Campionato d’Italia: una storia che parte da lontano

Cavalli, amazzoni e cavalieri che hanno costruito l’albo d’oro della manifestazione iridata sono i protagonisti di un racconto entusiasmante: Roberto Arioldi e Giulia Martinengo Marquet ne hanno firmato pagine indimenticabili…

Roberto Arioldi e Giulia Martinengo Marquet, il cavaliere e l'amazzone dei record (ph. UM)

Bologna, mercoledì 9 settembre 2020 – Inizia oggi la grande manifestazione che venerdì e sabato mette in calendario il Campionato d’Italia seniores di salto ostacoli: teatro dell’evento il magnifico impianto della famiglia Etrea a Busto Arsizio (Varese). Come corollario della massima competizione tricolore ci sono anche il Campionato d’Italia amazzoni, quello Ambassador e quello Interforze, oltre a tutti i Criterium e i Trofei relativi. Dopo il grande spettacolo andato in scena ad Arezzo – dove lo scorso fine settimana sono stati assegnati i titoli nazionali per le classi d’età pony, children, juniores e young rider – il panorama del salto ostacoli tricolore si completa quindi nei prossimi giorni: entro sabato sera tutte le categorie e le classi d’età e le… aree riservate avranno il loro campione d’Italia per il 2020.

Quella del Campionato d’Italia di salto ostacoli è una storia che affonda le sue radici molto lontano nel tempo, anche se sviluppando un cammino per certi versi abbastanza sconcertante. La prima edizione si disputa nell’ambito di quelli che la Fise denomina Campionati Equestri Nazionali e che nascono nel 1937: un evento che viene organizzato a Roma nel parco di Villa Borghese (a quel tempo denominata Villa Umberto), in parte sul terreno di Piazza di Siena e in parte su quello del Galoppatoio (allora esisteva un impianto meraviglioso di cui oggi non c’è più traccia). I titoli in palio sono diversi: secondo la denominazione di allora si tratta del Campionato Italiano di Concorso Ippico (appunto salto ostacoli: erroneamente definito concorso ippico, dato che anche una gara di completo è un concorso ippico, per esempio… ), di Elevazione, di Estensione, riservato alle Amazzoni, di Addestramento, di Polo; più la Coppa delle Rimonte (destinata ai cavalli che non avessero vinto premi in denaro in concorsi ippici riconosciuti dalla Fise prima dell’1 gennaio 1936), e il Criterium Italiano dei Cinque Anni (per cavalli italiani nati nel 1932). Nel 1938 il programma è identico, mentre nel 1939 (dal 22 al 28 ottobre) si aggiunge il Campionato Juniores. Infine il 1940: i Campionati Equestri Nazionali iniziano il 27 ottobre… un momento storico drammatico. Tuttavia l’idea che lo sport non si debba fermare nonostante le tragiche evidenze (Mussolini ha annunciato all’Italia l’entrata in guerra il giorno 10 giugno… ) è dimostrato da quanto la Fise comunica a proposito di questa edizione del campionato di salto ostacoli: «Al vincitore verrà attribuito il titolo di campione italiano di concorso ippico ed assegnata la Coppa degli Assi (trasmissibile) che sarà definitivamente aggiudicata al cavaliere che la vincerà tre volte, anche non consecutive, con almeno due cavalli differenti – La Coppa degli Assi all’atto della sua definitiva aggiudicazione, porterà con sé una dotazione in danaro formata dall’importo di tutte le tasse d’iscrizione che nei vari anni saranno state raccolte per il Campionato Italiano di concorso ippico». Nessuno se la aggiudicherà tre volte: perché questa del 1940 sarà ovviamente l’ultima edizione prima della fine della guerra…

Ma – ed ecco la cosa sconcertante – prima che il Campionato d’Italia di salto ostacoli possa riprendere a vivere devono trascorrere poco meno di trent’anni da quel triste e cupo 1940… Proprio così, si riprende infatti nel 1967. E perché non prima? Perché tutto questo tempo? Come è possibile che né alla Fise né ad alcun altro sia venuto in mente di riproporre il Campionato d’Italia per un periodo di tempo così lungo? Non c’è risposta: è semplicemente successo… le cose sono andate così, senza un motivo particolare.

Nel 1967 la prima edizione del Campionato d’Italia di salto ostacoli di epoca… diciamo moderna si disputa a Montelibretti, negli impianti della Scuola Militare di Equitazione: vince Graziano Mancinelli su Petter Patter davanti a Stefano Carli su Odward e a Franco Randazzo su Mount Leinster. E i vincitori di quelle quattro edizioni precedenti la guerra? Eccoli: nel 1937 Alfredo Ferranti su Ventitré, nel 1938 Gerardo Conforti su Ronco II (secondo posto per Antonio Gutierrez su Torno, terzo per Mario Lombardo di Cumia su Urbinate), nel 1939 Antonio Gutierrez su Torno (secondo posto ex aequo Alessandro Bettoni su Adigrat e Luigi Coccia su Maga), nel 1940 Gerardo Conforti su Popilio (poi Carlo Defendente Pogliaga su Blanco e ancora Conforti su Volante II).

Dal 1967 dunque inizia la serie ininterrotta fino a oggi. Una serie fortemente segnata nelle sue prime undici edizioni senza soluzione di continuità dai quattro Grandi: Graziano Mancinelli vince cinque volte, Raimondo d’Inzeo tre, Piero d’Inzeo due, Vittorio Orlandi una. Per undici anni nessuno riesce a farsi largo tra questi favolosi cavalieri. Il primo a spezzare questa egemonia è Uberto Lupinetti, vincitore nel 1978, mentre l’unico dei quattro Grandi che torna alla vittoria sarà Graziano Mancinelli nel 1981 collezionando così quelle sei medaglie d’oro che hanno rappresentato un record assoluto, fin tanto che il formidabile Roberto Arioldi non è riuscito a fare altrettanto cominciando nel 1987 per poi infilare una straordinaria quaterna consecutiva dal 1999 al 2002 e rifinire l’opera nel 2010. Altri vincitori multipli sono Filippo Moyersoen (quattro scudetti: 1983, 1989, 1991, 2013), Emilio Bicocchi (tre: 2005, 2009, 2016), Juan Carlos Garcia (due: 2004 e 2017), Giorgio Nuti (due: 1984 e 1988), Arnaldo Bologni (due: 1993 e 1995), Jerry Smit (due: 1996 e 2007). Record anche per Manuela Bedini nel 1994: la prima donna a vincere il titolo; la emulerà Alessia Marioni nel 1998, ma l’unica amazzone capace di vincere due volte è Giulia Martinengo Marquet, con i successi del 2015 e del 2018.

E tra i cavalli? Record per Paprika della Loggia: tre vittorie – tra l’altro consecutive! – dal 1999 al 2001… Cosa che non fa altro che rendere ancor più sensazionale il curriculum tricolore di Roberto Arioldi, dato che Paprika è un prodotto dell’allevamento della coppia Annina Rizzoli/Roberto Arioldi appunto… Con due vittorie ci sono Mayday (Arnaldo Bologni: 1993 e 1995), Dugano (Filippo Moyersoen: 1989 e 1991), Lydican (Graziano Mancinelli: 1974 e 1976), Bellevue (Raimondo d’Inzeo: 1968 e 1970).

Insomma, dentro l’albo d’oro del Campionato d’Italia di salto ostacoli ci sono storie meravigliose: grandi cavalli, grandi amazzoni, grandi cavalieri, più tutto quello che sta dietro ciascuno di loro. E le storie non finiscono: stiamo infatti per leggerne una altrettanto appassionante… Luca Marziani è il campione in carica, ha vinto lo scorso anno in sella a Tokyo du Soleil, cavallo con il quale il cavaliere romano ha formato un binomio formidabile, la colonna portante della squadra azzurra del 2018 e 2019… Poi sappiamo come sono andate le cose: per il cavallo c’è stata un’offerta irrinunciabile, Tokyo è stato venduto, Luca Marziani ha vissuto diversi mesi quasi sotto shock, poi si è scosso, si è lasciato il passato dietro le spalle ed è andato incontro al futuro pieno di voglia e di entusiasmo; ora dispone di un cavallo di eccellenti qualità messogli a disposizione dal presidente della Società Ippica Romana – Pierluca Impronta – della quale Marziani stesso è direttore tecnico, e le motivazioni per fare bene (o… benissimo?) stanno girando a mille nel suo cervello e nel suo cuore. Lui lo ha detto: punta al massimo… Ma come lui tutti i suoi avversari. Tra i quali certamente anche l’infinito e inesauribile Roberto Arioldi… Già, Roberto Arioldi: e se facesse sette? Tra venerdì e sabato sapremo tutto.

IL PROGRAMMA DELLE GARE A BUSTO ARSIZIO
https://www.fise.it/images/AAANEWS2016/DOCUMENTI/DOCUMENTI_2020/ORARI_campionati__agg_080920.pdf