Rebecca Greggio e l’emozione di una vittoria mondiale

Insieme a Davide Zanella e guidata da Claudia Petersohn ed Emanuele Righetto la volteggiatrice padovana su Orlando Tancredi ha firmato un formidabile successo domenica scorsa a Basilea: la vittoria della Coppa del Mondo di volteggio!

Rebecca Greggio e Orlando Tancredi (ph. FISE Veneto)

Padova, mercoledì 17 gennaio 2024 – I padovani Rebecca Greggio (23 anni) e Davide Zanella (25) su Orlando Tancredi e sotto la guida di Claudia Petersohn e di Emanuele Righetto (Centro Volteggio I Prati, a Vigonza, alle porte di Padova) hanno vinto a Basilea domenica scorsa la finale della Coppa del Mondo di volteggio con un Pas de Deux che ha suscitato l’incondizionata ammirazione non solo della giuria, ma anche del pubblico, degli addetti ai lavori e della stampa internazionale. Un capolavoro!

Rebecca, le sue sensazioni il giorno dopo… ?

«Non so descriverle, anche perché penso che non abbiamo ancora realizzato compiutamente l’accaduto. Posso dire delle sensazioni provate il giorno stesso della gara: quelle dei giorni seguenti sono un po’ confuse… non saprei dire, non riesco ancora a realizzare… Abbiamo fatto una cosa che volevamo fortemente, senza però essere sicuri di poterci riuscire… ci sono troppe variabili, non ultima il rendimento del nostro cavallo».

Ecco, Orlando come se l’è cavata?

«Orlando è stato magistrale nel suo lavoro, l’ultimo giorno di gara è stato veramente un numero uno assoluto… ».

Questo favoloso risultato arriva dopo un periodo non facilissimo per lei e per Davide Zanella…

«Sì, infatti le emozioni sono miste: da un lato grande sollievo per essere riusciti a centrare l’obiettivo, dall’altra una immensa gioia che ci ripaga delle delusioni patite durante il 2023».

La mancata partecipazione alla finale della Coppa del Mondo di Omaha l’anno scorso per un problema solo burocratico deve essere stato un fatto difficile da accettare…

«Sì, certo, poi si è aggiunta la delusione del Campionato d’Europa…  Sapevamo che avremmo potuto dare veramente tanto, ma per motivi che non riguardano noi e la nostra preparazione non siamo riusciti a dimostrare ciò che avevamo in serbo per il pubblico e per la giuria».

Quindi la vittoria di Basilea la sente come una sorta di compensazione?

«Sì, e anzi… assume un ulteriore valore perché per noi è come un riscatto. La vittoria, sì, bellissima, ma ulteriormente avvalorata da questa voglia di riscatto».

E poi questa vittoria vi garantirà anche la prossima finale…

«Esatto: in quanto vincitori di questa Coppa del Mondo abbiamo già la qualifica per la finale dell’anno prossimo: abbiamo ottenuto due risultati in uno».

C’è stato qualche momento di difficoltà a Basilea oppure è andato tutto secondo le migliori aspettative?

«Diciamo che è stata una gara abbastanza difficile soprattutto inizialmente, in considerazione di un’arena così grande e di un pubblico così rumoroso. Per noi sono stati elementi di grande stimolo, ma per i cavalli un po’ meno. Orlando infatti il primo giorno era un po’ teso: non ha fatto assolutamente nulla di male, poverino, era solo un po’ teso e noi lo sentivamo, era un po’ più andante, non ci ha messo nella condizione di poter lavorare al cento per cento. Poi era la sua e nostra prima entrata: di solito noi siamo abituati a entrare prima per le prove individuali facendo vedere il campo al cavallo per fargli prendere così confidenza, cosa che a Basilea non abbiamo fatto, quindi entrare a freddo per il Pas de Deux che è un esercizio molto complesso anche per il cavallo, insomma… è difficile. Ci vuole una grande concentrazione, invece durante quella prima prova Orlando guardava l’esterno, era appunto in leggera tensione: in questo modo ci ha reso la vita un po’ difficile, noi non abbiamo lavorato al meglio rendendo così a nostra volta la vita un po’ difficile a lui… un circolo vizioso, insomma… ».

Invece durante la seconda e ultima prova, domenica?

«È stato perfetto, perfetto… una macchina da guerra, sembrava che lui la volesse proprio questa Coppa del Mondo, la voleva proprio… !».

E voi? Tra lei e Davide Zanella c’è un’intesa tale per cui andate in automatico, oppure durante lo svolgimento dell’esercizio avete bisogno di registrare qualcosa di tanto in tanto?

«Noi abbiamo un’intesa totale. Un Pas de Deux così complesso richiede che ci sia estrema fiducia da entrambe le parti. Non faremmo delle figure così alte e difficili, se io non mi fidassi ciecamente di Davide. Può accadere qualsiasi cosa ma io so che lui piuttosto cade male pur di salvare sempre me. Per una volante, cioè la persona che per l’appunto sta sopra, in volo, è una cosa che rassicura tanto. Solo con lui potrei fare un esercizio così complesso… e tra l’altro adesso ne stiamo preparando un altro ancora più difficile e complesso… ».

Quindi è necessario un allenamento continuo e intenso…

Certo, assolutamente. Davide e io lavoriamo insieme tantissime ore, ci troviamo, proviamo, dobbiamo arrivare al punto che l’esercizio sia un automatismo a cavallo, quando non si possono più commettere errori: primo per non disturbare il cavallo e secondo perché c’è il rischio di farsi veramente male».

Adesso state lavorando a un nuovo programma per il vostro Pas de Deux?

«Sì, lo creiamo noi insieme al nostro coreografo che è Lorenzo Lupacchini, già campione del mondo di volteggio, e stiamo tirando fuori dal cilindro un esercizio che secondo me regalerà molta emozione. Del resto questo è l’obiettivo che ci proponiamo per questo 2024, vogliamo valorizzare di più la trasmissione delle emozioni rispetto alla difficoltà tecnica, che comunque rimane alta. Per dire, il programma con cui abbiamo vinto a Basilea è molto più facile… !».