Claudia Petersohn: la vittoria in Coppa del Mondo

Parla la trainer e longeur della coppia che ha vinto la World Cup a Basilea domenica scorsa nel Pas de Deux insieme al cavallo italiano Orlando Tancredi: un successo formidabile per lo sport equestre azzurro!

I trionfatori di Basilea: da sinistra Orlando Tancredi, Claudia Petersohn, Davide Zanella, Rebecca Greggio (ph. Martin Dokoupil/FEI)

Padova, mercoledì 17 gennaio 2024 – Claudia Petersohn è nata negli Stati Uniti da genitori tedeschi che hanno un cognome svedese, ma è ormai italiana … Anzi, oggi italiana più che mai dato che le note dell’inno di Mameli a Basilea domenica 14 gennaio 2024 hanno celebrato la vittoria nel Pas de Deux di Rebecca Greggio e Davide Zanella nella finale della Coppa del Mondo di volteggio… con lei a dirigerli e a guidarli, e a dirigere e a guidare Orlando Tancredi, il cavallo (italiano) di questa squadra favolosa…

Signora Petersohn, cosa si prova il giorno dopo quello in cui si è vinta la finale della Coppa del Mondo?

«Il giorno dopo… ? Bellissimo svegliarsi con la sensazione di avercela fatta. Con ancora più voglia ed energia per andare avanti con tutti i progetti che abbiamo in cantiere per il 2024».

Due anni e mezzo fa abbiamo pubblicato un’intervista con lei in cui la sua ultima risposta è stata la seguente: “La nostra forza è il gruppo, la squadra. Gli sforzi e l’impegno che ciascuno di noi mette a vantaggio di tutti, in condivisione. Ci si aiuta a vicenda per portare avanti tutto. E devo dire che sì, stiamo andando avanti bene!”.

«Non posso che confermare… Rebecca Greggio e Davide Zanella li seguiamo in due: io ed Emanuele Righetto.  Emanuele è anche giudice ed è lui che analizza tutte le valutazioni, i punteggi… E soprattutto quando durante l’allenamento è presente anche Emanuele io posso concentrare tutta la mia attenzione sul lavoro del cavallo mentre lui segue direttamente Rebecca e Davide. Siamo una squadra, sì, composta anche da tutte le persone che come noi offrono la loro opera su base esclusivamente volontaria al Centro Volteggio I Prati, che si trova in pratica in casa della famiglia Coppiello, alle porte di Padova. E dove si fa solo ed esclusivamente volteggio».

Quindi la parte di ginnastica di Rebecca e Davide la segue Emanuele Righetto?

«No, loro sono talmente maturi e grandi che ormai sono autonomi. Fanno tantissime ore da soli. E poi facciamo stage con istruttori e giudici stranierei che ci danno sempre ottimi consigli, e questo è importante, ma per la parte atletica ormai Rebecca e Davide sono del tutto autosufficienti».

La parte coreografica?

«Loro hanno una grandissima inventiva… Inoltre sono legati da una forte amicizia con Lorenzo Lupacchini: e da qui nascono sempre delle belle idee».

A proposito di idee, adesso state lavorando su un Pas de Deux nuovo…

«Sì, quello che abbiamo presentato a Basilea intitolato Gucci ormai va in archivio. Con quello nuovo cambia completamente tutto, musica, coreografia… tutto».

E come mai la decisione di cambiare?

«Gucci l’abbiamo tenuto per tre anni. Il cambiamento è una sfida per rinnovarsi, per dimostrare che si è capaci di fare anche altro, di non rimanere sempre uguali a sé stessi. Certo, avremmo potuto continuare con Gucci: ma cambiare è sempre stimolante».

Ma perché il nome Gucci?

«Perché questo Pas de Deux è ispirato sia nelle musiche sia nella coreografia al film “House of Gucci”. A Basilea, indipendentemente dal risultato, volevamo finire con la migliore versione possibile di questo programma: ed effettivamente è stato così, come ha sottolineato anche Davide nelle interviste rilasciate a caldo, a fine gara».

Mentre di quello nuovo cosa ci può dire?

«Beh, è nato quest’estate dopo la grande delusione patita nel Campionato d’Europa in Svezia… successiva a quella vissuta per la finale della Coppa del Mondo di Omaha… gare alle quali solo all’ultimo momento non abbiamo potuto partecipare per motivi del tutto extra tecnici… Paradossalmente tutto questo ha rappresentato per tutti noi uno stimolo ulteriore».

Quindi Rebecca Greggio e Davide Zanella tutto l’anno si sono allenati su Gucci però preparando contemporaneamente il programma nuovo?

«Sì, e preparando anche i programmi individuali, dato che loro gareggiano anche in individuale sebbene a Basilea la nostra partecipazione sia stata solo nel Pas de Deux».

Ormai siete una squadra da tanto tempo: tra voi ci sarà un bellissimo rapporto…

«Sì, certo, Rebecca è con me da quando lei aveva 10 anni, Davide si è unito a noi nel 2018 insieme a Emanuele Righetto provenendo entrambi da un altro centro. Abbiamo anche delle discussioni, ovviamente, come è giusto che sia… a volte le opinioni non combaciano ma non è che io comando e loro obbediscono… Siamo una squadra in tutto e per tutto, quindi uno scambio di idee anche animato è sempre in funzione di un risultato da raggiungere tutti insieme. Rebecca e Davide non sono più due bambini: sono persone adulte e atleti maturi».

Loro sono le punte di diamante, ma nel vostro centro quanti sono i ragazzi sui quali lavorate?

«Circa trentacinque: di tutti i livelli, dai bambini ai più grandi, per tutte le categorie. E ne abbiamo davvero di bravi!».

Quali sono i programmi per il vostro 2024?

«Faremo i due Cvi in Italia e almeno un Cvi all’estero prima del Campionato del Mondo che si svolgerà a Berna quest’estate, poi tutte le gare nazionali, il Campionato d’Italia, il campionato regionale veneto… E nel 2025 la finale della Coppa del Mondo a cui siamo qualificati automaticamente grazie alla nostra vittoria di quest’anno».

Vincere una Coppa del Mondo è un’impresa sensazionale… Ma c’è stato anche qualche momento di difficoltà a Basilea?

«Beh, la prima delle due prove è stata abbastanza complicata per Orlando. Mi ha fatto morire… ! Un’arena difficile, il pubblico intorno, i pannelli a led che cambiano pubblicità a bordo campo, i suoni, le telecamere che si muovono sopra di te che filmano e che fanno ombre sul terreno… tutte cose che si trovano solo in questa occasione. Orlando è stato comunque bravo, ma molto distratto verso l’esterno e io ho dovuto richiamare la sua attenzione di continuo, a ogni falcata… I ragazzi nella prima prova hanno avuto un po’ di difficoltà per questa ragione, quando è così Orlando spinge molto al galoppo e allora sopra diventa tutto un po’ più movimentato, anche se da sotto non sembra… Ma è stato comunque molto bravo e collaborativo. Tenendo conto che lui in un campo così entrava probabilmente per la seconda volta nella sua vita. Poi domenica è stato semplicemente perfetto… ».

Gli avversari erano fortissimi!

«Sì, e a questo proposito c’è stato un altro elemento di difficoltà… Dopo la prima prova mi sono arrivate voci secondo cui noi avremmo vinto quella gara solo perché il cavallo della coppia tedesca aveva avuto un momento di difficoltà, ciò che avrebbe fatto perdere alcuni punti, quelli grazie ai quali sarebbe arrivata la nostra vittoria con uno scarto minimo. Domenica abbiamo guardato il loro Pas de Deux, quello dei ragazzi tedeschi: non è una cosa che psicologicamente aiuta, ma non avevamo alternativa dal momento che dopo di loro saremmo entrati noi. E loro sono stati magnifici, assolutamente magnifici. Bravissimi. Cosa che avrebbe potuto avere due effetti: farci pensare che sarebbe stato impossibile batterli, oppure caricarci al massimo. Ho detto ai ragazzi: adesso facciamo vedere quello che siamo capaci di fare noi… Dopo aver messo in circolo Orlando mi sono resa conto che lui era perfetto, era completamente con me, così l’ho detto ai ragazzi dicendo andate tranquilli perché Orlando è perfetto. E loro hanno fatto un capolavoro!».