Olimpiadi, si cambia: ma come?

Ieri giornata molto importante in occasione dell’assemblea generale della Fei a San Juan, in Portorico: sul tavolo del dibattito le proposte per modificare il format olimpico delle specialità equestri

Bologna, novembre 2015 – Cambiare o essere cambiati, questo è il punto. Parole e pensieri del presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Thomas Bach, che vengono tenuti in alta considerazione dai vertici dello sport equestre internazionale. Ovviamente. Visto che per ciò che riguarda l’equitazione agonistica sullo scenario olimpico il nocciolo della questione è sempre lo stesso ormai da tempo: rimanere o meno dentro la ‘famiglia’ a cinque cerchi. O meglio: cercare di rimanerci senza offrire alibi utili per arrivare al rigetto, ma meglio ancora cercare di rimanerci diventando più ‘gradevoli’ e meno sopportati dall’intero mondo degli addetti ai lavori. Il problema è principalmente uno: lo sport equestre in tutte e tre le sue tradizionali specialità – salto, completo, dressage – propone competizioni di difficile comprensione per il pubblico generico, e in più con tempi e durata mastodontici a causa di quantità di concorrenti probabilmente esagerata rispetto a quella di altri sport, oltre che dei regolamenti di gara. Quindi prima che qualcun altro sia indotto a farlo magari in modo traumatico, meglio cambiare e modificarsi per propria iniziativa: guidare il cambiamento e non subirlo, questo è il messaggio che il presidente della Fei, il belga Ingmar De Vos, ha lanciato ieri in occasione della terza e penultima giornata dell’assemblea generale della stessa Fei a San Juan (Portorico). L’obiettivo è dunque quello di arrivare a Tokyo 2020 in veste nuova, e per questa ragione ieri si è cominciato a discutere concretamente su alcune possibili varianti: o meglio, si è continuato a discutere, visto che il problema in questione non è certo di oggi. Insieme a De Vos, al tavolo dei relatori sedevano i tre ‘capi’ delle discipline olimpiche: lo statunitense John Madden per il salto ostacoli, il nostro Giuseppe Della Chiesa per il completo, l’olandese Frank Kempermann per il dressage. In sintesi le proposte attualmente sul tavolo della discussione sono le seguenti: portare a tre il numero dei componenti ciascuna squadra, perché se da un lato l’obiettivo è quello di snellire i tempi, dall’altro è anche quello di aumentare il numero delle nazioni partecipanti; tenere in conto tutti e tre i punteggi dei componenti ciascuna squadra per ottenere il risultato finale, quindi eliminando il meccanismo del cosiddetto drop score; separazione delle prove individuali da quelle di squadra. Secondo queste proposte, il dressage avrebbe in campo quindici squadre e una finale individuale con diciotto concorrenti. Il salto ostacoli avrebbe venti squadre e quindici individuali con barrage per entrambi per la sola medaglia d’oro; se vi fosse barrage per le squadre, tutti e tre i componenti di ciascuna squadra vi parteciperebbero ma solo il migliore risultato verrebbe tenuto in conto per l’assegnazione della medaglia. Altra proposta per il salto ostacoli a squadre sarebbe quella di replicare integralmente l’attuale formula della finale della Furusiyya Fei Nations Cup. In completo si dovrebbe arrivare a disputare la prova di addestramento in una sola giornata utilizzando una ripresa ‘condensata’ rispetto all’attuale; la prova di salto ostacoli individuale servirebbe come qualifica per la finale a squadre di sei o sette team, con i componenti ciascuna squadra in campo tutti e tre insieme per effettuare il loro percorso uno di seguito all’altro così da avere immediatamente disponibile il risultato di ciascuna rappresentativa. Non ultima la proposta di cambiare il nome della specialità in Equestrian Triathlon: per renderne immediatamente comprensibile l’essenza anche agli occhi del pubblico non di settore. Questo il contenuto principale dei temi dibattuti ieri. Naturalmente la discussione è aperta al massimo: i prossimi passi da compiere saranno effettuati in occasione del Fei Sports Forum che si terrà a Losanna dal 4 al 5 aprile, poi a proposito del nuovo formato si voterà durante l’assemblea generale della Fei del prossimo anno, quindi il nuovo prodotto verrà sottoposto nella prima metà del 2017 al CIO durante l’assemblea del comitato esecutivo. A Tokyo 2020 avremo quindi uno sport equestre diverso? Staremo a vedere. L’importante, comunque, sarà esserci…

13 novembre 2015