Il cavallo è sempre stato un soggetto molto amato dagli artisti, che lo raffigurarono sotto ogni prospettiva. “Bonaparte valica il Gran San Bernardo” è uno dei più famosi ritratti equestri al mondo. Jacques-Louis David, pittore francese e fiero sostenitore del Neoclassicismo e di Napoleone dipinse questo quadro che, secondo molti critici, contiene quello che è stato un buon auspicio per il condottiero.
Le versioni dell’opera
Esistono ben 5 versioni dell’opera. La prima fu commissionata dal re di Spagna Carlo IV, con l’intento di compiacere il condottiero e migliorare i rapporti politici tra le due nazioni. Le tre successive sono state dipinte da David su richiesta proprio di Napoleone con fini propagandistici. L’ultima non ebbe alcun committente e rimase di proprietà del pittore fino alla sua morte. Questo ritratto influenzò artisti come Antoine-Jean Gros e Théodore Géricault.
Lo stile
“Bonaparte valica il Gran San Bernardo” rappresenta il condottiero al momento dell’attraversamento del Colle del Gran San Bernardo con l’armata che lo seguirà nella vittoriosa seconda campagna d’Italia.
Napoleone è rappresentato fermo, sereno e determinato, in sella al suo cavallo, che al contrario è nervoso e impaurito, in equilibrio sugli arti posteriori. Il condottiero indossa l’uniforme di generale e un copricapo tipico dell’epoca, un bicorno gallonato d’oro. Porta una spada mamelucca, un’arma di origine persica, ma con una lama decisamente meno curva, più vicina alla linea della sciabola occidentale. La mano sinistra di Napoleone è sulle redini, mentre con la destra il generale indica la direzione, il suo obiettivo, il Gran San Bernardo appunto. Tutta la scena è rivolta verso lo spettatore. La figura dell’animale è anatomicamente perfetta, statuaria e in linea con la concezione classica greco-romana. Il manto grigio chiaro è lucente e insieme al mantello color ocra del condottiero, risalta contro lo sfondo montuoso, dando una sensazione di profondità. La criniera è mossa dal vento, così come il mantello e i capelli di Napoleone, conferendo all’opera un’interpretazione eroica.
Il buon auspicio
In secondo piano, i soldati dell’esercito francese risalgono la montagna, portando con loro un cannone. Sul fondo, sulle pietre ai piedi del cavallo, si nota un’incisione che recita “Bonaparte”, “Annibal” e “Karolus Magnus Imp.”, in ricordo dei condottieri che proprio lì valicarono il confine. In questo modo il pittore accosta Napoleone a due tra i più grandi comandanti della storia e alle loro gesta. All’epoca del valico del Gran San Bernardo però, Bonaparte era Primo Console della Repubblica francese. Si sarebbe auto-incoronato imperatore solo 4 anni dopo nella Cattedrale di Notre-Dame. Molti critici interpretarono la scritta “Imp” accanto al nome di Carlo Magno come una premonizione e un segno di buon auspicio per il condottiero.