Uno spettacolo Murgese: il traino di Cosimo De Pascalis

Il legno guidato da don Cosimo De Pascalis è un tipico traino, che ai suoi tempi era un vero e proprio Tir: splendidi i finimenti, fantastico il Murgese tra le stanghe, Ercole dei 300 Tomoli

Cosimo De Pascalis e il suo traino al Gala Italiano di Fieracavalli 2021, foto di Martina Riva

Verona, 19 novembre 2021 – Hanno vinto il 1° Premio all’XI concorso di attacchi “Verona in Carrozza” a mani basse, si può dire.

Sono Cosimo De Pascalis ed Ercole dei 300 Tomoli, che da Manduria hanno portato a Fieracavalli  tutta la ricchezza della cultura del cavallo da lavoro della loro terra, la Puglia.

Il legno è un tipico traino, che ai suoi tempi era un vero e proprio Tir: sofisticato nella costruzione con i suoi dettagli in ferro battuto, è dipinto coi colori smaglianti usati tradizionalmente.

I finimenti poi sono uno splendore:  luccicanti d’alpacca e di cuoio ingrassato a dovere, con tutti gli accessori tipici che fanno di collare, sellino, testiera  e braga un capolavoro di artigianato.

Una parure strepitosa che racconta tutto l’orgoglio, l’amore e la cura che i carrettieri avevano per il proprio lavoro.

Ma la gemma più preziosa di tutte è lui, lo stalloncino Murgese Ercole dei 300 Tomoli: perché tutto è lì in ragione di lui, al centro di ogni traino c’era Il Cavallo.

Un cavallo che lavora con finezze che non conosciamo più. capace di appoggiare come un soggetto da Dressage e fiducioso nell’uomo e nella frusta che gli fa schioccare sopra la testa, sul fianco delle stanghe.

E lui, Ercole, mai muove un orecchio, mai ha paura di quella lunga coda che sibila ed esplode in un linguaggio che sapeva parlare a chi incontravano lungo la strada.

Perché quella frusta non l’ha mai toccato, perché ogni tanto dovremmo prenderci il tempo di osservare con attenzione chi ci racconta un mestiere che non c’è più ma avrebbe tante cose da insegnarci.

Perché tante cose che ci sembrano moderne e nuove per i nostri nonni e bisnonni erano il pane di tutti i giorni, e lavorare con un cavallo voleva dire avere un amico che non ti tradiva mai.

Grazie don Cosimo, grazie Ercole: avete ricordato qui a Verona che i cavalli non erano solo sport, ma molto di più.

 

Cosimo De Pascalis ed Ercole dei 300 Tomoli, Foto Ennevi#Veronafiere