Cavalli in Tv, uno spiraglio da sostenere

Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, in una lettera alla commissione stessa chiede come mai nella Tv nazionale ci sia così poco spazio per i cavalli. Ce lo chiedevamo anche noi. Da tempo

Bologna, 24 febbraio 2022 – Sono anni che tra gli addetti ai lavori si parla della visibilità che la Tv potrebbe dare agli sport equestri e ai cavalli in generale. Sarebbe ciò che occorre per portare il nobile animale fin nelle case degli italiani. Per far partire un volano di cultura equestre che una volta avviato, grazie all’emozionalità fisica che il cavallo sa esprimere, volerebbe alto, da solo…

Senza contare che una maggiore visibilità televisiva degli sport equestri o delle attività legate al cavallo aprirebbe una grossa partita alla presenza di sponsor e partner. Che troverebbero attraverso la Tv un riscontro a possibili investimenti. A vantaggio di un settore davvero molto vasto, tra interessi diretti e indotto.

È sull’onda di queste considerazioni che abbiamo ‘captato’ una lettera che ci è sembrata di auspicio e significativa. La missiva è indirizzata a presidente della Commissione Vigilanza Rai a firma di Michele Anzaldi, segretario della Commissione stessa.

“Credo che sarebbe opportuna una sua valutazione rispetto all’assenza del settore ippico ed equestre nei palinsesti Rai, affinchè la questione venisse sottoposta all’azienda” scrive Anzaldi.

 

La spinta delle associazioni di categoria

Il quesito del dirigente Rai origina alla domanda posta dai rappresentanti del settore ippico ed equestre. Che hanno chiesto di capire quali siano le motivazioni dell’esclusione dai palinsesti sportivi della Tv pubblica, tranne che per alcuni grandi eventi, dello sport ippico e di quello equestre. Soprattutto in virtù del fatto che nel passato questi sport erano presenti settimanalmente nei palinsesti Rai.

“Come ci ha ricordato la lettera firmata da alcune associazioni e personalità del settore – prosegue Anzaldi – l’ippica rappresenta un ambito che interessa decine di migliaia di persone. E ha un indotto non solo sportivo ma anche economico davvero rilevante. A maggior ragione in un paese come il nostro dove storicamente la tradizione equestre è molto radicata. In ottemperanza al Contratto di Servizio, che richiede un’informazione completa a 360 gradi in tutti gli ambiti sportivi, risulterebbe davvero poco comprensibile un eventuale ostracismo nei confronti di questo settore. Nel rispetto degli operatori e dei tanti appassionati dell’ippica, credo che sarebbe doveroso e ampiamente giustificato un segnale di attenzione da parte della Commissione”.

Un buon punto di partenza? Un piccolo spiragli all’orizzonte? Un movimento equestre determinato a fare il salto di ‘visibilità’?

In ogni caso, dita incrociate e massimo supporto!