Il tema dell’intelligenza artificiale, altrimenti nota come AI, da qui a qualche tempo (…poco) è destinato a diventare qualcosa di profondamente divisivo. Da una parte l’uomo, dall’altra la tecnologia.
La tecnologia sostituirà l’uomo? L’uomo riuscirà a fare meglio delle ‘macchine’ che costruisce? Temi pesanti, che evocano paure profonde.
Di sicuro ci sono ambiti in cui l’intelligenza artificiale potrà contribuire a migliorarci la vita – si pensi alla medicina o altri ambiti scientifici dove è in grado di incrociare in tempo reali milioni di dati… E ce ne sono altri in cui potrà solo ‘scimmiottare’ o avvicinarsi al genio dell’uomo.
Potrà sicuramente darci l’immagine perfetta e dettagliata di Papa Francesco con il Moncler ma difficilmente potrà trasmettere il suo messaggio.
Nel mondo delle passioni, di cui l’equitazione fa parte, è esattamente la stessa cosa. L’AI sarà preziosa per incrociare linee di sangue e trovare risposte scientifiche a qualsiasi aspetto della gestione medica o/e genetica dei cavalli. Difficilmente potrà trasmettere quel senso di pace che regna in scuderia mentre i cavalli mangiano il fieno o quel ‘profumo’ di cuoio, sudore, crine… E neppure quella gioia che il cavallo sa regalarci quando ci porta fino in fondo al percorso in gara. O che ci offre semplicemente lasciandosi accarezzare.
Forse un giorno potrà anche succedere che anche in questo l’AI ci possa stupire ma la condizione perché ciò avvenga è che l’uomo, noi, ci siamo dimenticati di quelle sensazioni.
Intanto, un po’ per ridere e un po’ per curiosità, abbiamo chiesto a un programma gratuito che genera immagini di intelligenza artificiale, di proporci un trekking a cavallo.
Il risultato è lì da vedere…
Nel secondo caso, un po’ per barare, abbiamo chiesto all’AI di darci un paio di immagini di un trekking su Marte. Anche lì…

Che dire, forse più di noi, il cavallo è davvero padrone del suo tempo e probabilmente questo è il segreto millenario della sua longevità.