Pony muore a Palermo. Diciamo basta

Vittima dell’ennesima corsa clandestina, un pony rimane sull’asfalto su una strada di Palermo dopo lo scontro con una vettura ferma. L’orrore finisce in rete…

Bologna, 22 marzo 2023 – Una corsa forsennata lungo una strada dell’Albergheria, a Palermo. Poi l’impatto tremendo contro un’auto ferma e l’ennesimo cavallo, anzi un pony, rimane sull’asfalto. Morto. Per una corsa senza motivo.

Ma non finisce qui. Il palcoscenico dell’obbrobrio non può fermarsi lì, dove è successo. Deve essere rilanciato in rete, in un video macabro che moltiplica l’orrore e l’insensatezza di queste vicende di degrado dove di sicuro non c’è spazio neppure per una carezza alla criniera.

Su Cavallo Magazine il video non lo troverete. Parlare e scrivere di brutture come questa (e come tutte le corse clandestine) se deve avere un senso non è certo quello di suscitare clamore.

Il vero scopo di continuare a dare notizia di questi reati è che tutti devono capire che sono tali. Reati contro la legge, contro gli animali. Reati che mortificano la natura dell’uomo.

Non ci sono scuse. Ognuno sceglie per sé e chi decide di commettere un reato odioso come quelli che riguardano i maltrattamenti di chi è più debole, animali compresi, deve essere punito. Soprattutto quando è acclarato che dietro a queste corse regnano il riciclaggio e la malavita organizzata.

Dopo aver sventato analoga tragedia solo pochi giorni fa, le forze dell’ordine questa volta non sono arrivate in tempo. In queste ore, ci sono stati lettori che ci hanno chiesto di dare voce a queste vicende perché non si verifichino più. È doveroso e con il cuore pesante, lo facciamo. Ma è anche importante continuare a proporre un mondo equestre positivo, portatore dei valori sani dello sport. Fare cultura è uno dei modi che abbiamo per promuovere un comportamento etico nei confronti dei cavalli. Uno dei modi… Che deve lavorare di concerto con tante altre azioni che non possono aspettare e vanno oltre quanto in nostro potere.

Ciò che possiamo fare, con tanta rabbia, è continuare a vigilare e segnalare con un’idea ben chiara in mente: questa feccia – a Palermo e da qualsiasi altra parte – non solo non ci appartiene ma va anche fermata.