Uno spettacolo di nome Chaclot

Il formidabile stallone baio figlio di Chacco Blue ha raggiunto sotto la guida di Riccardo Pisani un livello di bellezza e qualità nella prestazione sportiva davvero entusiasmante

Riccardo Pisani e Chaclot (ph. UM)

Bologna, lunedì 5 luglio 2021 – Durante il Gran Premio dello Csio d’Olanda ieri a Rotterdam c’è stato un momento di spettacolo meraviglioso. Uno spettacolo che ha il nome di un cavallo e di un cavaliere: Chaclot e Riccardo Pisani.

Una delle particolarità peculiari dello sport equestre è che ci può essere bellezza sublime anche senza successo agonistico, e perfino successo agonistico senza bellezza. Ieri con il binomio azzurro si è verificato il primo caso: Chaclot nel percorso base del Gran Premio di Rotterdam ha esibito il campionario più completo e perfetto delle sue formidabili qualità, valorizzate al meglio dal suo cavaliere. Compatto, muscoloso, potente, elastico, una parabola rotonda e maestosa, anteriori e posteriori che si muovono come meglio non sarebbe possibile, il garrese che sul salto si solleva davanti al cavaliere come un’onda inarrestabile, un galoppo che sprigiona potenza a ogni falcata: questo è lo spettacolo Chaclot.

Oggi Chaclot ha raggiunto la piena maturità, sotto tutti i punti di vista: divenendo così senza alcun dubbio uno dei migliori cavalli del nostro salto ostacoli, se non il migliore in assoluto, dopo anni di crescita, di lavoro, di perfezionamento sia da parte del cavaliere sia da parte del cavallo.

Riccardo Pisani – 40 anni il prossimo 23 agosto – prima di Chaclot aveva svolto una ottima carriera agonistica, ma senza arrivare ai livelli di Coppe delle Nazioni e Gran Premi a cinque stelle, per non dire di campionati internazionali. Poi l’incontro con questo magnifico stallone baio figlio di Chacco Blue (quest’ultimo il miglior padre di cavalli sportivi degli ultimi anni) nel febbraio del 2017, quando il cavallo aveva 8 anni (Chaclot è nato nel 2009, registrato nello studbook dell’Oldenburg, madre da Fly High I, un figlio di For Pleasure), acquistato dalla mamma di Silvia Bazzani, moglie di Riccardo, il quale ricorda: «Era un cavallo molto verde, lo montava un ragazzone che faceva solo gare nazionali. Ci è subito piaciuto molto. Noi in realtà eravamo lì da Paul Schockemoehle per comperare dei cavalli giovani, però con Chaclot c’è stato una specie di amore a prima vista e così abbiamo deciso di fare un’eccezione al nostro abituale programma, che è sempre stato quello di comperare per l’appunto cavalli giovani».

Il 2017 è stato un anno di… assemblaggio, diciamo, di conoscenza reciproca e di maturazione condivisa: «Chaclot era un po’ tardivo come molti dei figli di Chacco Blue, in più è stallone. Durante l’anno ha alternato gare buone con altre caratterizzate da errori di inesperienza. Così con Jos Lansink (il grande fuoriclasse olandese/belga campione del mondo nel 2006, trainer di Riccardo Pisani, n.d.r.) abbiamo pensato di dedicare l’inverno a un lavoro di costruzione dalla base, dal lavoro in piano, e poi la primavera del 2018 a una serie di concorsi utili solo e soltanto in funzione del lavoro e non del risultato agonistico. Abbiamo lavorato sul fisico del cavallo, sulla sua condizione, sul trovare l’imboccatura giusta, su come organizzare il concorso nell’arco dei tre o quattro giorni di gara. Siamo davvero… entrati nel cavallo. È stato come collegare tutti i tasselli di un puzzle per avere infine l’immagine completa».

L’effetto del lavoro si è visto: dopo due positive Coppe delle Nazioni a Hickstead e a Gijon (entrambe a cinque stelle), il binomio Pisani/Chaclot ‘esplode’ in occasione della finale del circuito di Coppa delle Nazioni a Barcellona in ottobre, con due percorsi netti favolosi. Una prestazione del genere, in una gara del genere, consacra cavaliere e cavallo come pedina fondamentale per la squadra italiana.

Il 2019 inizia con l’obiettivo del Campionato d’Europa di Rotterdam, per noi particolarmente importante poiché penultima possibilità di guadagnare la qualifica per le Olimpiadi. Chaclot viene quindi impegnato durante l’anno in alcune delle più importanti gare per la nazionale azzurra, cioè le Coppe delle Nazioni di Roma, San Gallo, Hickstead. Poi arriva Rotterdam: il cui esito per la nostra squadra è stato meno felice di quanto tutta l’Italia si aspettasse, ma Chaclot termina tutti i suoi percorsi sempre e solo con un errore. E con punti di penalità sul tempo massimo.

Il tempo, sì. Proprio questo inconveniente (che si è presentato talvolta durante questi primi periodi della sua carriera agonistica) ha fatto descrivere Chaclot da più di qualche osservatore come cavallo poco… moderno: bello, spettacolare, tecnica sopraffina… ma non così veloce e agile come richiesto dagli attuali percorsi in campo ostacoli. Ma non è questione di ‘modernità’: è che talvolta si esce dal tempo per difetto di sicurezza, per timore di mancare nella precisione, per assicurarsi quella esattezza che erroneamente si pensa di non possedere altrimenti. Tutte cose che si risolvono quando cavallo e cavaliere insieme riescono a raggiungere la totale comprensione e soprattutto la reciproca fiducia e la massima consapevolezza dei propri mezzi. Cioè dopo gare e gare, soprattutto gare difficili e importanti nelle quali bravura e senso di responsabilità si allaccino in una unica soluzione.

Oggi la prima parte della parabola di crescita di Riccardo Pisani e Chaclot insieme si può dire conclusa: quella che serve per raggiungere il meglio di ciò che un cavallo e un cavaliere possono offrire insieme. E insieme il cavaliere azzurro e il suo cavallo sono uno spettacolo: uno spettacolo che in questo 2021 è andato in scena a Roma in Piazza di Siena nello Csio d’Italia, a La Baule nello Csio di Francia con un magnifico doppio netto in Coppa delle Nazioni, e infine ieri nello Csio d’Olanda a Rotterdam con un percorso base in Gran Premio che potrebbe essere considerato come più eloquente esempio di ciò che questo formidabile stallone è in grado di realizzare insieme al suo cavaliere.

Chaclot è nato nel 2009, dunque ha 12 anni: per le sue caratteristiche ‘personali’, per il modo in cui è stato impegnato nel corso della sua carriera, per le oggettive aspettative che contraddistinguono i cavalli della sua età, possiamo senz’altro dire che davanti a lui e a Riccardo Pisani ci sono almeno altri tre o quattro anni di sport a questo livello. Ma la cosa più bella, collegata a questa serie di considerazioni, è la seguente: Chaclot non è in vendita. Le offerte ci sono state, del resto non poteva essere altrimenti, oggi qualunque cavallo di valore pari al suo attira l’attenzione di chi può permettersi di mettere sul piatto denaro pesante. E spesso – lo sappiamo bene – i cavalli si vendono, giustamente tra l’altro. Ma non Chaclot: lui e Riccardo Pisani sono e saranno il pilastro attorno al quale costruire l’Italia che deve affrontare le sfide più difficili e prestigiose che ci attendono da oggi in poi.