Qualche sorriso e qualche lacrima per l’Italia a Mannheim

La Coppa delle Nazioni dello Csio di Germania non va bene per la nostra squadra. Vince la gara il team statunitense dopo un appassionante barrage con il Belgio e con la rappresentativa di casa

Bologna, luglio 2015 – Non è andata bene. Purtroppo. La Coppa delle Nazioni dello Csio di Germania quest’anno in programma a Mannheim e non nella tradizionale sede di Aquisgrana (là infatti ci sarà tra qualche settimana il Campionato d’Europa) porta note poco liete per la squadra azzurra. La classifica dice che siamo al 6° posto con un totale di 26 penalità alle spalle di Stati Uniti d’America, Belgio e Germania (che avendo chiuso tutte e tre le due manches a 8 penalità sono andata al barrage), poi al 4° posto ex aequo con 20 penalità Francia e Svizzera. Dietro di noi Irlanda con 27 e Olanda con 29. Ma cosa è successo ai nostri nel dettaglio? Diciamo che Lorenzo De Luca su Erco van het Roosakker e Juan Carlos Garcia con Gitano van Berkenbroek si sono mantenuti su uno standard buono con un errore a percorso per entrambi in ciascuna delle due manches (da tenere in conto che i doppi netti agli ostacoli in tutto sono stati solo quattro). Giulia Martinengo Marquet su Funke van het Heike ha chiuso con 9/0 e Piergiorgio Bucci su Casallo Z con un drammatico 22/rit. Dice Bucci: “Non ho parole. Non so cosa dire. Mi piacerebbe poter tirare fuori una qualsiasi giustificazione, un infortunio, un contrattempo, un doloretto… Ma la verità è che… non so proprio cosa dire. Sono proprio demoralizzato. Nella prima manche al primo errore Casallo si è agitato, ha cominciato a correre verso gli ostacoli… Poi è arrivata questa doppia gabbia, ci siamo entrati in qualche modo, il secondo elemento l’abbiamo fatto alla meno peggio ma poi il terzo era lontano una settimana… Niente da fare. Poi nella seconda manche eravamo senza errori fino alla doppia: e lì a tre tempi dal primo elemento Casallo ha messo giù il muso e non c’è stato più nulla da fare”. Il tono di voce di Bucci è veramente depresso: ed è ovviamente comprensibile, anche se lo sconcerto del momento non deve ovviamente far dimenticare quanto di buono – anzi: di eccellente – Casallo può dare. Così come quello che di eccellente il suo cavaliere può dare.
Giulia Martinengo Marquet invece richiama su sé stessa tutte le responsabilità dell’esito della prima manche: “Dopo Rotterdam la mia cavalla ha fatto tre settimane di riposo e poi solo due gare basse. Qui nel primo giro saltava fin troppo in aria e non avanzava molto. Quando sono arrivata sul largo dove abbiamo fatto il primo errore io sono rimasta sul piano iniziale di sette falcate di galoppo: invece mi sarei dovuta rendere conto che facendone otto avrei dato più sicurezza alla cavalla, mettendola probabilmente in una situazione migliore; invece rimanendo su sette e con lei che non avanzava molto abbiamo fatto davvero un brutto salto. Proprio colpa mia. Poi l’altro errore è venuto sulla riviera, che era il penultimo ostacolo: partendo per quinta non ho potuto rendermi conto di quanti errori avrebbe poi determinato quella riviera… Poi abbiamo fatto una seconda manche in cui tutto ha funzionato a dovere e così è arrivato il percorso netto”.
Veniamo al vertice della classifica. USA, Belgio e Germania in barrage: Elizabeth Patton Madden su Cortes C (4/0 nelle due manches) ha dato la vittoria alla sua squadra (composta anche da Laura Kraut su Nouvelle 4/0, Kirsten Coe su Baronez 5/0, Lucy Davis su Barron 0/8) chiudendo il barrage senza errori in 32.72. Pieter Devos su Dylano ugualmente a zero penalità fermava il cronometro a 34.14 per il 2° posto del Belgio, mentre Christian Ahlmann con Taloubet Z commetteva un errore senza peraltro essere più veloce di Cortes: 32.95 e quindi 3° posto per la Germania.

18 luglio 2015