Protagonisti a Eurocheval 2022: i cavalli Maremmani

Le danze sono già cominciate a Eurocheval 2022, la kermesse tedesca dedicata al mondo dell’equitazione che ha voluto in questa edizione, come ospiti d’onore, i cavalli italiani e i loro allevatori

(ph. Archivio Nassi)

Offenburg, venerdì 26 agosto 2022 – Le danze sono già cominciate a Eurocheval 2022, la kermesse tedesca dedicata al mondo dell’equitazione che ha voluto in questa edizione, come ospiti d’onore, i cavalli italiani e i loro allevatori.

E tra questi nostri ambasciatori non potevano mancare i cavalli Maremmani: a rappresentarli saranno M.Bart dell’Inferno, M.Giasone dell’Inferno, M.Circe dell’Inferno e M.Spino di Poggiovalle.

Soggetti che Filippo Nassi, nato nel cuore della Tuscia e cresciuto nella tradizione della monta da lavoro maremmana più ortodossa, presenterà in un numero in libertà e in posta ungherese a 2 e 4 cavalli.

Perché forse è proprio chi conosce molto bene una razza, una storia, un territorio che sa come valorizzare questi cavalli accostando loro qualcosa di nuovo.

E certamente anche perché questo tipo di lavoro, fatto con cavalli Maremmani, ha sicuramente un significato in più.

Perché un cavallo Maremmano te lo devi saper conquistare, sempre, e con lui niente può essere mai dato per scontato.

Perché un cavallo Maremmano dentro ha un cuore grandissimo, ma anche l’anima di chi nasce su una terra dura, arsa, che si lascia calpestare solo da chi sa combattere la vita.

Gli occhi attenti del pubblico tedesco, che di cavalli se ne intende, saprà certamente cogliere queste sfumature.

E se un cavallo Maremmano potesse raccontare la storia della sua razza pensiamo che prenderebbe a prestito le parole con cui Dante diede voce a Pia de’ Tolomei e poi, da buon toscanaccio irriverente, le girerebbe al caso suo.

Perché forse Maremma disfece la dolce Pia, ma in compenso ha sicuramente costruito un cavallo fatto a sua immagine e somiglianza: aspro, ruvido, quasi impossibile quando la Maremma era maledetta e poi capace di seguirne il progresso una volta finiti i tempi avvelenati.

Questa è la vera cifra del Maremmano, la costante che lo ha caratterizzato più ancora di un determinato modello morfologico o attitudinale: piccolo e spigoloso quando la Maremma era così amara da regalare solo miseria a chi la abitava, ma capace di trasformarsi in soggetto di maestosa nobiltà appena le condizioni ne permettono un allevamento più ottimale.

Sono queste le due anime del Maremmano, una quasi contrapposta all’altra dalle umane preferenze (quante volte avete sentito gli appassionati del Maremmano vecchio tipo confrontare ricordi e suggestioni con i sostenitori del Maremmano migliorato?) ma che in fondo non sono altro che una unica, lunga storia scritta a due mani dagli uomini che abitavano quelle terre paludose e dai cavalli che permettevano loro di strapparne qualcosa con cui vivere.