Tradizione e futuro: gli allevatori italiani festeggiano Sant’Antonio Abate e s’impegnano per un’economia a misura d’uomo

Venerdì 17 gennaio 2020 a Roma si onora la ricorrenza dedicata al Patrono di uomini ed animali, A.I.A. aderisce al “Manifesto di Assisi” promosso per affrontare al meglio le sfide per un mondo più sostenibile

Roma, 16 gennaio 2020 – Gli allevatori italiani coniugano sempre più tradizione e futuro: anche all’inizio del secondo decennio degli anni Duemila, l’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A., assieme alle associate territoriali, promuove infatti per la mattinata di venerdì 17 gennaio 2020 a Roma e in Vaticano la XIII Giornata dell’Allevatore, assieme alla Coldiretti, realizzando gli ormai consueti eventi in onore della festa liturgica dedicata a Sant’Antonio Abate, il santo Patrono protettore di uomini ed animali, santo anacoreta che è un simbolo per la fede cristiana ed è considerato il fondatore del Monachesimo.

L’elemento di forte novità è la concomitanza con la presentazione, in questi stessi giorni, del “Manifesto di Assisi” per un’economia a misura d’uomo e contro la crisi climatica, che vede tra i promotori la Fondazione Symbola, la Coldiretti, il Sacro Convento della città natale di San Francesco, la presidenza di Confindustria e rappresentanti di importanti realtà impegnate nel settore dell’energia quali Enel, della bioplastica come Novamont e dell’editoria religiosa.

A.I.A., con in prima persona il presidente Roberto Nocentini ed il direttore generale Roberto Maddé ha aderito con convinzione al “Manifesto di Assisi”, che ha in vista a breve, il prossimo 24 gennaio, il primo incontro tra i firmatari che si terrà proprio presso il Sacro Convento della città umbra.

“Noi allevatori italiani – afferma il presidente Roberto Nocentini – in un giorno che dedichiamo a Roma ed in tutto il Paese, nelle comunità rurali e in altre città al nostro santo Patrono, Sant’Antonio Abate, vogliamo ribadire la ferma intenzione di voler contribuire ad affrontare problemi globali quali il cambiamento climatico e la eccessiva produzione di emissioni inquinanti. Pensiamo di aver pieno titolo per affrontare questa sfida, che ci coinvolgerà tutti, da subito, in vista dell’obiettivo del 2050 che sembra così distante ma che dipende da decisioni da prendere ora, ad ogni livello, sia della politica che del mondo produttivo”.

“Lo sviluppo dell’economia circolare, di una zootecnia ecocompatibile, distintiva e sostenibile, fondata su valori etici di rispetto delle persone e del benessere degli animali allevati – aggiunge il direttore generale Roberto Maddé – sono nel ‘dna’ degli allevatori italiani. La ‘missione’ di operare nel quadro di un progresso sempre al servizio dell’uomo e dell’intera società la confermiamo anche in questa occasione, per questo invitiamo tutti i cittadini, romani e non, ad unirsi a noi nella nostra festa in piazza che affonda in una tradizione antica ma ci proietta in un futuro che ha come obiettivo la sicurezza alimentare, l’equità nell’uso delle risorse ed il benessere per tutta la popolazione. Il ‘Manifesto di Assisi’ ha superato in pochissimi giorni già le 1.500 adesioni, anche di cittadini comuni, segno che la sensibilità di tutti per i temi della sostenibilità e della ‘ green economy ’ è altissima”.