Non l’aveva rubato nessuno, questo è chiaro: ma il Museo del Cavallo di Pozzomaggiore, in provincia di Sassari, era rimasto chiuso per diverso tempo a causa (e merito) della sua ristrutturazione.
E nei giorni scorsi è stato riaperto: quindi se passate da quelle parti lasciate per una qualche le stupende spiaggie sarde e state ‘tra i cavalli’ in un modo un po’ diverso dal solito.
Ha detto il Sindaco di Pozzomaggiore, Mariano Soro: «Una struttura riqualificata, modernizzata e riorganizzata per poter competere all’interno del mercato turistico sardo Museale. Pozzomaggiore sarà a breve attrattivo – prosegue Mariano Soro – e potrà inserirsi con un buonissimo pacchetto di offerte all’interno del mondo del turismo itinerante in Sardegna».
Turismo itinerante che, in Sardegna, può facilmente ricavarsi un nicchia specifica nel mondo della cultura e della tradizione equestre: è pleonastico persino precisarlo, quando si parla di questa Isola di cavalli e cavalieri.
L’architetto Rina Rassu è la curatrice della struttura e delle iniziative culturali che ospiterà e ispirerà.
Con la confortante prospettiva che a breve altre due realtà culturali arricchiranno ulteriormente l’area di Pozzomaggiore.

Dal sito del Comune di Pozzomaggiore:
«A Pozzomaggiore la cultura del cavallo assume oggi un significato particolare per l’intero territorio di riferimento. L’allevamento equino rappresenta una realtà economica ragguardevole ed il cavallo non solo soggetto culturale, ma valido mezzo per lo sviluppo turistico della Comunità. Sono stati ideati, infatti, una serie di percorsi, ippovie che attraversano un territorio dolce e selvaggio, ricco di intensi profumi della macchia mediterranea. E di importanti vestigia neolitiche e nuragiche che attraggono il turista che li visita.

Di notevole interesse è il ”Museo del Cavallo”. Vede la sua nascita nei locali che furono sede del Convento degli Agostiniani dall’inizio del XVII secolo, fino alla seconda metà del XIX secolo e, successivamente, sede della caserma dei Carabinieri a cavallo.
Il museo si sviluppa intorno a dieci sale tematiche. All’interno delle quali il cavallo rappresenta il filo conduttore di un racconto di carattere storico, antropologico ed etnografico. Unico nel suo genere inserito nell’ importante rivista italiana di settore ”Del viaggiare e dei viaggiatori”, è organizzato secondo temi conduttori che sottolineano l’importanza da sempre assunta dal cavallo nella vita dell’uomo.
Il museo è pienamente inserito nel territorio come organismo dinamico e propositivo. All’interno del quale, in parallelo all’allestimento e ai contenuti inizialmente proposti, vengono allestite mostre temporanee ed eventi culturali.
All’interno degli spazi museali trova collocazione anche la Donazione Pesarin, costituita da elementi architettonici di pregio quali architravi, capitelli, colonne e stipiti in pietra. Frutto del lavoro e dell’abilità di scalpellini locali, salvati dall’oblio e dalla distruzione generata dal rinnovamento del patrimonio edilizio del centro storico di Pozzomaggiore.
La raccolta di questi reperti è stata effettuata con grande sensibilità e cura dal signor Pesarin. Successivamente è stata donata al Comune di Pozzomaggiore.
Il Museo è accessibile tutti i giorni (compresi venerdì, sabato e domenica), apre anche in occasione di manifestazioni locali, feste nazionali e paesane, con visite guidate sia per singoli che per gruppi».
Qui la fonte della notizia, da Sardegna Ieri Oggi Domani. E qui un’altra meta da inserire alla voce ‘turismo equestre diffuso’: il Museo del Cavallino della Giara