Se non siete mai stati al Museo Stibbert di Firenze, è il momento giusto per rimediare.
Il sogno collezionistico del ricchissimo anglo-italiano Frederick Stibbert (nato nel 1838, suddito inglese per parte di padre, figlio del Casentino da parte di madre) può infatti ora contare su nuovi ambienti: quelli della biblioteca ricavata nell’edificio delle scuderie.
Qui infatti sono appena stati collocati i libri raccolti da Stibbert e incrementati da donazioni e ulteriori importanti acquisti dopo la sua morte, avvenuta nel 1906. Davvero troppo importanti per rimanere negli spazi ormai angusti della biblioteca storica, interna alla villa.
Fu anche garibaldino, con il ruolo di guida: un compito affidato solitamente a gentiluomini dotati di proprio cavallo, in quell’esercito di volontari.
E come guida, coraggiosa e sportivamente sprezzante del pericolo (molto british, in effetti) si guadagnò una medaglia d’argento alla battaglia di Candino in sella al suo Scrub.
E’ ricordato nelle cronache fiorentine come persona estremamente simpatica e gioviale.

Frederick Stibbert
Per quella medaglia d’argento ogni anno gli spettavano 100 Lire: diceva che per lui erano i denari più cari di tutti, e li investiva invariabilmente in acquisto per ‘il suo Museo’.
Come unico nipote maschio del nonno Giles Stibbert, generale comandante nella Compagnia delle Indie e governatore del Bengala alla morte del padre, avvenuta nel 1849 gli toccò una vera e propria fortuna.
Curiosità: lui e le sorelle furono legittimati in extremis alla morte del padre, “…in quanto nati tutti prima del matrimonio dei genitori, celebrato a Malta nel 1842. All’epoca in Italia non era permessa l’unione interconfessionale tra un anglicano e una cattolica” (qui la fonte della notizia).

Negli anni spese somme cospicue per le sue collezioni. Ma fu tanto abile da mantenere comunque un patrimonio attivo considerevolissimo – era il 5° cittadino fiorentino più ricco del suo tempo.
Non si sposò mai e non lasciò eredi diretti.
Da Wikipedia: “Dedicò tutta quanta la sua vita a quello che nel proprio testamento definì “il mio Museo”. In tale testamento (28 maggio 1905) espresse la volontà che le proprie collezioni (oltre 50.000 pezzi) e la propria villa di Montughi venissero istituite in un museo aperto al pubblico. Ma con la clausola che venisse rispettata l’organizzazione originale, così come da lui stesso pensata.[5] Come primo legatario fu nominato il governo britannico, con la possibilità però di recedere a vantaggio del secondo, ovvero la città di Firenze. Che di fatto ne entrò in possesso nel 1908, istituendo la Fondazione Opera Museo Stibbert”.
La Biblioteca, spiega la fondazione Stibbert in una nota, si compone attualmente di due parti. Distinte cronologicamente e tipologicamente: la Libreria di Frederick Stibbert e il fondo corrente. Che raccoglie le opere acquisite dal Museo dopo il 1906, incrementato tutt’ora con nuovi ingressi di opere. Tra cui il fondo donato dalla famiglia Barocchi, che oggi trova spazio nella prima delle due grandi sale della nuova biblioteca. Il restauro degli ambienti della Biblioteca rientra nel complessivo recupero dell’immobile delle Scuderie. Edificio che la famiglia Stibbert aveva interamente dedicato agli amatissimi cavalli, e che dopo la morte del collezionista era stato destinato a deposito”.
Il Comune di Firenze, proprietario degli immobili della eredità Stibbert, fino dal 2019, ha avviato il recupero edilizio e impiantistico di questo edificio, dove hanno già trovato spazio nel 2023 gli uffici della Direzione del Museo al primo piano. Per il recupero delle Scuderie sono stati destinati dal Comune di Firenze, tra il 2019 e il 2024 oltre 650.000 complessivi, utilizzati per il recupero strutturale, la creazione dei servizi e degli impianti di aereazione e sicurezza dei locali. Ma il progetto ‘Scuderiè ha visto anche il coinvolgimento e la partecipazione di Fondazione Cr Firenze. Che, in questa occasione, ha contribuito tra il 2022 e il 2024 con 150.000 euro complessivi, destinati al restauro dell’arredo storico e dei volumi, e in parte all’impiantistica necessaria per la conservazione delle preziose opere e per la fruizione degli ambienti.

Frederick Stibbert a cavallo, probabilmente con la sorella Sophronia che sposò poi il conte Pandolfini
























