La bellezza delle Coppe delle Nazioni. Mai dire mai, mai dare nulla per scontato, mai arrendersi, mai pensare che il risultato sia scritto prima della fine della gara. Mai.
Oggi in Piazza di Siena abbiamo avuto la fisica dimostrazione che una Coppa delle Nazioni può essere come le montagne russe: salite lente e ripide e poi discese vorticose e stordenti, poi curve e giri della morte da togliere il fiato e infine un giramento di testa che non ti fa capire più niente…
La Germania sembrava destinata a fare un sol boccone della gara, anche perché ha schierato l’artiglieria pesante, pilotata per tre quarti da amazzoni portentose. Ma alla fine della prima manche Francia e Stati Uniti l’hanno raggiunta al vertice della classifica, tutte a 4 penalità. Solo 4 penalità. L’Olanda si è messa in una situazione di mezza strada (8). Gran Bretagna, Brasile e Italia a 12 apparentemente lontane dalla lotta per il vertice, non tanto per il punteggio in sé quanto per le modalità con cui è maturato per ciascuna formazione: il numero uno dei brasiliani – Rodrigo Pessoa su Major Tom – ha chiuso con il peggior punteggio della squadra (8 penalità), tra i britannici Ellen Whitaker su Korlensky e Robert Murphy su Eagle van de Wolfsakker non sono sembrati all’altezza di Ben Maher su Enjeu de Grisien e di Scott Brash su Hello Jefferson (anche se proprio quest’ultimo ha ‘mancato’ quel percorso netto che avrebbe consentito alla squadra di rimanere in corsa), e tra gli azzurri è sembrato che Casal Dorato (Paolo Paini) mancasse effettivamente di un po’ di esperienza su questo livello di gare e che Emanuele Gaudiano effettivamente ‘senta’ troppo la gara a squadre, una responsabilità che lui non è abituato a sostenere nelle decine e decine di vittorie che abitualmente conquista in solitudine.
Ma poi ecco la seconda manche, mentre si stavano già facendo le previsioni su di un possibile barrage per il vertice della classifica e tutti i calcoli possibili per immaginare dove si sarebbe collocata l’Italia… Ecco la seconda manche ed ecco le montagne russe… La Germania è andata a picco in modo perfino sorprendente… La Gran Bretagna dopo le 8 penalità di Ben Maher su Enjeu de Grisien e le 25 di Robert Murphy ha alzato bandiera bianca… Il Brasile ha ripetuto le 12 penalità della prima manche… Argentina ed Emirati Arabi Uniti alla seconda manche non ci sono proprio arrivate… La Svizzera non è mai stata in corsa… L’Olanda ha peggiorato il risultato della prima manche raddoppiando il numero di penalità (8/16, dunque 24).
Duello testa a testa tra Francia e Stati Uniti, con una differenza sostanziale nel risultato del quarto binomio, quello che avrebbe sancito il risultato di ciascuna formazione (entrambe fin lì con un potenziale 4/0): il francese Kevin Staut su Visconti du Telman ha chiuso con ben tre errori, mentre lo statunitense McLain Ward su Imperial con una sontuosa prestazione – doppio zero per lui – ha dato la vittoria alla sua squadra valorizzando al meglio il 4/4 di Laura Kraut su Bisquetta, il magnifico 0/0 di Lillie Keenan su Kick On e l’ottimo 4/0 di Karl Cook su Caracole de la Roque. Una responsabilità enorme sulle sue spalle… Trionfo statunitense quindi con un totale di 4 penalità davanti alla Francia a 8 e… all’Italia! Esatto: terzo posto per gli azzurri a parità di penalità (20) con la portentosa Germania ma con una somma di tempi migliore!
Allora, l’Italia. Quanti pensieri, quante considerazioni e soprattutto quante emozioni. Giacomo Casadei su Marbella du Chabli – seconda Coppa delle Nazioni a Roma per il giovane azzurro, e sesta presenza in assoluto – è stato bravissimo: ha montato con una freddezza e una consapevolezza da cavaliere consumato, ragionando, conservando i nervi saldi dal primo all’ultimo ostacolo e tenendo tutto sotto controllo: il risultato di 4/4 nasce da un avvicinamento forse un filo lontano sull’ostacolo n. 5 (un largo, caduta la prima barriera) e da un errore sul largo di uscita della gabbia n. 11, penultimo ostacolo del percorso. Ma quello che abbiamo visto oggi è a tutti gli effetti un giovane che ha smesso di essere giovane (nonostante i suoi 22 anni… ) per diventare un cavaliere maturo e consapevole. Vedere Giacomo Casadei e Marbella du Chabli oggi è stato bellissimo.
Emanuele Gaudiano è sembrato stranamente (molto stranamente… ) un po’ in difficoltà nel primo percorso – tanto da uscire perfino dal tempo massimo, cosa normalmente impossibile per lui… – e invece del tutto a suo agio nel secondo: però un 14/8 che non è proporzionale alla qualità del binomio che lui forma con Chalou’s Love PS.
Paolo Paini e Casal Dorato sono forse il capitolo più bello di questa Coppa per l’Italia. Cavallo italiano, 10 anni ma ancora inesperto su gare di questo livello, cavaliere che non aveva mai fatto un Coppa delle Nazioni a Roma prima di oggi (per un italiano la Coppa delle Nazioni di Roma non è come tutte le altre, proprio no, nemmeno come quella di Aquisgrana… ), vincitori insieme del Campionato d’Italia 2025. Ieri nella gara di allenamento un allarme: Casal Dorato si era quasi accucciato sull’ostacolo che raffigura il Colosseo, sorpreso e stupito e forse nemmeno troppo ‘motivato’ da Paolo Paini che non si aspettava una reazione del genere… ! Oddio, e adesso? Magari Casal Dorato si è spaventato, magari Paolo Paini si è messo in tensione, magari domani… Domani è arrivato, cioè oggi: nella prima manche un errore sull’elemento centrale della doppia gabbia e uno sull’uscita della gabbia 11… però saltando benissimo tutti gli altri ostacoli ‘singoli’. Secondo percorso: uno spettacolo! Magnifico. Soprattutto perché sia Paini sia Casal Dorato hanno dato la netta, chiarissima sensazione di aver preso le misure di tutto, di aver chiarito tutto, di aver calibrato tutto… e quindi di aver voluto dimostrare tutto ciò a sé stessi, ai compagni, ai tecnici, agli avversari, al pubblico… Uno zero meraviglioso.
Giulia Martinengo Marquet. A fine gara la campionessa azzurra ha confidato candidamente: “Non sono mai stata tanto in tensione come oggi… !”. Ovvio: su di lei le aspettative erano massime, da lei ci aspetta sempre il meglio… Ma non solo per questo: anche perché ieri Delta de l’Isle nella gara di allenamento aveva fatto un rifiuto all’ingresso di una gabbia. Allarme? Mah… diciamo che ieri la pressione non era certo paragonabile a quella di oggi. Oggi Giulia Martinengo Marquet ha fatto vedere la bellezza dell’equitazione, della sua equitazione, e tutto il valore di un cavallo come Delta (che le divinità del salto ostacoli ce lo conservino a lungo… ) che mette sempre la sua amazzone nella condizione di dimostrare tutta la sua eccezionale bravura.
Così la nostra Italia che alla fine della prima manche sembrava destinata a un piazzamento di media classifica ha in realtà conquistato un bellissimo terzo posto. Il che ci induce naturalmente a una considerazione: dopo la doppietta di vittorie 2017/2018, la squadra azzurra ha conquistato un piazzamento ‘medio’ nel 2019 (5° posto su nove squadre), due molto tristi nel 2021 e 2022 (10° posto su dodici squadre e 9° su dieci), un meraviglioso 2° posto nel 2023 (che poteva essere benissimo una vittoria: ottenuto in un barrage a due… ), un 8° posto su dieci squadre nel 2024 che è ovviamente deludente sul piano del risultato ma con una spettacolare seconda manche chiusa a zero penalità… E oggi questo 3° posto. Diciamo pure che una cosa è certa: la Coppa delle Nazioni di Roma ci riserva sempre emozioni assolutamente speciali!
LA CLASSIFICA DELLA COPPA DELLE NAZIONI
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