, faccio dei percorsi con tutti loro, e poi il pomeriggio torno a casa. Però questo non è sufficiente per affrontare impegni di alto livello, nonostante io mi possa ritenere anche fortunato e contento di avere quella possibilità. Ma non è mai come essere in concorso. Comunque non è sufficiente per affrontare impegni di livello come quelli che affronteremo adesso».

Per questa sua prossima trasferta in Italia quale sarà quindi il programma?

«Farò prima lo Csi di Gorla la settimana prossima, poi sempre a Gorla lo Csio il fine settimana successivo, quindi il Campionato d’Italia di Cervia che è in programma la settimana seguente. Charmie farà due percorsi nello Csi giusto per entrare nel clima e poi la Coppa delle Nazioni nello Csio; invece Donanso, che come Charmie non ha ancora mai fatto un concorso all’aperto, dovrebbe fare il Gran Premio dello Csi di Gorla e poi eventualmente il Campionato d’Italia. Arriveremo a tutto questo con una preparazione non adeguata, ma cosa ci posso fare? Piuttosto: posso dire una cosa sulla questione della rinopolmonite?».

Ci mancherebbe altro… certo!

«Mi pare di capire che questa situazione stia suscitando un po’ di malumori sulla faccenda del vaccinare sì vaccinare no… Io confido molto nel buonsenso della gente, di tutti noi. Credo che nel bene e nel male dovremmo fare tesoro di quello che ci ha insegnato la pandemia del Covid-19. E quindi dico che secondo me vaccinare è essenziale in quanto può ridurre di certo l’impatto del virus, anche se ormai sappiamo bene che la variante neurologica dell’Ehv-1 non è coperta dal vaccino, questo lo abbiamo ben capito. Ma minore è il numero dei soggetti a rischio in giro, e maggiori sono le probabilità di contenere l’epidemia. Alla fine io sono ottimista: ce la faremo a uscire anche da questo dramma che ha colpito i nostri cavalli. Bisogna pensare in positivo!».